Spesso ne scegliamo uno, almeno uno e con lui condividiamo ogni prurito esistenziale, come se avessimo una forte spinta ad essere accettatti in ogni nostra sfaccettatura.
Come se cercassimo un rapporto di esclusivita' ed univocita' con un' altra persona.
Ma siamo dei mondi di pensieri e di emozioni, complessi ed enormi e ci relazioniamo alle altre persone in mille modi diversi.
Avere un amico per tutta la vita, una compagna, un compagno di vita diventa una routine devastante che ci mette in crisi nelle nostre evoluzioni esistenziali.
Non puo' esistere un compagno di vita, e' una trappola esistenziale di cui spesso siamo vittime.
Possiamo essere sposati per cento anni ma questo vuol dire che sicuramente avremo avuto degli amici e delle amiche che abbiamo sentito molto piu' vicini nella nostra vita che il nostro compagno di vita.
E questo spaventa, umilia, ci mette in ansia.
Ma come possiamo pretendere che il nostro partner, che sia moglie, marito, convivente o concubino condivida tutto noi stessi? Tutti i nostri pensieri, tutte le nostre emozioni??
Non puo' esistere un dio che unisce che non diventi un aguzzino ed un carceriere.
Quello che era meraviglioso dieci o venti anni fa puo' diventare un incubo insopportabile oggi, in linea di principio puo' succedere anche il contrario: che un rapporto pessimo con il tempo diventi meraviglioso, ma per fare questo serve un gran lavoro.
Il bivio che confonde e' quello dell intrgralita' del rapporto di coppia in ogni aspetto della vita: ridicolo!
E' esattamente il contrario: la famiglia, l'affetto, l'amore che spesso nasce come eros e poi si considera finito quando non c'e' piu', quando invece l'amore si tinge di tante tinte sfumate negli anni della convivenza e che, certo, bisogna apprezzare come una brace quasi spenta ma che si ravviva ad ogni smossa di carboni dimenticando le fiamme della conquista del nuovo a cui spesso si anela come a qualcosa di perso nella coppia matura.
Ma la sfida del rispetto e della convivenza non puo' nascere nella nostra civilta' se prima non viene coltivata nella coppia prima e nella famiglia poi.
Si cerca il nuovo, il trasgressivo, il brivido del desiderio di desiderare ed essere desiderati e questo dovrebbe mettere a repentaglio tutta la coppia ed il suo vissuto?? Ma e' una castrazione terribile per l'uomo e la donna che siano sani e vitali.
La coppia va sempre mantenuta e rinsaldata ad ogni passo di vita, ad ogni conquista maturata, ad ogni evoluzione psicologica od emotiva.
Certo se sentiamo che la persona con cui condividiamo una parte della nostra vita e' completamente assente al rapporto possiamo e dobbiamo verificare se non sia una distrazione di un desiderio od invece una lontanza completa in ogni parte del nostro essere.
Ma possiamo rendere estraneo quello che e' stato dentro di noi?
Se per andare avanti ci rendiamo costretti ad eliminare quello che ha fatto parte della nostra vita forse questo e' davvero necessario, ma deve essere il frutto di una completa verifica di non avere piu' nessuno scopo in comune, di non avere piu' nessun piacere nella vicinanza, nella intimita' che con gli anni non e' piu' una coppia di gambe incastrate ma un plaid sul divano un po' bisunto ma caldo e comodo.
Il mio desiderio e' di conitnuare a condivedere tutta la mia vita con la persona con cui sono al fianco adesso. E questa scelta si rinnova ogni giorno, non viene messa in discussione ma ha bisogno ogni giorno di un incontro, spesso di uno scontro ma di una relazione fra persone per mantenere l istituto della famiglia che ha valore non come ordine divino ma come espressione di comunione fra gli esseri umani.
E non una famiglia esclusiva che elimina gli altri e quindi elimina anche il partner.
Una famiglia in cui ogni partecipante ha i suoi amici per andare a giocare a pallone, fare shopping o qualsiasi altra cosa.
La coppia e' il primo principio di evoluzione della razza umana, non solo come l' espressione di vita e di conitnuazione della vita ma come espressione psicologica della crescita personale.
Ma puo' contenere anche tutto il mondo vissuto da ogni partner in modo autonomo ed indipendente senza nulla togliere alla coppia anzi arricchendola come puo' fare un figlio fisico, una esperienza.
E se scopriamo che non possiamo condivere tutto allora vuol dire che la coppia funziona,che siamo in due nel mondo legati indissolubilmente nonostante ogni ordine divino o morale.La coppia come compagna nella vita, non l'altro. Ma la coppia come nuova entita' superiore alla somma delle parti.
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