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domenica 2 agosto 2015

Conoscenza e comprensione

Lo so, lo so! Mille volte lo abbiamo detto, milioni di volte l'abbiamo sentito.
Sei personaggi in cerca d'autore
Ma questo mi conferma che spesso la conoscenza e' uno schema di riferimento che si riferisce solo ad una dimensione, dimenticando le altre che tutte insieme fanno la reale comprensione.
Imparare a pappagallo e' quello che si diceva a scuola ed e' quello che ci succede spesso.
Bombardati da milioni di input ogni istante il nostro cervello sovraccarico da una etichettatura veloce a tutte le nozioni, con enorme approssimazione e sopratutto senza una reale attivita' di indagine.
Attenzione alla prima trappola classica che i nostri nonni conoscono fin dai tempi di carosello: la ripetizione diventa familiare, familiare vuol dire conosciuto, conosciuto vuol dire verosimile, ovvero vero.
Quindi ci ritroviamo nel mercato della informazione digitale a subire non chi urla di piu' ma chi ci ripete mille volte le stesse cose fino a farle diventare parte di noi e della nostra vita.
La verita' a quel punto non esiste piu'. Ma non e' questo il puno che vorrei analizzare ma il fatto che abituiamo noi stessi ad analisi iperveloci di informazioni senza esercizio di verifica e di studio.
Senza lo sforzo della comprensione siamo cuccioli mediatici imboccati dai grandi predatori che portano il cibo che dicono loro. E non impareremo mai a procacciarci il nostro cibo spirituale, mentale, emotivo.
Ed e' questo il reale rischio che io vorrei richiamare.
Come si fa a sapere se non ci abituiamo a conoscere fino in fondo? Ovvero a comprendere, ovvero a richiamare i principi profondi dei messaggi e della comunicazione umana, anche se mediata dal digitale?
Fra cento anni di tastiere e video solitari avremo ancora la capacita' di mostrare le nostre emozioni o avremo dimenticato come si fa?
Ed oggi sappiamo ancora come si fa ad imparare quello che vogliamo conoscere senza bisogno del maestro e del professore e del dante autorevolezza esterno al nostro percorso?
Siamo davvero in grado di affrontare un argomento, una materia e di studiarla e capirla e comprenderla fino in fondo? Fino a confondere la nostra conoscenza con tutta la nostra identita'? A mischiare le nozioni con le azioni? A dare un nuovo risultato alla nostra vita grazie ai nuovi studi?
Quanto sacrificio occorre? Quanto tempo, energia, desiderio, volonta' serve allo scopo di espandere la nostra identita' oltre la autorevolezza per arrivare alla comprensione di quello che ieri ci era veramente sconosciuto?
Sto cercando di cambiare la mia conoscenza, imparando cose nuove e dimenticando le cose inutili, a formare una nuova identita' con nuove etichette ma sopratutto una nuova mappa di archivio e connessioni nella mia mente, ma quanto davvero ci riesco?
La prova e' semplice: basta risolvere problemi di cui una volta non conoscevo nemmeno l'esistenza.
Ed e' qui che eserciti di alibi si schierano in posizione non permettendo un profondo cambiamento inteso come un profondo rinnovo di conoscenze.
Si dice che ogni sette anni le cellule si rinnovino completamente, e noi? Riusciamo a rinnovare il nostro bagaglio di esperienze, conoscenze, comprensioni, intuizioni, azioni e reazioni?
Diciamo che io ci sto provando, e prometto che aggiornero' voi, ovvero me stesso, con onesta' e costanza.
Un autore che sta disegnando un nuovo personaggio, un io che sta formando un altro io, clonando solo alcune parti e innestando nuove conoscenze.... to be continued