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martedì 31 dicembre 2013

Caro diario

Oggi ti scrivo, cosi' mi distraggo un po'...l'anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.....Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione...
Si aspetta il futuro e questo ci passa affianco come un treno nella direzione opposta, sbattendoci con un colpo di vento sul finestrino.
Una volta i diari erano segreti, segregati, con lucchetti e perennemente nascosti.
Era solo la migliore amica quella a cui noi aprivamo il magico mondo del diario, dei nostri segreti piu' intimi, e spesso questa o questo li tradiva, ci ricattava e tormentava.
Altre volte il diario ci ha fatto sorridere, quando lo abbiamo ritrovato dopo anni, con la soddisfazione di aver passato quelle antiche sofferenze che ci hanno fatto riflettere per ore nelle pagine bianche della nostra intimita'.
E adesso di nuove ci angustiano ma non abbiamo piu' il tempo per il nostro diario.
Ormai i tempi cambiano e cosi' il diario diventa Organizer, con anelli: metti e togli, per appuntamenti e scadenze, il nostro diario diventa facebook, sfacciato ed invasivo come ogni nostra volonta' di esibizionismo sociale per avere un sacco di "ilike", per avere almeno 500 amici a cui confidare i nostri segreti piu' intimi.... e siamo noi stessi a raccontare i nostri segreti.
Ma li raccontiamo tutti? E' davvero la stessa cosa confidarsi, lasciarsi andare a pensieri personali e custodirli gelosamente e condivederli con il mondo?
Forse lascerei le agende e gli organizer a chi ha molti ruoli, lascerei facebook a chi cerca curiosi guardoni delle disgrazie altrui e prenderei anche un diario, un bel diario di fogli bianchi, magari con il giorno inciso sopra su cui suggellare i pensieri belli e i pensieri brutti del giorno che finisce col tramonto, che si perdono nei sogni della notte.
O forse non lascerei nulla, ma aggiungerei quel quaderno dei pensieri intimi su cui possiamo profondamente tracciare i segni della nostra anima, quella che non puo' essere social senza perdere un po' di trasparenza.
Possiamo con-fidarci a noi stessi, prendendo il tempo per i nostri pensieri, alleniamo la nostra comprensione, scarichiamo le tempeste emozionali che si agitano in modo improvviso. Rendiamo esterno a noi la nostra parte piu' profonda e rileggendola a volta la riconosciamo per la prima volta. Rinnovando un patto di lealta' con la nostra intimita' che e' amica vera, modesta e silenziosa e che se anche si traveste di solitudine essa puo' essere abbracciata senza restarne prigionieri.

mercoledì 25 dicembre 2013

Una splendida giornata

Cantava Vasco Rossi e noi la cantiamo con lui? "..Cosa importa che sia finita?--- straviziata... stravissuta...".Natale, da domani di nuovo le giornata iniziano ad allungarsi, il sole a restare qualche minuto in piu' da noi, anno che finisce e anno che inizia.
Letterine a babbo natale e buoni propositi per l'anno in arrivo.
Come in un labirinto: di nuovo seduti davanti alla frutta secca a rompere gusci a sentirsi un po' gonfi, un po' annoiati, un po' rilassati e un po' incazzati per un anno che e' passato in un batter di ciglia fra questo panettone e quello di un anno fa.
Ho letto un libro :"il miglior anno della tua vita" che ci aiuta a preparare un anno speciale, unico e migliore dell anno passato.Vale la pena di leggerlo se non altro perche' ci fa' rendere conto che spesso teniamo a mente solo gli episodi negativi e non diamo importanza a quegli episodi in cui invece ci siamo divertiti, abbiamo goduto e hanno avuto il bollino blu di esser degni di esser vissuti.
Se ci fermiamo a respirare, ci sono questi lampi, questi magic moments; creiamo il filmato nel cinema immaginario della nostra mente: montiamo le scene migliori, aggiungiamoci una gran colonna sonora e facciamoli scorrere, tagliando, aggiungendo e modificando un po' gli elementi del film della nostra vita, del nostro ultimo anno.
Lo faro' in questi giorni: spariro' fra un pranzo ed una cena e con un taccuino andro' senza telefono, come rapito dagli alieni, a consacrare i migliori momenti dell anno passato.

Rendero' grazia anche ai peggiori momenti e stilero' una piccola classifica dei 10 peggiori e dei 10 migliori e spesso negli anni passati quando l ho fatto mi son reso conto che l anno vissuto e' stato degno ma sopratutto che avrei potuto mettere un elenco delle mie migliori intenzioni per l'anno in arrivo.
E' importante anche fare altre considerazioni sul come dividere gli ambiti della nostra vita, ma vi invito a leggere il libro, e' un investimento di pochi euro e qualche ora di lettura che torna bene.
Per me intanto urlo al mondo che la mia linea guida per il 2014 sara':
che piu' invecchio e piu' divento forte, come un albero! e per questo prendero' cura del mio corpo con allenamenti costanti, meditazione quotidiana, e con analisi e checkup completi.
Un'occhio anche per la cura di se con aggiornamento del guardaroba e informazioni sul trapianto dei capelli.
Mi prendero' cura della mia famiglia aumentando le gite e i viaggi per sviluppare senso critico e conoscenza ed intimita'
Faro' un po' piu' di chiamate ad amici che sento poco e faro' un po' di social, organizzare e partecipare a piu' eventi.
Per la ricerca pubblicare il blog, seguire un corso per diventare consuelor, e partecipare agli stage sigmasofia.
In ultimo ma non ultimo sul lavoro avviare i due progetti cardini degli sviluppi futuri:
siti web sulla mobilita' e immobiliare. Per l'azionario continuare a studiare.
Forse sono intenzioni poco dettagliate ma mi fido della mia mente cibernetica: ovvero so le direzioni in cui devo impegnarmi, posso aiutarmi con l'immaginazione a sentire e immaginare gli stati futuri in cui ho realizzato le mie intenzioni e poi fidarmi di me e trovare i flussi di energia che mi portano a realizzare, ma sopratutto, ad agire per realizzare i miei progetti.

lunedì 16 dicembre 2013

Chi ha paura del buio?

Si spegne la luce eil nero diventa il velo da cui usciranno fantasmi e demoni affamati, i peggiori mai visti, zombie e ladri, stupratori e scarafaggi saranno su di noi in un attimo.
Abbiamo pianto di notte e siamo rimasti immobili nel letto come fosse una corazza contro il mondo dei cattivi, fuori in attesa, all angolo del corridoio, dietro la porta, scivolati chissa' da dove ma quasi con certezza presenti.
Click la luce si accende fulminando in un istante tutti i mostri.
Click e nel buio ogni passo accelera il cuore fortissimo.
Click la luce da ragione alla nostra ragione: non c'e' nessuno!
Click eppure accelero il passo perche' da dietro potrebbe...
Click luce accesa e mi giro, no solo un'impressione...
Click nel buio un passo ma il cuore in gola.
Click accendiamo la luce: tutto ok, ma adesso facciamo qualcosa di nuovo: lasciamo la luce accesa e chiudiamo gli occhi... tutto ok vero? Chiudiamoli fortissimi in modo da evitare ogni bagliore della luce e poi spingiamo il dito: click spegniamo la luce...
Tornano i mostri? forse adesso qualche respiro in piu' lo abbiamo perche' abbiamo riconosciuto il buio, il buio non e' solo fuori di noi ma anche dentro di noi.
Proviamoci e riproviamoci: mischiamo il buio degli occhi chiusi con il buio di case solitarie, magari continueremo ad avere i brividi, ma i mostri saranno piu' lenti.
Forse riusciremo a controllare il nostro respiro ed avremo abbastanza tempo per chiederci: da dove arrivano questi mostri? Chi l ha portati nel mio buio? E' davvero il buio, quello che non ri-conosciamo un mostro? E se nel buio si nascondessero angeli di bellezza superiore? Forse anche i mostri vogliono essere abbracciati, vogliono abbracciarci con affetto senza stritolarci.
Nel buio rimaniamo soli e questo ci spaventa con mostri enormi ed affamati.
Ma restando soli possiamo avere la scintilla nuova di abbracciare l'ignoto, i mostri generati dal nostro cuore possono tornare a dormire perche' non abbiamo bisogno di loro adesso, come fossero guardiani che ci spingono alla luce per non farci perdere in noi, ma noi possiamo andare oltre e scoprire l' ignoto, scoprire quello che i nostri occhi non vedono, che le nostre emozioni fuggono.
Possiamo camminare nell' oscurita' solitaria e trovare i tesori nascosti di angeli numinosi.
Mischiamo il buio interno ed il buio esterno, e riprendiamoci il respiro per un cammino che non ha bisogno di coraggio ma solo di pazienza e piccoli passi verso un mondo nuovo, un mondo in cui non abbiamo bisogno di luce perche' la luce diventiamo noi.

