Nel cinema neorealistico italiano veniva inquadrata una nazione distrutta da una guerra cretina, persone uccise impoverite e impaurite iniziavano di nuovo a combattere una guerra di sopravvivenza quotidiana che era molto piu' sensata di quella cazzo di guerra mondiale decisa da quattro stronzi.
Era una ricerca di fuga dal dolore, una sacrosanta ricerca di fuga dal dolore.
Ma la sofferenza di piu' generazioni rimaneva indelebile nel marchio di fabbrica di molti italiani e quindi a quelli che si facevano tentare da miraboliche vite da consumatori felici che all epoca rappresentavano una reale liberta' (vedi auto, lavatrice etc..) dai limiti quotidiani c'era una parte invece cattolica che richiamava alla sofferenza quotidiana dovuta in attesa del paradiso eterno e si affacciava un nuovo richiamo piu' radicale, piu' chic di una sofferenza per i mali del mondo. E quindi veniva trasmessa una dolorosa presa di coscienza per i piu' intelligenti e sensibili che il male del mondo non poteva essere ignorato ma anzi indicava nella sua sofferenza una altezza di spirito e di intelletto oltre la massa consumistica e gretta. A volte si dice in tono canzonatorio:"beato te" sottitentendo che non capisci il mondo e quindi non ti preoccupi delle sue disgrazie e quindi non ti fustighi abbastanza...
Anche io ero caduto nella trappola un po' dandy e decadentistica del dolore esistenziale, della sfiga come elemento centrale di convivenza col dolore, di capacita' eroica di sopportare le angherie della vita e di accogliere le sofferenze di tutta l'umanita', questo ovviamente non facendo una beata fava per aiutare qualcuno o migliorare qualcosa.
Adesso ci risiamo, si inizia dalla psicoanalisi vomitando sui propri genitori e tutti i loro danni enormi, si passa al governo ladro e ad ogni "altro", diverso da noi, come il male di tutto il mondo e quindi anche il nostro. Una cecita' assoluta e devastante.
Il dolore diventa il nostro compagno e quando ci confrontiamo col mondo cerchiamo la felicita' e portiamo in dono il nostro dolore...
Ma cosa puo' scatenare il dolore se non altro dolore? Come puo' uno schiaffo far reagire con un bacio?
Sarebbe bello potersi liberare da questa zavorra nauseabonda con cui spesso ci confondiamo ma che invece non ci appartiene, la leghiamo con la corda del passato e la trasciniamo sulle nostre spalle perche' vogliamo dimostrare quanto siamo sfortunati, vittime e poverini, in cerca di comprensione e di amore.
E quando qualcuno con cui ci confrontiamo vede il nostro carico di dolore magari riesce ad avere un moto di compassione, di comprensione e allora noi tiriamo dallo zaino un pezzo di dolore e glie lo tiriamo perche' cosi' possiamo far vedere che ce ne stiamo liberando, che lo stiamo condividendo e questo non fa che scatenare rabbia, tristezza e altri sentimenti negativi e il nostro zaino nauseabondo riprende a riempirsi di ...merda.
Il dolore non e' mai elegante, non e' un sentimento che abbiamo vissuto e che continuiamo a portare con noi invece di buttare subito immediatamente lontano da noi, per poter essere liberi di dare amore e di riceverlo.
Possiamo comprendere il dolore del mondo e possiamo iniziare a liberarlo davvero iniziando dalla persona piu' importante: tu.

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