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lunedì 25 agosto 2014

Unisci i puntini

E' uno dei miei giochi preferiti, a volte da' l'idea di essere puerile eppure resiste da decine di anni, perche?
Perche' unire i puntini e' l'attivita' della conoscenza per eccellenza!
Una serie di puntini che non hanno forma vengono uniti da un tratto di penna e all improvviso, o spesso lentamente, quello che e' ignoto diventa noto.
E cosi' potremmo provare a segnare e collegare i puntini della nostra vita e vedere se dietro questi punti sparsi e apparentemente non c'e' invece una magnifica figura di noi stessi.
Quanti di noi, piu' insicuri, chiedono: ma tu cosa pensi di me? Come mi vedi? Pensi che valgo qualcosa? come i personaggi del film "ricordati di me", persi in se stessi e non riuscendo a collegare i puntini chiedono che sia qualcun altro che li collega per noi.
E una delle cose piu' difficili e' proprio collegare i puntini nella sequenza giusta perche' altrimenti perdiamo l' unita' nella frammentazione delle nostre azioni apparentemente senza senso, seguendo schemi inventati da qualche filoso incompreso e piu' spesso mal compreso che da idee di morale e di civilta' e per cui riconosciamo i puntini in cui siamo bravi belli e buoni e non colleghiamo quelli invece in cui siamo inetti, brutti e maligni e quindi ovviamente nessuna figura puo' venir fuori.
Eppure anche la cellula si e' sdoppiata nel terrore di non vedersi e quindi piu' non vediamo noi stessi e piu' cerchiamo qualcuno che unisca i nostri puntini ma in verita' che cosa puo' dirci un altro di noi se non quello che lui e'? Se non altro se non quelle cose che gia' conosce e che magari in se non vede ma vede chiaramente in noi.
Eppure i nostri puntini sono li' belli e puri senza nessun giudizio e senza nessuna morale: sono le nostre azioni.
Spesso andiamo a scavare nelle nostre azioni a cercare il filo di Arianna del suo significato, da dove parte, cosa significa, ma spesso incontriamo solo nodi e grovigli in cui possiamo dedicare vite intere a districare grovigli usando spesso solo la sensazione e la mente del momento.
Dimentichiamo che siamo come dei torrenti in cui l'acqua scorre sempre ma non e' mai la stessa.
Elaborare il nostro passato ha valore solo per ricostruire la nostra storia, non per quello che veramente e' successo.
Se ho dato uno schiaffo ad una persona so che sono una persona che puo' dare degli schiaffi, certo ci devono essere condizioni particolari, dobbiamo essere arrabbiati ed in grave pericolo... diremmo adesso, ma siamo sicuri che invece abbiamo dato uno schiaffo perche' in quel momento storico non  eravamo nervosi, insicuri, prepotenti e violenti?
Rielaboriamo noi stessi con ideali normalizzati e giudicanti e questi puntini delle nostre azioni portano poco.
Uniamoli senza il giudizio che dovrebbe essere divino per valere qualcosa e osserviamo con curiosita' la figura che viene fuori potrebbe essere qualcosa di unico e di nuovo e di interessante: noi stessi.