domenica 8 dicembre 2013

Sei gradi di separazione

Spesso pensiamo tristi e solitari che il mondo crudele e cattivo non potremmo mai cambiarlo..., che ci sara' sempre gente crudele e guerrafondaia, avara e maligna e noi non potremmo mai migliorare il mondo.
Ebbene con la teoria dei sei gradi di separazione arriva una fantastica notizia:
noi con soli sei passaggi possiamo contattare qualsiasi persona nel mondo.
Presidente degli stati uniti? con 6 persone che ci aiutano a farlo e' possibile.
Servono le conoscenze? Non piu', con 6 persone noi possiamo finalmente avere a che fare con chiunque direttamente, per non parlare tramite internet (su Facebook bastano 4,4 persone).
Infatti si chiama anche teoria del mondo piccolo ed in effetti pensare che noi possiamo essere cosi' facilmente in contatto e' quasi meglio dell entanglement di cui tutti parlano ma che non riusciamo a digerire completamente.
E quindi questo mi porta dritto al cuore del discorso, siamo tanti e siamo pochi e siamo tutti in relazione, ma se in fin dei conti non fossimo che pre-destinati? Se in verita' il nostro libero arbitrio non si occupasse che di piccole scelte rispetto ad un destino gia' segnato in precedenza?
Come un piccolissimo villaggio in cui i ruoli sono gia' assegnati ad ognuno alla nascita.
E se comunque non lo conosciamo, che valore ha se tutto e' gia' scritto ma io non lo so?
Credo che siamo esseri spirituali venuti a fare una esperienza corporea e che quindi leggere il futuro, vedere nell oltrasensibile sia un esercizio e poco piu'.
Siamo sicuri di usare i nostri sensi, seppur limitati, al meglio? O restiamo nella maggior parte del tempo ipnotizzati dal nostro pensiero senza vivere il mondo che ci circonda pienamente? Se vivessimo pienamente il mondo, le relazioni, se respirassimo ogni respiro annusando l' aria che ci tiene in vita allora si, le nostre capacita' diventerebbero enormi: non ci sarebbe piu' comunicazione e telepatia, futuro e passato, vivremmo in un onda che contiene tutto e potremmo goderne.
Entreremmo in un nuovo stato, sconosciuto, uno stato buddico, ma non serve fuggire dalla vita, ritirarsi da ogni stimolo urbano, scappare dalla relazioni; queste sono menzogne di chi detiene un primato spirituale e non vuole diffondere un benessere profondo.
Anzi, usando le nostre facolta' con una vigile attenzione normale e con apertura al mondo torneremmo ad essere i semidei che hanno popolato tutte le nostre leggende.
Ogni uomo nella storia ha avuto essere immaginari da imitare o temere.
Ma questi essere immaginari non siamo che noi. Non altri, non fuori da noi.
O se vogliamo essere platonici ed adempiere all'unita' allora si' tanto piu' saremmo divini senza ulteriore dubbio.
Se Dio e' uno e noi siamo una sua emanazione, siamo parte di lui, ma una parte di lui non vuol dire una riduzione ma una rappresentazione completa.
Una cellula ha tutte le informazioni per diventare un essere umano, noi abbiamo tutte le informazioni per essere un dio.
Se con 6 chiamate possiamo conoscere ogni singolo abitante del mondo, se possiamo usare i nostri sensi per scoprire il mondo, se tutto e' gia' scritto, allora siamo parte del tutto e in molteplicita' od unita' siamo divini.
Svegliamoci dall ipnosi continua delle preoccupazione e delle ansie, rallentiamo il respiro fino a cogliere l'attimo.
Dio ha soffiato nell argilla per creare l'uomo, ogni nostro respiro e' un atto divino, godiamocelo e riprendiamo il potere divino che ci compete, il mondo e' piccolo e noi siamo divini, con le giuste proporzioni tutto diventa possibile, tutto.




lunedì 2 dicembre 2013

Ecologia e picnic

Chiunqui ami la natura e cerca di riprendere un rapporto con essa puo' iniziare a vedere il film "picnic ad hanging rock".
L' ho visto tanti anni fa e pur avendone una copia non riesco a rivederlo.
Per timore, per quell'angoscia silenziosa che lascia una fine senza fine.
Non vi dico null' altro se non l avete visto, per chi l'ha visto lascio parlare le suggestione che il film crea. E mi chiedo se, io urbanizzato, civilizzato, illuminato dalle nozioni dell illuminismo che mi hanno liberato dalle catene della fede per ricercare una conoscenza nuova, piu' profonda, piu' libera, sia realmente capace di adattarmi alla natura, alla sua vera forza, alla sua indifferenza di matrigna altera.
Credo che l'uomo abbia abbandonato la Dea madre per tutta la fame che ha sofferto nell'antichita', scoprendo il padre divino, razionale, saturnino che ha permesso il vigore della caccia e sopratutto l agricoltura l' uomo abbia rinnegato la propria madre, come severa e crudele, ma sopratutto indifferente alle sofferenze del piccolo uomo.
Adesso, satolli di cibo e di vestiario rimpiangiamo la madre natura e ricerchiamo sentieri nel bosco da ripercorrere per immergerci nella folta boscaglia che ci riporta a silenzi antichi, a rumori bianchi di una natura incontaminata.
Magari su coste di montagna, allungando lo sguardo cosi' lontano come non credevamo i nostri occhi potessero farlo.
Si parla spesso di salvare la natura dall' uomo, di salvare Gaia dalla distruttivita' e avidita' fagocitata dal maschio guerriero e stupido che buca il terreno alimentando il suo benessere con il sangue della terra che e' il petrolio, inquinando l'acqua di cui facciamo parte.
E nelle nostre menti piccole chiudiamo l'acqua del rubinetto per non sprecarla, montiamo pannelli solari per non bruciare altro petrolio, insomma accarezziamo la natura dopo che la pugnaliamo ogni giorno.
E il mondo, la natura, il mare che ci hanno spaventato per secoli adesso sono quasi alla nostra merce' e quando finalmente pensiamo di poterne avere ragione ci si accorge di aver rovinato, forse definitivamente, il nostro rapporto.
Il mare spesso rappresenta la nostra coscienza e lo inquiniamo con gli scarichi delle fogne dei nostri desideri, delle nostre comodita'.
E allora vorrei unire i mondi quello della natura e quello del nostro inconscio.
Possiamo amare entrambi senza riconoscerli?
Possiamo distruggerli senza aver prima viaggiato in essi?
Non si puo' rispettare la natura non consumandola, si puo' rispettare la natura avendone timore, riempiendoci gli occhi e i polmoni quando siamo con essa sapendo che se restiamo troppo a lungo puo' ucciderci.
Non siamo completamente liberi di scegliere, escludiamo la natura o la civilta', e' come scegliere fra la razionalita' e la pulsione di vita irrefrenabile.
Abbiamo entrambre e creando un temenos nuovo in cui il rapporto fra la natura divina e aliena e il raziocinio guerriero e caldo non ci faccia sparire ma crearci di nuovo.
Un po' piu' legati alla nostra madre terra e al nostro padre spirituale, amando entrambi, se ce la facciamo.
In to the Wild


