Una pura formalita' |
Rivedere il mio amico di infanzia dopo oltre 30 anni mi ha dato la conferma che il tempo e' molto relativo: dinoccolato, delicato, stesso ciuffo, stesso sorriso timido: Marco e' uguale adesso a 44 anni di quando ne aveva 12 e abitavamo nello stesso quartiere: Mercatello a Salerno.
Ci vediamo in centro per un caffe', uno sguardo un' abbraccio e sembra che il tempo non sia passato mai eppure abbiamo una vita da raccontarci.
C'e' subito una sintonia, forse maggiore di quella di una volta, iniziamo colla lista delle persone: "ma quello alto che giocava sempre a tennis?" e quell'altro, e tizio e caio e sempronio e gli altri e le altre? Quello del primo piano, quello del garage? "Piritiello" il cane che ci rincorreva sempre? e Gennaro, Maurizio, Dario, Peppe, Michele e altri....eh ma a pallone sei sempre stato negato!Ridiamo.
Nel bar la commessa litiga con la proprieta e urlano; pare che manchino dei soldi in cassa e forse anche noi abbiamo qualche sogno che ci siam persi. Lavoro, soci, debiti, tasse, moglie, figli....
Usa una bella frase Marco: "mia figlia e' in gamba", non avevo mai sentito una frase cosi' di stima e di rispetto per un proprio figlio, che in genere diventa moto di orgoglio e di sfida al mondo per tutte le cose che ci sono mancate, ma in questo caso invece indica una grande maturita'.
Il governo: pazzi incoscienti, equitalia? si attaccano tanto non ho nulla da perdere.
Io racconto le mie disavventure, simili alle sue, qualcuna peggiore, alcune piu' fortunate.
Poi mi parla del suo miracolo, del controllo, unico e assolutamente fortuito di 3 anni prima che gli fa scoprire un tumore appena iniziato e si salva la vita.
E come spesso accada bisogna incontrare la morte per riconoscere la vita.
Bisogna incontrare un'altro per riconoscere parti di se che ci accompagnano come un'ombra che sta sempre alle nostre spalle e non ci giriamo mai a guardarla.
Sara' cosi' un attimo prima di morire? Ripassare con poche pennellate i momenti piu' importanti? Una sequenza di pochi minuti per una vita di giornate e nottate di affanni e pensieri?
Non so, ci siamo salutati colla promessa di vederci presto ma forse passeranno altri 30 anni e ci ritroveremo in un altro presente a sorriderci e sentirci vicini, a confrontare i nostri racconti di vita, a cercare nello scambio di vederci, di vedere noi stessi e scoprire che siamo proprio uguale a come eravamo da bambini: senza maschere, senza giudizi: nudi di fronte alla vita.