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domenica 18 gennaio 2015

Piani inclinati

Si torna dalla mostra di Escher e le geometrie rimbalzano nella mente. Anche quelle irreali in cui piccoli trucchi cambiano le dimensioni del foglio da due a tre dimensioni, in cui il cervello non riconosce che le forme geometriche piu' semplici e regolari.
E quindi si tendiamo a semplificare e per questo e' facile imbrogliare i nostri sensi, la nostra percezione.
Ma se le nostre percezioni non sono affidabili che cosa resta della realta??
Una convenzione che puo' spesso essere messa in discussione od usata e manipolata.
In ogni caso della nostra realta' apparente o reale siamo intrisi e condizionati in modo irreversibile.
Possiamo combattere con tutte le nostre meditazioni per liberarci dal desiderio di realta' ma essa rimarra' impressa nel nostro corpo, nel nostro agire, nella nostra mente.
E allora la realta' stessa sara' condizionata dai nostri pensieri ma non modificata.
Ma di certo la nostra azione sara' profondamente modificata in base ai nostri pensieri.
E di certo all inizio dell anno siamo di nuovo a fare i buoni propositi dell'anno, della vita, dell universo.
Ma il desiderio viene spesso condannato in trasgressione, viene demonizzato come debolezza, opera del diavolo, come qualcosa di irresponsabile, meschino ed egoistico.
Eppure i desideri sono il motore dell' umanita', spesso sono strumento di manipolazione ma comunque lo sono di uno dei piu' grandi motivi dell esistenza: la ricerca della felicita', spesso contenuta nel realizzare i nostri desideri.
Ma capita che i propri desideri vengano rinosciuti come sogni e quindi distinti dalla realta', posizionati in un altro mondo e questo e' il primo passo verso l'abbandono della grandezza dell'uomo.
Se non inseguiamo i nostri desideri, i nostri sogni, la nostra felicita', che senso ha tutto cio?
E allora possiamo di nuovo riprendere lo scettro del diritto alla vita piena e vissuta fino in fondo, ovvero una vita alla ricerca della felicita', borghesemente alla ricerca della comodita', proletariamente alla ricerca del valore del proprio lavoro, oligarchicamente alla ricerca del potere conservato nelle mani giuste, religiosamente all ricerca del divino fuori di noi, misticamente alla ricerca del divino in noi.
Escher truccava le dimensioni ma noi possiamo fare molto piu' semplicemente inclinare il piano della nostra vita ai nostri desideri.
Un equilibrio di forze ci manda avanti e spesso ci troviamo dopo anni e decenni esattamente come eravamo anni e anni fa rispetto ad un nostro sogno, eppure e' rimasto li' intatto, commovente, sacro, unico ed importante e magari lo tramandiamo ai nostri figli per far in modo che almeno loro arrivino li' dove non siamo mai arrivati.
Eppure quest'anno faro' come Escher: cambiero' i piani geometrici, inclinero' la realta' al mio desiderio.
E come faccio? Con l'intenzione di.
Relativiteit-houtsnede di Escher
Abbandono i termini di obiettivi, successo, impegno, tempo e uso al loro posto un unica parola: intenzione.
Secondo la Treccani e' un termine che: Talora si contrappone direttamente agli atti o ai fatti.
Questo puo' sembrare una indulgenza verso noi stessi e gia' che dovremmo esserlo molto di piu' verso noi stessi per poterlo poi essere anche con gli altri.
Ma qualsiasi persona sana che modifichi il suo sogno in una intenzione avra' un richiamo unico e distinto ad agire per la sua intenzione: agendo con una intenzione si inclinera' il piano della realta' verso la nostra intenzione.
Ed infatti molte volte i nostri desideri non ri realizzano perche' la nostra realta' non e' affatto inclinata o facilitata per arrivare ad esaudire quel desiderio, quella intenzione.
Spesso ci lamentiamo delle cose che non sono come vorremmo ma accettando di fondo che non possiamo farci nulla, quindi sicuramente non abbiamo intenzione di fare qualcosa per cambiare qualcosa.
"mi piacerebbe un lavoro in cui guadagnassi xyz.." potrebbe essere il nostro mantra ma se non lo ribattezziamo con :"ho intenzione di fare un lavoro in cui poter guadagnare xyz!" quando mai potremmo agire per quel desiderio?? Non basta il mantra, non basta il pensiero, serve l'intenzione con la sua azione.
E potra' succedere spesso che nonostante le nostre azioni i nostri desideri non si realizzino, ed allora dovremmo chiederci:"da che parte e' inclinato il piano?" e potremmo scoprire che e' inclinato proprio nella realta' che viviamo e non in un'altra e che in fondo la nostra intenzione era solo un desiderio fugace e non il sogno della nostra vita.
Incliniamo il piano dell esistenza verso la nostra intenzione con l'azione.