lunedì 25 novembre 2013

Un altro mattone nel muro

http://www.streetartutopia.com/?p=9045
Streetartutopia.com


Solo un altro mattone nel muro, uguale agli altri, squadrato, solido, regolare.
Ci hanno avvertito, ce lo hanno mostrato e alla fine lo hanno fatto: normalizzazione.
Ogni cosa deve rispondere ai canoni della "maggioranza". Ci hanno anche inserito il principio kantiano della legge morale: che quello che deve andare per me deve andare bene a tutti altrimenti non e' morale.. Ma davvero quello che piace a me deve piacere a tutti?
Davvero se non faccio quello che e' "giusto" quello che e' "normale" posso essere additato ed evitato ed addirittura punito?
Pare proprio di si.
E ci sforziamo di rientrare in un bell elenco di etichette dorate che ci piacerebbe ci venissero date come fossimo degli abitini di stilisti famosi.
Quasi che se non abbiamo le etichette di "felice" "bello" "ricco" "buono" "onesto" e chi piu' ne ha piu' ne metta siamo come scarti sociali.
Ci lamentiamo quando gli altri ci riconoscono o non ci riconoscono queste virtu' ma sopratutto siamo noi stessi a lottare e sudare affinche' ci vengano appuntate al petto come medaglie, appuntate al collo come etichette, scritte sulla fronte come una gogna sociale.
Ma siamo stati addestrati fin dai tempi della scuola ad uniformarci: appunto una uniforme che appiattisce la personalita', che rende tutti uguali e a ricasco del giudizio del maestro,
la cattedra che poi diventa lo scranno del parlamento, il pulpito del prete, la scrivania del direttore del personale.
Siamo educati ad ubbidire, a seguire le regole.
Ma dove inizia la liberta' dell altro e dove effettivamente finisce la nostra?
Dove e' la nostra espressione? dove e' il nostro cuore? dove e' il nostro senso di unicita'?
Ci viene richiesto di essere come gli altri e dedichiamo la nostra vita ad esserlo, e se a volte siamo peggiore degli altri questo ci tormenta e ci annichilisce e se siamo migliori ci sentiamo, in fondo, di non essere abbastanza meritevoli.
Bastano pochi anni di scuola e far dimenticare la nostra storia e ad accettare la storia degli altri. Ma dove sono le nostre paure? Le nostre emozioni? Possiamo tenerle con noi solo fino a che non ci prendono qualche ora, qualche momento, qualche secondo fra una lezione e l altra ma dobbiamo liberarcene non appena richiedono un maggiore impegno.
Come un male, una malattia da scacciare con una pasticca come se non ci appartenesse.
Eppure la malattia, la disperazione vogliono dirci qualcosa, qualcosa solo a noi, e non la dicono agli altri. E questo non va bene perche' non si paga il canone, non c'e' pubblicita' e quindi dobbiamo spegnere il canale che ci collega al nostro Io profondo ed accendere la normalita'.
Spegniamo ogni tanto la nostra normalita' e colleghiamoci con la nostra individualita', ce la possiamo ancora fare anche se i nostri maestri ci hanno bacchettao, rileggiamo, ricerchiamo i maestri della vita, ce ne sono stati tanti e tanti ce ne sono anche ora.

lunedì 18 novembre 2013

Doppio sogno


A Vienna in questi tre giorni faceva circa 5 gradi, con il vento la temperatura percepita era sotto lo zero. Eppure la mia piu' grande sofferenza e' stato il caldo. Come una febbre ondeggiante mi prendeva e mi intorpidiva ogni attivita', ridevo sul letto ma non riuscivo nemmeno ad alzare una mano.
Lei ogni tanto apriva la finestra e cosi' la corrente dell abbaino del quinto piano dell aria notturna ghiacciava il mio corpo che sotto il piumone diventava di nuovo di fuoco, per scoprirsi di nuovo per poi ricoprirsi e svegliarsi la mattina stanco e confuso.
Lo Schloss Romischer Kaiser in una vecchia guida americana viene indicata come un albergo storico e molto romantico. Quel calore infatti scioglierebbe le piu' frigide delle amiche.
Le carozze a cavallo scalpicciano nelle strade del centro, il tempo vola a tempi antichi, Vienna rappresenta perfettamente uno stile terreno di romanticita' sensuale.
Gulash e carni speziate, ristoranti e stanze avvolte nel legno antico o antichizzato che scalda lo sguardo.
I palazzi esterni invece, imperiali, imperiosi, rigidi, formali, con qualche foglia dorata wagneriana a richiamare vezzi e virtu' di una musica, espressione divina nel materiale.
Viali precisi, verde ordinato, scalinate virtuose, colonne e statue che arricchiscono lo sguardo.
E poi le vetrine lussuose di orologi che misurano un tempo dorato, come se a Vienna il tempo valesse molto di piu' .Rolex  e maggiori marchi di orologi, vetrine sfacciate con prezzi enormi: cinquemila, diecimila, ventimila, cinquantamila, centomila.
Tu entri e compri un orologio da centomila euro e poi continui a passeggiare nei viali ordinati.
Le palle di natale certo non sono cinesi e costano trenta e quaranta euro.
Poi negozi piu' grandi di mobili datati, design messo in un contesto comunque fuori tempo.
Negozi di biancheria intima eleganti e sfacciati che richiamano il calore bollente delle stanze.
Una donna con passo veloce scende da una carrozza nel freddo pungente viennese e cammina veloce attraversando il freddo pungente, si intravede in una nebbia fitta e corre verso il suo portone di legno, pesante che non e' mai perpendicolare alla strada, anche se il viale e' dritto e preciso, ma leggermente di sbieco, come se un ingresso non fosse per linee dritte ma oblique.
Sbatte il pesante batacchio e sale infreddolita nella stanza del suo amante, del suo psicologo, di colui che con la stufa accesa e bollente permette alla donna di essere sbalzata dal freddo pungente al caldo piu' lascivo.
Di lasciare fuori la rigidita' architettonica e lo stile presenziale per esprimere un calore, un idea, una ipsnosi irrefrenabile.
Di vincere il rigore formale e sociale lasciandolo fuori ed indagando nella vita privata delle persone.
Adesso, visitandola, capisco che Vienna e' il luogo adatto per far nascere la conoscenza oltre le forme esterne.
Macchinoni, una citta' opulenta e ricca che richiama tortuosi passaggi interiori.
Si richiama perfettamente il sogno di Kubrik di una formalita' esteriore che non vuole coprire ma rendere la pari dignita' tra il mondo sociale ed il mondo erotico delle pulsioni: ricchezza, musica, ballo, cibo, calore.
E come Kubrick l accesso ai mondi, l ingresso nei labirinti interiori e' tramite i nostri occhi, non possiamo vedere i nostri ma guardando quelli di chi ci sta vicino possiamo riconoscere gli ingressi ai nostri desideri e perdonando l' altro perdoniamo la nostra pulsione, ovvero la accettiamo come parte di noi, ovvero la riconosciamo.
E la maschera puo' nascondere solo a noi stessi noi stessi, indossiamola per iniziare e togliamola quando abbiamo capito, prima o poi succede se guardiamo veramente negli occhi di chi ci sta vicino.

