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domenica 8 novembre 2015

La strada maestra

Anni fa in un momento in cui stavo iniziando a fare di nuovo business, dopo un pessimo periodo lavorativo, incontrai un concorrente che mi disse: "vedo che ti sei rimesso in carreggiata".
Quella frase mi resto' impressa perche' da allora mi fu piu' chiaro di prima che ci sono molti modi per fare le cose, ma alcuni sono quelli piu' convenienti e diretti, appunto come una strada maestra, ovvero una strada con carreggiate, ed esserci su vuol dire andare nella direzione giusta.
E ieri trovandomi senza respiro, sdraiato per terra, cercando, senza riuscirci, di arrivare sul ciglio del burrone, mi son reso conto che senza una strada segnata da seguire il percorso diventa difficile, forse impossibile.
Quindi se io non seguo la strada segnata da qualcun altro non riesco a muovermi? Mi perdo?
E perche' vicino al vuoto il terrore mi blocca in modo prepotente? E come si fa a salire in alto se c'e' tanta paura del vuoto sotto? Per salire bisogna muoversi in alto, ma alto esiste solo come distanza dal basso e quindi come riuscirci se il mio corpo rifiuta la verticalita'?
Seduto qui sulla mia sedia solo a ripensare alla vicinanza del precipizio si blocca il respiro di nuovo, come se davvero fossi in pericolo, quando poi non lo ero nemmeno li, sopra la montagna spaccata di Gaeta, anche se i pochi centimetri di distanza dal salto di 150 metri sul mare pulsavano adrenalina in circolo.
L'adrenalina ti stanca, e' come un turbo che scarica il tuo sistema in pochi secondi, che in una vita primitiva forse ti salvavano la vita ma adesso sono solo reazioni improprie, o forse no.
Come dice Jovanotti la vertigine, forse definitivamente, non e' paura di cadere ma paura di volare. E se si dice volere o volare... forse possiamo usare la nostra volonta' di Icaro per sfidare gli dei, ma dobbiamo usare la arguzia di Dedalo per non cadere con le nostre ali di cera della nostra volonta'.
Il respiro riusciva a riprendersi solo unendosi alla risacca del mare, respiro della terra incessante ed armonico, che riprendeva il mio corpo e lo salvava dalle trappole mentali delle nostre fatue volonta', del nostro smarrimento nel cammin di nostra vita, nel passare oltre il sentiero nel bosco indifferente alla volonta' umana.
Nella montagna spaccata di Gaeta c'e' un monastero e un giaciglio di pietra dove dormi' San filippo Neri che invita gli uomini a volare bassi, strana affermazione per chi ha vissuta una vita dormendo su una roccia a strapiombo sul mare.
E poco piu' su nel punto piu' alto del monte Orlando il Mausoleo di un console romano tenuto in perfetto stato, anche se svuotato dai suoi millenari tesori, circolare ed imponente come la vita del console che fece di Roma la storia con atti e gesta politiche e militari giuste.
E nella montagna spaccata dal dispiacere della morte di Gesu' cristo e' stata costruita un'opera ciclopica militare dalla nuova Italia sabauda alla fine dell’800, una batteria militare per poter colpire navi nemiche nascondendosi nella vegetazione ed usata durante la seconda guerra mondiale da basi tedesche che pero' non hanno sparato nessun colpo per difendere una postazione divenuta inutile appena costruita per il cambio delle tattiche di guerra.
L'opera e' pero' servita a tante coppiette di Gaeta per vivere l'amor profano, a detta della guida, volontaria, ed e' verosimile essendo una costruzione nel ventre della montagna completamente buia ed appartata ma come un budello lungo addirittura 600 metri che costruito per la guerra ha celebrato solo l'amore.
Infine la grotta del Turco in cui il respiro del mare si quieta invitando i corpi ad immergersi nel suo mare splendido, a ritrovare l'unione fra aria roccia ed acqua con il piccolo essere umano che spesso ha bisogno di guide e di esperti per conoscere l'opera di altri uomini, ma ha bisogno solo di respirare profondamente e svuotare la mente dai virus dei pensieri alieni per tornare a fondersi con una natura fiera libera e perfetta.



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