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lunedì 14 ottobre 2013

Procastinare con classe

Se ne parla fin da piccoli che non bisogna rimandare a domani quello che si puo' fare oggi, eppure lo si fa, a volte spesso a volte ogni tanto, ma e' inevitabile.
Rimandare a domani e' un messaggio del proprio io che dice: sto bene cosi';
o meglio, anche se so che DEVO fare quella cosa decido di farla domani, ovvero decido di non farla adesso, ovvero decido di NON farla, con un barbatrucco mentale.
E la mente va in loop perché tradita da questo inganno dialettico, scatena una depressione cronica, un assorbimento di energia enorme che prosciuga ogni energia, di fatto, impedendoci di compiere quell azione anche in futuro, o solo in condizioni di estrema urgenza. E giu' siti e siti a spiegare come risolvere questa situazione, la societa' produttiva che bacchetta la pigrizia.
Ma e' davvero pigrizia? ansia da prestazione? depressione latente? mancanza di energia? Forse tutto questo insieme o a volte l'uno ed a volte l'altro.
La mia sveglia e il suo tasto SNOOZE sono stato il test della mia grande capacita' di procastinazione: con l'intervallo a 9 minuti (tanti anni fa non era programmabile) sono arrivato a schiacciarlo fino a 20 volte in una mattinata.
In questo periodo sto riniziando, mi rendo conto quando si riaffaccia alla mia mente l' ossessione per la super agenda cartacea.
Ho seguito e letto vari libri sul time management ma questi danno l'assunto che l'azione sia da seguire senza indugio ma e' proprio questo il punto, quella mancanza di energia per l azione che ci viene richiesta, spesso, il piu' delle volte e' un' azione che abbiamo deciso noi, ma poi a quel colloquio di lavoro arriviamo con notevole ritardo, quell appuntamento con quella bionda, provato mentalmente decine di volte e mai realizzato. Non serve la super agenda, serve un nostro clone che ci sostituisca per quel compito poco importante, noioso, non chiaro, inutile, forse odioso checi aspetta.
E noi lo mettiamo a domani come se aspettassimo lui che venga a noi per risparmiarci l enorme fatica dell'azione. Non possiamo permetterci di soffrire nonostante i nostri sensi di colpa.
Credo che bisogna raccogliere il coraggio per cambiare idea, per annullare completamente quello che non vogliamo faccia parte del nostro presente, forse e' un atto di irresponsabilita' ma se il nostro io rifiuta l'azione perché un dovere, di qualsiasi tipo sia costretto a violentarci?
Abbracciamo quell azione che viene rimandata, stiamo solo evitando il dolore, stiamo proteggendo noi stessi dal giudizio altrui, dalla ansia del risultato e quindi se gia' si e' formato il buco nero energetico questo vuol dire che quella cosa non deve far parte di noi e il fatto che ci sia e' un problema che va risolto ma non gia' facendo la cosa ma trovando il modo di eliminarla, eliminarla subito, non solo dal nostro oggi ma anche dal nostro domani.
Se la rimandiamo non ce ne frega niente, se non ce ne frega niente, vuol dire che siamo egoisticamente sani e per questo meritevoli di poter dire:
questa cosa la faccio domani, e se domani non mi va di farla nemmeno domani tanto vale non farla mai piu': cancellata dall agenda e dalla mente e dal cuore, un bel respiro!

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