E come Kubrick l accesso ai mondi, l ingresso nei labirinti interiori e' tramite i nostri occhi, non possiamo vedere i nostri ma guardando quelli di chi ci sta vicino possiamo riconoscere gli ingressi ai nostri desideri e perdonando l' altro perdoniamo la nostra pulsione, ovvero la accettiamo come parte di noi, ovvero la riconosciamo.
Dedico un omaggio alla compositrice della colonna sonora Joceline Pookcon il brano della famosa scena da ascoltare insieme ad altri suoi brani: Masked Balls  http://www.youtube.com/watch?v=go4E4tNGQks

lunedì 11 novembre 2013

Spirito e soldi

Uno dei piu' grandi conflitti, che la religione cattolica ha aumentato, e' quello fra lo spirito ed i soldi. Ci sono tanti luoghi comuni sul fatto che chi sia spirituale non puo' amare il danaro, che il danaro sia lo sterco del demonio, che sacrificare la vita ai soldi sia una bestemmia, che per fare i soldi non si puo' essere etici, eccetera eccetera.
Vorrei in questo mio ricomporre questa frattura ricordando che il periodo piu' fulgido del nostro paese e' stato il Rinascimento ovvero il periodo in cui e' rinato il commercio che ha permesso l accumulo di ricchezza che ha permesso il respiro ampio e vitale per guardare di nuovo con gli occhi la bellezza, e nello specifico la bellezza dell'arte.
E quanto di piu' divino, spirituale, alto, etico ci puo' essere in un'opera d'arte nessuno lo puo' negare.
Voglio dire che puo' coincidere la ricchezza spirituale e materiale, come anche in altre religioni viene favorita e ricercata e benedetta dal signore.
Eppure l' economia, i soldi, vengono di nuovo rappresentanti come demoni del nostro malessere, la crisi globale, il PIL, la manovra economica, insomma ogni attivita' economica viene vissuta e rappresentata come una grave incombenza che rischia di travolgere le nostre vite e per assurdo, per evitare conseguenze negative ci porta dritti verso la distruzione di un paese ricco e promettente come l'Italia.
Ma non voglio parlare di politica ma rendere bene evidente come ancora oggi l economia e' vista come un "male" viene relegata a qualcosa d'altro che non ci riguarda ma con cui siamo costretti a fare i conti.
Eppure l’economia (dal greco “oikos” e “nomos”, cioè “regole della casa”) nasce in un legame strettissimo con l’e­tica e la politica, in una tradizione che risale (almeno) ad Aristotele. Che nell’“Etica Nicomachea” riconosce sì che il fine immediato dell’economia è il perseguimento della ricchezza, ma in strettissimo legame con la politica (la più importante delle arti) e l’etica, visto che il fine ultimo deve essere “il bene umano”.
“La vita dedita al commercio”, scrive Aristotele, “è qualcosa contronatura, ed è evidente che la ricchezza non è il bene che ricerchiamo; infatti essa è solo in vista del guadagno ed è un mezzo per qualcosa d’altro”. Non solo: “Certo, il bene umano è desiderabile anche quando riguarda una sola persona, ma è più bello e divino se riguarda un popolo e le città”. Bene umano? Non è incredibile sentir parlare di economia in questi termini?
Economia, ricchezza, sono parole che vanno riportate al loro splendore e non relegate ad attivita' miserevoli ed indegne cosi che' gli spiriti piu' puri siano fuori dalle regole economiche e cosi' diventando, di fatto, fuori dal mondo attuale.
Lo sforzo e' quello di far sentire il peso della bellezza, dell'arte, di far tornare l'etica ed il bene comune come ricchezza reale come un nuvo rinascimento che alleva artisti ed abbellisce il nostro mondo, e non questa economia e questa ricchezza che e' quella dedicata all impoverimento di molti.
Possiamo perseguire una decrescita felice ma io sosterrei una crescita etica, in cui la ricchezza non sia solo in paradiso ma sia di tutti colori che hanno qualcosa da esprimere.
In cui finalmente l'espressione del proprio Io sia una espressione di valore e che venga celebrato nel mondo economico, ricchezza spirituale e materiale non sono contrari ma sinonimo.

lunedì 4 novembre 2013

Guida, segui o togliti di mezzo!

Si, Gitomer nel libro sulla leadership ricorda questo principio sano che spesso dimentichiamo: seguiamo qualcuno o vogliamo farci seguire?
Spesso ci ritroviamo a contestare chi ci guida, con lamenti, pettegolezzi, sarcasmo e risentimento, da chi ci governa a chi guida la macchina davanti a noi nel traffico cittadino, fino al vicino ed alle sue vicissitudini intraviste dallo spioncino della comare che ogni tanto si riaffaccia in ognuno di noi.
E tu? sei uno che segue o che si fa seguire?
Si per anni magari ho fatto la strada io ma chi mi seguiva... non lo faceva come andava fatto, tanto da ritrovarmi poi a fare le cose da me perche' chi le fa da solo le cose le fa sempre meglio di come le fanno gli altri e bisogna pure perderci tempo per spiegargliele:
doppia perdita di tempo!
Ma poi? quando seguo io? Ma davvero "egli" e' in grado di portarmi dove voglio arrivare io? ma siamo sicuri che ha capito come funzionano le cose? Insomma dubbi da una parte e dubbi sull altra e pero' non ci togliamo di mezzo, restiamo a criticare ed insolentire ogni attivita' delle persone con cui noi collaboriamo e con cui con-viviamo.
Per chi e' piu' evoluto ci si richiama al senso critico: eh ma sai sono una persona che ha studiato tanto, avuto molte esperienze e di qua e di la' bla bla.
Bene allora se sei cosi' formato avrai assunto il diritto (ed il dovere) di guidare tu, ma se hai un minimo di esperienza dovrebbe essere chiaro ormai che gli altri hanno schemi mentali diversi, idee e sogni unici che per realizzare i tuoi hanno bisogno di trovare il loro sogno realizzato, di intravedere un percorso d crescita spirituale, relazionale, economica, a seconda del campo dove ti predisponi a guidare. Si ma come si fa? e' difficile vero?
Forse lo e' ma allora bisogna tornare alla Azione e non restare nella Re Azione a quello che ci circonda.
http://www.edgarende.de/Englisch/Werk/Fenster.htm
EDGAR ENDE
Se decidiamo un percorso di vita, professionale o relazionale possiamo impugnare il nostro decisionismo con rispetto ma senza battiti di ciglia, in una visione piu' o meno dettagliata del nostro destino o dei nostri sogni e possiamo trovare qualcuno che fa la nostra strada e seguirlo finche' crediamo che possa rendere la nostra strada piu' facile, piu' veloce o piu' interessante e poi magari assumere noi la guida, o trovarne una nuova.
Ma il nostro principio di azione deve sempre essere portato avanti, finche' non giunge una nuova idea, un nuovo sogno, un nuovo obiettivo e quindi abbiamo bisogno di nuovi maestri o di nuovi allievi.
Ma questo possiamo fare, questo ci rende grandi, non il commento salace, il cinismo di chi guarda gli eventi, storcendo il naso ma ingoiando ugualmente il boccone amaro.
Decidi adesso se vuoi seguire o farti seguire o se proprio non lo sai, togliti di mezzo.
Semplice ed efficace come l'alba che termina la notte della critica sterile e scalda l'uomo divino che crea e suda per creare il proprio mondo, magari in piu' di sette giorni.

