Insomma una retrospettiva che vorrei fare anche io adesso perche' sto assumendo che noi siamo la nostra storia. In verita' piu' che la nostra storia siamo la memoria che noi abbiamo della nostra storia e sappiamo che la mente tende a cancellare episodi e momenti che riteniamo poco significativi ed invece rimane vivida e piena di dettagli quegli episodi che hanno smosso le nostre emozioni e sopratutto che emozionandoci hanno formato la nostra identita'. Si perche' in fondo non possiamo essere altri che quello che ci e' successo, o meglio quello che abbiamo vissuto, o meglio quello che ricordiamo che abbiamo vissuto.
Ma ho anche un'altra idea che la memoria non sia altro che l'immaginazione che si confonde.
Spesso usiamo la memoria per il passato e l'immaginazione per il futuro; per un futuro possibile od impossibile. La divisione fra possibile ed impossibile e' l' idea di noi stessi: la nostra identita' e le regole che ci siamo dati sul mondo e sul nostro rapporto con esso.
Vorrei tirare un sospiro di soddisfazione al pensiero di essere quello che sono anche se a volte non sono colui che immagino vorrei essere...
Se voglio immaginare di essere qualcuno diverso da quello che sono devo riscrivere la mia memoria, come un nuovo romando ma vorrei fare un inchino ed un applauso ad ognuno di noi che e' quello che e' e che a volte pensa di non poter mai diventare nessun altro.
Siamo un po' cinici ma Gurdjeff ci definirebbe degli Obyvatel:
"Coloro che sono sulla via oggettiva vivono semplicemente nella vita. Sono quel che si dice brava gente. Per essi non vi è alcun bisogno di metodi o sistemi particolari; basandosi su sistemi intellettuali e religiosi ordinari, sulla morale ordinaria, essi vivono secondo la loro coscienza.
Non fanno necessariamente molto bene, ma non fanno alcun male. Si tratta talvolta di persone molto semplici e senza una particolare educazione, ma che comprendono molto bene la vita, hanno una giusta valutazione delle cose e un giusto punto di vista. Sia ben chiaro, essi si perfezionano ed evolvono. Solo che la loro via può essere molto lunga con molte ripetizioni non necessarie.
[...]Si dimentica sovente che molte persone, incapaci di organizzare la propria vita e troppo deboli per lottare per dominarla, sognano le vie o ciò che essi considerano come vie, perché si immaginano che sarà per loro più facile della vita, trovando in un certo modo una giustificazione alla loro debolezza e al loro eterno difetto di adattamento. Chi fosse capace di essere un buon obyvatel, sarebbe certamente più utile, dal punto di vista della via, di un 'vagabondo' che si immagina di essergli superiore.
Do il nome di 'Vagabondi' a tutti i componenti della sedicente 'intellighentsia': artisti, poeti, tutti i 'morti di fame' in generale, che disprezzano l’obyvatel e al tempo stesso sarebbero incapaci di esistere senza di lui. La capacità di orientarsi nella vita è, dal punto di vista del lavoro, una delle qualità più utili.
Un buon obyvatel è di levatura tale da far vivere con il proprio lavoro almeno una ventina di persone.
Cosa può allora valere un uomo che non è capace di fare altrettanto?.
[...]Quando dico che un obyvatel è più serio di un 'vagabondo' o di un
'lunatico', intendo dire che un obyvatel, abituato a maneggiare valori
reali, valuta le possibilità delle 'vie', le possibilità di
'liberazione' e di 'salvezza' meglio e più velocemente di un uomo che
per tutta la sua vita è prigioniero del solito cerchio di valori
immaginari, di interessi immaginari e di possibilità immaginarie.Per l’obyvatel, quelli che vivono di illusioni e soprattutto con l'illusione di essere capaci di fare qualche cosa, non sono seri. L’obyvatel sa che essi non fanno altro che ingannare la gente che è loro intorno, promettendo Dio sa cosa, mentre in realtà stanno solo sistemando le loro piccole faccende, o molto peggio, pensa che sono dei lunatici, gente che è sempre pronta a credere tutto quanto vien loro detto".Da Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto, P.D.Ouspenky
Possiamo diventare chi vogliamo in fondo ma prima abbiamo il compito del primo compito: imparare a vivere. Arte difficile ed a volte noiosa ma necessaria per poter poi andare oltre la nostra memoria, oltre la nostra immaginazione, oltre il nostro futuro.
Bisogna risolvere la materia nella materia per poterla poi risolvere ad un nuovo livello, ovvero prima di diventare qualcuno o qualcosa, di creare, impariamo a camminare nel mondo, abbracciamo la nostra coscienza che e' il nostro mondo, accettiamo la prigionia della realta' ed organizziamoci prima, poi andremo oltre.
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