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lunedì 7 ottobre 2013

La massa critica

L altro giorno ho visto su Sky un programma che parlava degli esperimenti dello psicologo Harry Harlow e delle sue scimmiette.
Certo un po' il cuore si e' stretto vedendo quelle scimmie neonate correre verso le mamme feticcio, vi consiglio di vederlo per capire che cosa sia l' amore, si il cibo era necessario ma le scimmiette cercavano il contatto fisico...
Poi ho trovato un altro esperimento sulle scimmie: quello delle cento scimmie e della massa critica.
Ovvero scimmie che su un isola hanno imparato una nuova capacita (quella di sbucciare le patate) hanno impiegato qualche tempo ma, dal giorno che anche l ultima scimmia dell isola ha imparato, immediatamente e senza nessun contatto fisico o visivo le scimmie delle altre isole hanno assunto questa capacita'.
Insomma la consapevolezza si e' tramessa non appena si e' raggiunto un determinato numero.
La massa critica trovo che sia un concetto divertente: me lo immagino come la sfera di un mago che portiamo in mano e ogni tanto la guardiamo per vedere i nostri miracoli e mi chiedo: quale e' la nostra massa critica?
Ovvero quali azioni compiamo, quanto impegno mettiamo, quanta ostinazione, quanta veemenza per realizzare i nostri sogni?
O piu' spesso ci disperdiamo nei nostri doveri, che li usiamo come cuscini alla nostra mollezza caratteriale?
Come cinture di castita' per la nostra pulsione al diritto divino della nostra felicita'?
Riesco a far seguire ogni mio desiderio da un azione costante? da una strategia efficace o da una nuova nel caso di fallimento della prima, ma senza desistere? Un sospiro e via, di nuovo, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, pensiero dopo pensiero, emozione dopo emozione verso i miei sogni.
Abbiamo bisogno della massa critica, quella che precipita il pensiero, il sogno nel mondo materiale.
Che fa diventare materiale la nostra idea, che trasmuta il piombo della nostra esistenza nella risata liberatrice dell alchimista picchiato ed umiliato lontano da casa ma finalmente libero dalla sua ricerca ossessiva. Tony Robbins le chiama azioni massive per indicare un peso specifico alla nostra attivita'.
Certo ci vuole forza, almeno un po', ma la domanda e': che cosa starai facendo fra 10 anni?
Spesso ci perdiamo a fare un progetto in cui annulliamo la nostra esistenza in nome di un risultato nel futuro, in un domani che e' sempre dietro una "svolta".
Ma non ci sono angoli retti, anzi spesso sono curve, iniziamo la curva, iniziamo il nostro progetto, facciamo oggi quello che vogliamo fare ogni giorno ed ogni azione scalpella il nostro essere.
Ci sono mille dubbi ed incertezze, ma l unica e' che ogni nostro successo o fallimento un giorno finira' e quello che possiamo lasciare e' un granello di sabbia per formare una gigantesca massa critica di persone consapevoli di una vita migliore, di un esistenza spesa giorno dopo giorno.
A volte aspettiamo di essere qualcosa per fare qualcos altro ma iniziando invece a fare qualcosa ci troveremo ad essere quello che vogliamo.

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