lunedì 28 ottobre 2013

La trappola del tempo

Possiamo essere forti come Ercole o Swarznegger, saggi come Gandhi, e divini come Gesu' ma non possiamo sconfiggere il tempo.
Eppure nei nostri sogni notturni il tempo si modifica, distorce, assume strane sembianze, in cui passati e futuri si mischiano in modo nuovo ed irreale.
Ma anche il tempo e' relativo come lo spazio ed allora vuol dire che la freccia del tempo puo' finalmente essere modificata?
E se tu adesso avessi la tua bacchetta magica ti rivolgeresti alla malinconia del passato o all'ansia del futuro? O avresti la fortuna di imbatterti nel presente? Come un lampo finalmente ricordarti a te stesso?
Il tempo e' uno dei concetti che piu' di tutti permea la nostra vita, eppure il tempo come lo intendiamo noi occidentali: lineare non e' lo stesso di tante altre popolazioni e religioni che hanno invece il tempo circolare.
Il nostro tempo lineare ci ha dato un grande regalo: poter essere, fare cose uniche in tutta la storia, da quando Dio ha creato il mondo al momento dell' apocalisse.
E ci ha tolto pero' la possibilita' di redimere i nostri errori nella prossima reincarnazione.
E tu cosa sceglieresti? Il ciclo delle stagioni? O la freccia del futuro?
Ogni tanto faccio un viaggio nella mia macchina del tempo: la mia collezione di foto e allora su alcune riesco a rientrare nello stesso stato d'animo di quel momento, come se davanti i miei occhi ci fosse proprio quella macchina fotografica che sputa la mia immagine nel futuro e in cui posso rituffarmi nel passato.
Si posso chiudere gli occhi e rivedere nel cinema della mia mente, nel buio della mia memoria far scorrere la pellicola della mia vita.
Come un montatore di pellicole andare a rivedere le scene che non mi sono piaciute e forse tagliarle, e quelle invece in cui il mio animo era colmo di gioia, ingrandire i particolari, la luminosita' della scena, colorarle ancora piu' intensamente.
Possiamo fare il fermo immagine nei momenti in cui non si vede nulla, in cui la nostra mente ha oscurato un immagine non piacevole e possiamo recuperarla e rivederla, magari modificare la scenografia.
E questo possiamo farlo anche per il nostro futuro, visionando una immaginaria storia che pero' ci possa emozionare come lo ha fatto il nostro passato.
Ed allora realizziamo una nuova magia, facciamo scorrere il nostro tempo psicologico avanti ed indietro e dopo le vertigini di sensazioni fermarci al presente, ad adesso,ora.
Non possiamo resuscitare i morti o ricomporre legami ma possiamo custodire nel nostro cuore i momenti felici e renderli il nostro tesoro, il nostro bagaglio, abbandonare i sacchi di spazzatura di momenti brutti e portare con noi solo quei diamanti di momenti magici, e questo possiamo farlo solo con il nostro desiderio e potere di amare noi stessi come meritiamo di fare.
Il dolore e' inevitabile, tanto vale allenarsi alla raccolta della felicita', come registi felici a preparare una storia della nostra vita che sia una fantastica storia.
E allora possiamo riprendere il pensiero del tempo circolare ed immergerci nel presente ad accogliere la prossima futura felicita', ed anche il prossimo futuro dolore con il sorriso un po' triste ma consapevole che prima di tornare ad essere polvere ce la siamo goduta, abbiamo sentito il nostro cuore battere di vita e di amore: tum tum tum tum. Facciamoci travolgere dalle onde del destino che ordinate e con continuita' ci riporteranno sulla spiaggia della vita. Se ci soffermiamo con il nostro intuito al senso del ritorno allora scorgeremo la nostra vita autentica, forse addirittura riconoscerla.

lunedì 21 ottobre 2013

Campioni si nasce

Ho visto il film Rush sulla Formula 1 degli anni 70 e su Niki Lauda e Hunt the skunt.
E mi sono chiesto ancora una volta, chi e' il campione? Chi ci mette il cuore? Chi ci mette il cervello? Chi ci mette i soldi? Chi ci mette e rimette la vita?
E oggi nel 2013, nella nostra societa' chi sono i campioni? E noi quando lo saremo? Quando lo siamo stati? A chi non piacerebbe vincere, magari vincere facile, ma chi ci riesce davvero puo' passarci la ricetta per poter riuscire anche noi?
Oppure e' il destino che decide con la sua cornucopia di distribuire successo e sconfitta.
Forse si, ma e' molto piu' divertente cercare di diventare campioni che perdenti.
O meglio, spesso cerchiamo conforto degli altri dichiarando i nostri fallimenti, cerchiamo il cuore, la tenerezza, l'abbraccio che accetta il nostro se piu' profondo.
Spesso associamo il successo con la freddezza, con la durezza della decisione: un uomo tutto di un pezzo e quindi lo rifuggiamo, lo teniamo lontano da noi per paura di cambiare, di non poterci piu' lagnare, di non poterci più nascondere, di coccolarci le nostre parti piu' nascoste ed intime.
Il successo invece e' come un faro accecante che ci espone al giudizio altrui, alla verifica delle nostre vittorie, ad analisi e quindi spesso preferiamo declinare.
Spesso ma non sempre: diventiamo campioni di vita quando il nostro cuore, le nostre credenze, il nostro senso di giustizia, i nostri ideali ci spingono a stare in piedi ed a lottare con tutto il mondo. A quel punto non conta piu' la vittoria, conta che il nostro essere e' concentrato nella sua battaglia per la vittoria.
L'emozione ci puo' far correre verso il nostro destino con impeto e forza, ma non sempre riusciamo ad accendere la sacra fiamma ed allora il sole nero della malinconia sorge al nostro orizzonte allungando le nostre ombre intime e scure.
Ma da qualche parte, in qualche angolo misterioso c'e' la nostra fiamma sacra, magari non sara' un fuoco infernale ma una fiammella di una candelina, ma sara' lei a condurci alla vittoria. Si puo' correggere la domanda con campioni si nasce o si diventa in quale fiamma puo' accendere in me il fuoco sacro, che tutto permea, che come il fuoco del sole che ci da vita puo' alimentare la nostra passione.
Il campione deriva dal tedesco lizza, combattimento, arena perché un campione e' colui che lotta, difendere una causa colle giuste armi.
Non si puo' diventare campioni, lo siamo gia' per definizione, possiamo solo cercare il terreno dove mostrare la nostra fiamma vitale e allora si: il campione eccolo, e' qui!

lunedì 14 ottobre 2013

Procastinare con classe

Se ne parla fin da piccoli che non bisogna rimandare a domani quello che si puo' fare oggi, eppure lo si fa, a volte spesso a volte ogni tanto, ma e' inevitabile.
Rimandare a domani e' un messaggio del proprio io che dice: sto bene cosi';
o meglio, anche se so che DEVO fare quella cosa decido di farla domani, ovvero decido di non farla adesso, ovvero decido di NON farla, con un barbatrucco mentale.
E la mente va in loop perché tradita da questo inganno dialettico, scatena una depressione cronica, un assorbimento di energia enorme che prosciuga ogni energia, di fatto, impedendoci di compiere quell azione anche in futuro, o solo in condizioni di estrema urgenza. E giu' siti e siti a spiegare come risolvere questa situazione, la societa' produttiva che bacchetta la pigrizia.
Ma e' davvero pigrizia? ansia da prestazione? depressione latente? mancanza di energia? Forse tutto questo insieme o a volte l'uno ed a volte l'altro.
La mia sveglia e il suo tasto SNOOZE sono stato il test della mia grande capacita' di procastinazione: con l'intervallo a 9 minuti (tanti anni fa non era programmabile) sono arrivato a schiacciarlo fino a 20 volte in una mattinata.
In questo periodo sto riniziando, mi rendo conto quando si riaffaccia alla mia mente l' ossessione per la super agenda cartacea.
Ho seguito e letto vari libri sul time management ma questi danno l'assunto che l'azione sia da seguire senza indugio ma e' proprio questo il punto, quella mancanza di energia per l azione che ci viene richiesta, spesso, il piu' delle volte e' un' azione che abbiamo deciso noi, ma poi a quel colloquio di lavoro arriviamo con notevole ritardo, quell appuntamento con quella bionda, provato mentalmente decine di volte e mai realizzato. Non serve la super agenda, serve un nostro clone che ci sostituisca per quel compito poco importante, noioso, non chiaro, inutile, forse odioso checi aspetta.
E noi lo mettiamo a domani come se aspettassimo lui che venga a noi per risparmiarci l enorme fatica dell'azione. Non possiamo permetterci di soffrire nonostante i nostri sensi di colpa.
Credo che bisogna raccogliere il coraggio per cambiare idea, per annullare completamente quello che non vogliamo faccia parte del nostro presente, forse e' un atto di irresponsabilita' ma se il nostro io rifiuta l'azione perché un dovere, di qualsiasi tipo sia costretto a violentarci?
Abbracciamo quell azione che viene rimandata, stiamo solo evitando il dolore, stiamo proteggendo noi stessi dal giudizio altrui, dalla ansia del risultato e quindi se gia' si e' formato il buco nero energetico questo vuol dire che quella cosa non deve far parte di noi e il fatto che ci sia e' un problema che va risolto ma non gia' facendo la cosa ma trovando il modo di eliminarla, eliminarla subito, non solo dal nostro oggi ma anche dal nostro domani.
Se la rimandiamo non ce ne frega niente, se non ce ne frega niente, vuol dire che siamo egoisticamente sani e per questo meritevoli di poter dire:
questa cosa la faccio domani, e se domani non mi va di farla nemmeno domani tanto vale non farla mai piu': cancellata dall agenda e dalla mente e dal cuore, un bel respiro!

