Leva il Muccino di torno. Si hanno fatto un film sulla figura del "formatore" del motivatore, del guru o di come ognuno lo voglia chiamare. Insomma della figura fuori degli schemi occidentali del maestro di turno.
Dai tempi della newage a quella della crisi del sistema ci sono state persone che hanno segnalato la loro capacita' di risolvere i problemi e quindi di risolvere la vita propria e degli altri.
Ognuno sbandierando con personalita' e carisma la propria ricetta.
Alcune risuonano di piu' con le nostre idee e le nostre speranze, altre sembrano piu' lontane dalla nostra idea di felicita' ma di certo tutte sembrano possibili e realizzabili.
Ed ecco che le scuole di ricercatori di coscienze, di spiritualisti, alternativi, aspiranti maghi, sfigati sociali, si rivolgono a centri in cui sventola la bandiera della conoscenza.
Una bandiera come quella dei pirati che navigano a vista e tutti li sfuggono tanne quelli che vogliono andare oltre le barriere convenzionali della propria vita.
Ma puo' essere un errore cambiare bandiera per sfuggire alla vecchia bandiera del conformismo che non ci soddisfa appieno.
Puo' essere una rivoluzione a meta' che ci smonta le nostre ultime sicurezze senza per questo realizzare il sogno di potenza della propria personalita' che e' quella che ognuno cerca.
Ovvero un diritto alla felicita' ed alla comprensione della propria persona nella sua integralita' anche quella piu' originale ed unica.
E questo spesso accade perche' i nuovi centri di ricerca sono veramente interessati a te ed alla tua storia e quindi ti si ascolta e ti si accompagna verso una piena consapevolezza dei propri diritti.
Ma e' nel momento della risalita verso la propria determinazione che si scopre la nuova ragnatela di credenze e di nomenclature e di regole altre che permeano la nostra nuova consapevolezza.
E si riparte alla ricerca del nuovo guru e del nuovo maestro.
E fin qui tutto bene ma, secondo me, il punto di svolta e' nella domanda da porre ai maestri che si incontrano:
cosa fare e' quello che si chiede ma la domanda giusta e' come fare.
Perche' nessuno puo' indicarti cosa se non per manipolare la tua vita ma di certo ogni maestro puo' dirti come fare perche' sicuramente il metodo puo' essere uno strumento valido anche se poi va personalizzato per le esigenze di ognuno.
E poi parliamoci chiaro noi stiamo cercando proprio il maestro piu' importante: noi stessi.
La nostra storia, la nostra scoperta, la nostra realta', il nostro progredire (o regredire).
La figura del coach e' quella piu' bella ed ambita in ognuno di noi che abbiamo partecipato ad ogni forma di formazione extraufficiale.
Perche' se abbiamo un valore nel nostro pensiero questo ce lo da l'etichetta del nostro studio classico.
E se invece abbiamo fatto strade alternative di conoscenza la possibilita' di dire agli altri quello che devono fare, il fatto di avere ragione apriori e' un desiderio troppo bruciante per il nostro ego per non poterlo coltivare.
Quindi chiudiamo le orecchie ed apriamo gli occhi: seguiamo i nostri maestri e cerchiamone di nuovi ma seguiamoli per quello che fanno non per quello che dicono; spesso corrisponde e spesso no.
Ma prendiamo l'esempio delle azioni di chi stimiamo e seguiamole e cerchiamo di riprodurle se ci piacciono.
Le parole sono le azioni per i nostri pensieri, ma le azioni fisiche e reali sono l'espressione della nostra umanita' nella manisfestazione piu' divina di intervento nel e con il mondo.
Se vogliamo seguire dei maestri facciamo quello che fanno loro, se siamo in grado di farlo, se ci piace, se ci interessa.
Facciamoci indicare come fare le cose non le cose da fare, queste scegliamole noi e se non sappiamo cosa fare ancora meglio possiamo iniziare da subito.
Quale sara' la tua prossima azione?

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