lunedì 7 ottobre 2013

La massa critica

L altro giorno ho visto su Sky un programma che parlava degli esperimenti dello psicologo Harry Harlow e delle sue scimmiette.
Certo un po' il cuore si e' stretto vedendo quelle scimmie neonate correre verso le mamme feticcio, vi consiglio di vederlo per capire che cosa sia l' amore, si il cibo era necessario ma le scimmiette cercavano il contatto fisico...
Poi ho trovato un altro esperimento sulle scimmie: quello delle cento scimmie e della massa critica.
Ovvero scimmie che su un isola hanno imparato una nuova capacita (quella di sbucciare le patate) hanno impiegato qualche tempo ma, dal giorno che anche l ultima scimmia dell isola ha imparato, immediatamente e senza nessun contatto fisico o visivo le scimmie delle altre isole hanno assunto questa capacita'.
Insomma la consapevolezza si e' tramessa non appena si e' raggiunto un determinato numero.
La massa critica trovo che sia un concetto divertente: me lo immagino come la sfera di un mago che portiamo in mano e ogni tanto la guardiamo per vedere i nostri miracoli e mi chiedo: quale e' la nostra massa critica?
Ovvero quali azioni compiamo, quanto impegno mettiamo, quanta ostinazione, quanta veemenza per realizzare i nostri sogni?
O piu' spesso ci disperdiamo nei nostri doveri, che li usiamo come cuscini alla nostra mollezza caratteriale?
Come cinture di castita' per la nostra pulsione al diritto divino della nostra felicita'?
Riesco a far seguire ogni mio desiderio da un azione costante? da una strategia efficace o da una nuova nel caso di fallimento della prima, ma senza desistere? Un sospiro e via, di nuovo, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, pensiero dopo pensiero, emozione dopo emozione verso i miei sogni.
Abbiamo bisogno della massa critica, quella che precipita il pensiero, il sogno nel mondo materiale.
Che fa diventare materiale la nostra idea, che trasmuta il piombo della nostra esistenza nella risata liberatrice dell alchimista picchiato ed umiliato lontano da casa ma finalmente libero dalla sua ricerca ossessiva. Tony Robbins le chiama azioni massive per indicare un peso specifico alla nostra attivita'.
Certo ci vuole forza, almeno un po', ma la domanda e': che cosa starai facendo fra 10 anni?
Spesso ci perdiamo a fare un progetto in cui annulliamo la nostra esistenza in nome di un risultato nel futuro, in un domani che e' sempre dietro una "svolta".
Ma non ci sono angoli retti, anzi spesso sono curve, iniziamo la curva, iniziamo il nostro progetto, facciamo oggi quello che vogliamo fare ogni giorno ed ogni azione scalpella il nostro essere.
Ci sono mille dubbi ed incertezze, ma l unica e' che ogni nostro successo o fallimento un giorno finira' e quello che possiamo lasciare e' un granello di sabbia per formare una gigantesca massa critica di persone consapevoli di una vita migliore, di un esistenza spesa giorno dopo giorno.
A volte aspettiamo di essere qualcosa per fare qualcos altro ma iniziando invece a fare qualcosa ci troveremo ad essere quello che vogliamo.

lunedì 30 settembre 2013

La verita' vera


http://www.ranjirano.net/2013/03/saint-michel-de-montaigne-berceau-de.html

Si sono spesso convinto che chi mi stia parlando abbia ragione!
Spesso quando sento due litigare e ne parlo con loro scopro che hanno tutti e due ragione!
Sono stato per circa ventanni alla ricerca della verita', quella assoluta, nascosta, illuminante.
Poi qualche giorno fa lho trovate ed ho iniziato a ridere e ridere e ridere dei millenni di trucidamenti e dolore perpretati in nome della Verita'.
Hai ancora qualche dubbio che la verita' non esista? Allora mi spiego meglio: di verita' non ne esiste una sola. Come ci insegna la fisica moderna con il principio di indeterminazione, noi possiamo affermare con certezza che "il gatto e' vivo e il gatto e' morto"... (vedi esperimento di Principio_di_indeterminazione_di_Heisenberg ).
Insomma abbracciamo il relativismo, ma sopratutto divertiamoci a scoprire una nuova vita:
quella in cui esistono tante verita' e questo da il primo effetto magico: tu (io) non hai ragione, anzi tu hai ragione esattamente come la ha il tuo nemico.

Difficile da accettare? e' qualcosa di difficile da gestire come idea? Forse si, questo, se viene sentito come vero ci fa sentire un po' sciocchi per tutte le energie che abbiamo speso per affermare le nostre ragioni, ci fa sentire meschini a pensare a tutti i pianti di incomprensione fatti quando gli altri non ci capivano. Di tutta la rabbia e frustrazione per un mondo che non segue le nostre regole pur essendo le migliori...
Si, e' il momento di un respiro profondo: esiste una verita' unica che non possiamo ancora capire, comprendere o addirittura meritare?
Bene e se fosse cosi? a che pro i nostri sforzi? Voglio dare un' ultima provocazione:
Un messaggero divino dal futuro ti e' venuto in sogno e ti ha mostrato con certezza che fra 24 ore il mondo finira', cosa fai? Chiami Napolitano? Obama e Berlusconi? la protezione civile? riusciresti davvero a salvare il mondo? O questa verita' rimarrebbe sepolta insieme a te?
La verita' e' inutile lo dimostra la storia, il comportamento umano e ogni evento. Certo ci sono dei processi naturali e fisici che sono certi, ma io correggerei la parola certo con probabili.
Se lascio cadere una mela questa cadra' sicuramente per terra.... vero? si ma solo se mi trovo nell atmosfera terrestre, ovvero la certezza e' limitata da delle condizion., Sono dei giochi dialettici che non scalfiscono la pietra glabra della verita' molle come la cera del lapis alchemico cerato.
Possiamo solo creare delle leggi, delle regole e credere che siano giuste e necessarie ma non possiamo essere paladini dell unicita' della certezza, padre inamovibile di ogni perche' esistenziale.
Nelle nostre torri di avorio che molti di noi chiamano IO altri chiamano anima alberga una fiamma che brucia ardente e divora le nostre vite perche' ci sentiamo assaltati dal mondo, ci sentiamo isolati, distanti e diversi, insomma unici. E vogliamo che questa unicita' diventi divina, diventi universale, spargiamo il seme della nostra parola, tiriamo le gonne delle nostre madri, castriamo i nostri mariti e commettiamo femminicidio quando il nostro mondo non viene accettato e riconosciuto e compreso.
Ma giriamo quel dito giudice verso di noi:
"Se un leone potesse parlare, noi non potremmo capirlo.” di L. Wittgenstein

lunedì 29 luglio 2013

Monaco guerriero

La principale risorsa nel mondo delle forme e' assumere una forma che possa innalzare la propria luce di fronte alle ombre dell'entropia.
In un mondo in cui ingeriamo continuamente il mondo minerale.
In una continua ascesi di rinuncia alla vita per incapacita' di visione olistica di ognuno di noi.
Lo sviluppo della mente razionale ha portato un enorme beneficio in termini di sviluppo tecnologico ma dimenticando completamente lo sviluppo dell essere e fratturando l unita' mente-corpo.
Ho deciso di iniziare a lavorare sul mio corpo.
Sono decisamente in altalena fra l o' obesita' e il sovrappeso, conduco una vita sedentaria e la pigrizia mi attanaglia con una fitta ragnatela.
Ma la mente sana puo' esistere solo in un corpo sano, un corpo sano e' un corpo che rispetta le sue funzioni, che riconosce un principio di ecologia e di rispetto per la natura e la vita.
Come posso io inquinare di meno il mondo se non iniziando a ripulire il luogo piu' importante della mia vita, il tempio della mia anima: il mio corpo?
Rendere il mio corpo sano e' il primo passo per ottenere tanti benefici.
Posso permettere al mio corpo di esprimersi pienamente liberandolo dalle scorie che ingerisco ed eliminando quelle stratificate sulla mia carne come grasso.
O meglio, adoro la morbidezza ed il calore del corpo umano ma non e' ora che affatichi di meno il mio cuore?Che liberi le arterie, i polmoni dai detriti di una vita seduto come un automa?
Posso rendere il mio corpo piu' magro, piu' elastico, piu' forte e piu' bello.
Comunque mi abbraccio, questa mia "carrozzeria" mi ha scarozzato per 44 anni in giro per il mondo.
Ed io posso essere piu' gentile con questa parte di me che ho sempre trascurato, relegata a schiavitu' della mia anima, peso immondo per le mie idee, dimenticando che non esisto io senza di lui.
Siamo una cosa sola, una mente tiranna ha cercato di ottenere una supremazia malata e distruttiva.
Per fortuna ho riconosciuto in tempo, spero, le sue azioni ed ora posso correggerle.
Adesso posso diventare un guerriero della vita, un monaco guerriero: il mio corpo diventa lo strumento per agire nel mondo delle forme.
E modificandolo posso lavorare sulla mia mente in modo molto piu' profondo.
Sto elaborando un programma, impegnativo per portare il mio corpo li' dove per 40 anni ho pensato che fosse ormai troppo tardi: essere piu' sano, forte ed in forma adesso, a 44 anni, che a 20!

Suggestione ed immaginazione

Me l' aveva detto di esercitare la mia volonta' in modo magico:
quando sei li' con loro concentrati sul tuo potere, evocalo, sbatti il tuo scettro sul tavolo ripetutamente, senti il rumore dentro la tua testa e fallo ripetutamente, ossessivamente ed in modo concentrato.
Ci ho creduto e l ho fatto.
Colui che mi doveva accusare si e' scusato alla fine dei suoi errori invece di indagare sui miei.
Certo nella realta' l' avvocato era ben pagato e sicuro di se' ed ha operato sulla realta', sul mondo dei profani ed io agivo nel mondo della immaginazione della suggestione e per coincidenza e' andato tutto bene... solo una coincidenza?
Perche' le coincidenze che cosa sono se non magie che ci appaiono?
Siamo talmente impregnati della causa ed effetto che non la riconosciamo se non e' una mela che cade dall albero sulla testa.
Eppure per tutta la storia delll umanita' si sono cercati i "segni" nella natura, nel mondo dei sogni, nei templi, nei sacerdoti e sacerdotesse.
E adesso proprio ai segni non crediamo piu' e con essi dimentichiamo i simboli, la storia, la nostra storia, il nostro spirito e la forza della nostra immaginazione e della nostra suggestione.
Chi sono gli uomini che ammiriamo? Nella pnl proviamo a definire il modello del loro comportamento ed a ricrearlo per ottenere gli stessi risultati. Ma quello che non possiamo modellare e' la loro immaginazione forte, potente, coerente, come un fiume in piena.
Quanta immaginazione ha avuto Steve Jobs nel suo fantastico mondo digitale?
Olivetti nelle sue fabbriche degli anni 60 avanti di secoli nella ricerca del bilancio fra lavoro e vita quanta immaginazione ha avuto?
E nell' epoca della razionalita' la immaginazione dove e' andata a finire?
Offesa, vilipesa, emarginata nelle notti piu' buie, ogni tanto un barlume di sogno si riaffaccia alla nostra coscienza offuscata. E questo sogno, questa immagine, questa visione, qualsiasi essa sia: di una vita migliore, di una felicita' mai conosciuta' di un futuro piu' sereno, di un passato diverso viene soffocato appena nato e rimaniamo con la malinconia e la tristezza compagni di vita.
Con gli anni il fiato si fa piu' corto, il cuore si irrigidisce spesso fino all infarto, lo stomaco si gonfia fino alle ulcere, la spina dorsale si schiaccia spinta a terra, nel richiamo della terra che richiama a se gli organismi morti, le anime che non riescono a tirare su i pesanti corpi dei pensieri razionali.
Come la forza di gravita' la mela, i nostri pensieri, la nostra vita toccano tutti per terra, ancora e schiavi davvero e la nostra immaginazione non ci salva piu'.
Perche' spesso e' proprio l adolescenza il periodo piu' emozionante della nostra vita?
Perche' i nostri sogni ci emozionavano, avevano vita, avevano fame di futuro, sentivamo la forza delle nostre idee, la spinta dei desideri sessuali, aneliti di amicizia, di valori superiori tutti poi schiacchiati dalle scelte della convenienza, come se la vita si potesse davvero vivere secondo convenienza.
Cercando di allontare il dolore della speranza, i fuochi sacri dei sogni, annegando tutto nel brodo della sopravvivenza civile.
E chi ha avuto la forza di seguire i propri sogni? Spesso non ha avuto abbastanza forza per combattere per essi e si e' risvegliato un giorno tradendo l immaginazione e abbassando la testa alla normalizzazione, e si e' sentito sconfitto, ma il tradimento vero' non e' che non ha realizzato i suoi sogni ma che un giorno alla fine li ha traditi, non si e' piu' fidato della loro bellezza perche' lo esiliavano dal mondo, lo allontanavano dagli altri, lo ponevano nell ombra del giudizio, del diverso. E ha ceduto.
E certo, nel mio letto anche io mi rigiro nel cuore della notte, con l ansia del mio futuro che senza i sogni, senza immaginazione diventa buio e minaccioso e noi torniamo piccoli e indifesi.
E qui la suggestione vince, una suggestione della societa' che anela al potere sulle nostre vite, il potere di farci felici, di farci sentire accettati ed amati, rispettati e riconociuti e nella societa' quei valori sono rappresentati dal denaro dal lavoro e da tutte quegli oggetti che invece noi nostri sogni non ci sono mai stati, ma che lentamente con una suggestione continua sono entrati nei nostri aridi cuori.
La schiavitu' del dovere morale, familiare, etico, salomonico.
No, non c'e' bisogno di una rivoluzione, di abbattere il potere, di rinnegare gli illuminati ma serve una rivoluzione piu' difficile, piu' potente e l' unica che davvero nessuno puo' arrestare: la rivoluzione dei nostri sogni.
Nel Dionisio disordinato, vitale, ammaliatore, orgiastico, unito nel tutto, specchio del mondo possiamo tornare ai nostri sogni piu' vitali, a cercarli, a riconoscerli ad apprezzarli a farci guidare da loro.
Cosa puo' fermare un uomo che vive per i suoi sogni? Io credo nulla: diventa il motore della bellezza.
Possiamo riconoscere i nostri sogni e portandoli nel palmo della mano possiamo trasformarli in vita vera ad ogni passo, e per ogni passo in cui non ci riusciamo aquistiamo ancora piu' forza per fare un' altro passo.
Facciamoci il nostro spot, suggestioniamo noi la nostra mente, creiamo le immagini che vogliamo vivere, immaginiamo il mondo che vogliamo vedere ed inseguiamolo, allora si, forse egoisticamente, avremo salva l eternita' perche' le nostre azioni si colorano finalmente del nostro spirito.
E nasce l unione finale fra mondo e spirito, il Cristo nostro fratello.

mercoledì 5 giugno 2013

Wing tsun e la paura

Mi ritrovo sempre a combattere con la paura: quella dell' estraneo, del rapinatore, di quello che mi sfiora con la macchina, che mi fissa in metropolitana, di quello che mi minaccia per questioni incomprensibili, insomma a volte mi immagino fare lo swarzenneger o il bruce lee e dargliene quattro a chi dico io....
Ma come faccio? a parte quella mezzoretta dopo aver visto un film di azione con particolare adrenalina per il resto fra le due risposte universali che esistono in natura nello scontro con l' altro: attacca o scappa, la prima opzione non e' mai considerata.
E quindi? dopo l'ennessima fuga e nonostante la veneranda eta' di 42 anni decido di iniziare qualcosa che quando avevo 15 anni mi dicevano che non potevo fare perche' ero gia' troppo grande, ma forse me lo dicevo da solo.
Comunque vedo i film di Bourne supremacy e cerco lo stile di combattimento del protagonista Jason Bourne perche' mi sembra uno stile "facile": non ci sono i calci volanti, la tripla capriola mortale e via dicendo.
Trovo il wing tsun (o wing chun) anche se poi ho scoperto sbagliando che lo stile usato era il kali filippino sviluppato da Dan Inosanto, ma questi era un allievo di Bruce lee che era stato un allievo di IP man maestro di wing tsun e quindi alla fine tutto torna.
Si e' aperto un mondo meraviglioso: per i suoi praticanti i wing tsun e' un' arte marziale superiore in quanto fa della sua efficacia uno strumento potente sopratutto nel combattimento reale e non sportivo.
E quindi ragazzi ho fatto una scoperta fantastica: dopo 3 anni che seguo appassionatamente questa scuola, grazie anche al sifu Gio' che e' maestro di vita oltre che di arte marziale mi ritrovo ad avere piu' paura di prima!!
Non e' fantastico tutto cio? Certo adesso magari riesco a non prendermi il primo cazzotto, forse a darne uno anche io ma quando tu ti alleni e vedi che un piccolo gesto se va a bersagio puo' ucciderti, si ucciderti senza tante complicazioni, cambiano tutti i parametri!
Un colpo di taglio alla gola, alla tempia, un colpo profondo al fegato, o romperti i legamenti o insomma ogni ingiuria possibile e' veloce, semplice diventa possibile e il combattimento per strada, la disputa, il volere avere ragione a tutti i costi cambiano spessore.
Non si e' piu' come galli che si scontrano coi petti in alto per affermare una superiorita' in un combattimento rituale ma si apre la possibilita' che lo scontro diventi un incontro con conseguenze pesanti addirittura mortali.
Insomma quella che era una paura immaginaria diventa una reale possibilita' e succede una cosa incredibile, si evitano gli scontri, certo con paura ma una paura fatta di conoscenza.
E quindi credo che le arti marziali siano un allenamento allo sconto fra persone che possa favorire l'incontro.
E sopratutto l'arte marziale cinese, il wt in particolare fanno della flessibilita' l argomento principe dello scontro.

Film IP MAN 2
E diventare flessibili nel corpo, allenarlo alla flessibilita' obbliga anche la mente a seguire questo nuovo standard ed a rendersi piu' fluida, piu' armonica e quindi non c'e' piu' l opposizione al nemico, al male ma c'e' il lasciare fluire la forza contraria, a spostare il proprio corpo dal colpo nemico, a muoversi, cambiare angolo.. c'e' tutto un mondo di oportunita' da conoscere nel wt, sicuramente ci saranno altre discipline piu' filosofiche, piu' spirituali ma questa allena
 profondamente la coordinazione
e la sensibilita'.





sabato 16 marzo 2013

Al confine del sesso

Ieri sera ho visto un film che non mi e' piaciuto affatto: Ted.
Questo orsacchiotto era una rivisitazione del classico orsacchiotto: fuma crack e scopa appena puo'!
Ma poi una connessione inaspettata si e' accesa nel incongruenza del film: il personaggio principale era messo alle strette dalla fidanzata a scegliere una vita di responsabilita' familiare rispetto ad una quotidianita' fatta di canne, telefilm e cazzate continue.
E quindi ho rivisto che ogni maschietto ha il suo orsachiotto con se' fatto di fancazzismo, divertimento e sesso spinto ad ogni passo.
Ieri ho letto un'altra notizia curiosa: http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/muore_strangolato_gioco_erotico_cinta_collo/notizie/258472.shtml
Questo bravo impiegato si e' ucciso giocando cercando di trovare nuovi godimenti per se'.
E allora mi son chiesto ma questa ricerca del piacere sessuale che cosa e'?
Perche' viene inibita nella ricerca del divino? Secondo la religione cristiana ad esempio.
Perche' impiega tanta nostra energia quotidiana? Perche' e' uno dei veicoli migliori di pubblicita'? Tanto da mettere Banderas, simbolo della bellezza sensuale maschile in mezzo alle merendine? L' unica cosa di cui sono contento e' che finalmente si richiama anche la parte sessuale femminile, spesso trascurata per paura della sua forza prorompente. Infatti la forza sessuale viene repressa appunto per cercare nuove forme di controllo. Siamo proprio sicuri che esisterebbe la religione se fossimo tutti liberi di scopare come ci piacerebbe? siamo sicuri che ci sarebbe gente disposta a sacrificarsi tutto il giorno se avesse un reale continuo e pieno godimento del sesso?
Cioe' l'industria alimentare soddisfa il nostro bisogno di cibo oltre la naturale necessita' perche' ci guadagna, l industria religiosa soddisfa il nostro bisogno spirituale perche' ci guadagna, ma come mai non e' mai stata istituzionalizzata un' industria del sesso? Perche' se lo fosse davvero nessuno guadagnerebbe in quanto in piena liberta' morale e di giudizio ci si accoppierebbe senza bisogno di una industria che facesse da filtro fra noi e la nostra necessita' guadagnandoci.
La favola della mela e di Adamo ed Eva ci dice che il pudore nasce dalla conoscenza del bene e del male.
Ma il pudore da dove nasce? Dove nasce questo disagio di mostrare il proprio corpo?
Il rinascimento e' la rinascita del mondo antico ed in entrambi l'uomo e' al centro, l'uomo rappresentato "divinamento" con il proprio corpo, studiato in ogni suo dettaglio, postura, armonia ed espressione.
E noi quando studiamo il nostro corpo? Lo usiamo spesso come uno strumento, per uno scopo, come media di qualche esigenza razionale o psicologica ma mai come fine a se stesso.
Il corpo e' invece il nostro confine con il mondo, e' il contatto fra la nostra parte spirituale e l'altro da noi.
E' la nostra parte spirituale che sta vivendo una esperienza corporea.
Ma la nostra esperienza corporea viene resa importante solo nel momento dell'orgasmo cioe' quando per quell' attimo nulla ha piu' importanza, per l'attimo in cui dimentichiamo noi stessi.
E a quel punto abbiamo paura, perche' non conosciamo questo stato. E torniamo a dar importanza alla nostra mente, ai nostri pensieri cercando di contenere l'esperienza dell'orgasmo secondo le regole sociali, morali e comunque non naturali: sei solo mia, sei solo mio. Confondiamo l'esperienza con la persona.
Abbiamo paura che se il nostro partner arrivasse in questo stato di coscienza dell'orgasmo con altri non ci considererebbe piu' cosi' unici ed importanti.
Ma e' esattamente il contrario: e' il nostro corpo che ci porta in questo stato; noi dovremmo entrare in simbiosi con il nostro corpo e dare regole di condotta a noi stessi per permetterci di vivere questi viaggi fuori di coscienza razionale sempre piu' spesso.
Si cerca una societa' giusta, delle relazioni non aggressive, di accettazione dello stato di cose ma si soffoca la pulsione piu' potente dopo quella per la sopravvivenza.
Si e' sempre sbandierato che la remissione sessuale sia un prodotto della civilta' ma e' esattamente il contrario: la repressione e la norma sessuale sono strumenti di controllo del potere.
Una persona infelice ed insoddisfatta sara' ingranaggio nel sistema sociale per incrementare la ricchezza di alcuni, ed infatti le persone insoddisfatte e felici che non seguono le regole del sistema sono punite con severita' perche' non sono utili allo "scopo" del controllo.
E quindi il sesso e' l'esperienza piu' integrale che ci sia con il mondo, con gli altri mondi rappresentati dagli altri.
Ci liberiamo dal limite della solitudine cosmica, rientriamo in relazione con il tutto.
Esploriamo i nostri confini tramite il sesso per poter espandere la nostra coscienza.