Cerca nel blog

sabato 19 dicembre 2015

Cenone di fine anno

L'abbondanza e' sempre stato una cosa che ho ricercato. E' come combattere una forma ossessiva di ansia: se ho di piu' di quello che mi serve posso stare tranquillo che forse ne ho abbastanza.
E mi son sempre ritrovato ad ammucchiare, perche' l'abbondanza in fondo non e' naturale o comunque non serve a nulla: un albero i cui frutti non vengono colti marciscono e l'albero l'anno successivo ne fa molti di meno. A fine anno si celebra lo spreco con cenoni luculliani fino allo stordimento.
Si accumulano oggetti in casa fino a stipare oggetti che non verranno usati per il resto della propria vita e meno che meno di quella dei nostri discendenti.
Si accumulano ricchezze inspendibili solo per una brama di sicurezza o di potere nelle relazioni umane.
Non voglio brindare alla decrescita felice: si puo' decrescere solo se si ha tanto, e tutto sommato se si ha tanto non si e' abituati ad avere poco e fa una strana sensazione quella mancanza di piccole abitudini di eccesso che diventano parte di noi.
L'avidita' diventa come riempire una buca grande come il mare: impossibile da finire, una sete che non si spegne mai perche' riempie di
beni materiali una mancanza emotiva: quella di sentirsi parte del tutto, una cellula di un universo che non ci rifiuta ma che ci accoglie indistintamente se siamo bravi o cattivi ragazzi.
E' un po' come la paura di morire: una paura che non puo' essere sconfitta ma come un macigno ci accompagna ogni giorni appesantendo la nostra vita.
Se riuscissimo almeno e solo per un attimo a sentire il respiro dell universo insieme al nostro, se per un solo attimo riuscissimo a sfuggire dalla gabbia dei pensieri potremmo riconoscere la nostra esistenza, il nostro essere, la nostra piccolezza insieme alla nostra grandezza di organismi viventi e pieni del diritto di respirare ogni attimo.
C'e' il famoso esercizio della fiducia nel prossimo che consiglio a tutti: quello di avere un compagno alle nostre spalle e di lasciarci cadere all indietro senza guardare. Dovremmo solo fidarci che il nostro compagno ci prenda con le braccia prima di cadere per terra.
Questo ci crea un nuovo equilibrio, fa scattare un meccanismo di assunzione dell altro diverso da noi come parte di un sistema che puo' reggere le nostre cadute fisiche ed in fondo anche psicologiche.
Se anche quest'anno andremo a prepare cenoni luculliani facciamolo lo stesso, ma usiamo l accortezza di invitare qualcun altro con noi, dividiamo il nostro benessere, questa e' una delle formule di ricchezza dello spirito.
Dividendo quello che abbiamo con altri sazieremo in parte il nostro spirito di insicurezza perche' se riusciamo a dare a qualcun altro avremo la capacita' di relazionarci e di essere in sintonia con l'universo.
Non siamo nati per stare da soli, anche se da soli nasciamo e moriamo e riconosciamo il nostro dolore esistenziale e' solo dividendo con altri che riusciamo a saziare la nostra sete di vita.
Se abbiamo abbondanza spargiamola al mondo o impieghiamola per craerne altra per noi e per gli altri.
Attenzione non parlo di carita' o di beneficienza, parlo di con-divisione della propria fortuna o del proprio talento solo questo ci rende piu' umani e piu' vicini alla nostra piccola vita e ci rende immortali perche' riusciamo ad andare molto oltre il nostro piccolo e debole io.

domenica 6 dicembre 2015

Sangue chiama sangue

I pacifisti sono stati sempre visti come degli ingenui da molti e dei sognatori da molti altri compresi cantanti morti ammazzati...
La pace e' diventata una condizione utopica, ormai, per le nostre coscienze come lo e' diventata il comunismo prima e l anarchia poi.
Ma in fondo l'equazione e' semplice: quando nessun potere supporta una posizione ideologica per i suoi scopi di predominio in poco tempo e con poche mosse quella posizione viene abbandonata dal supporto economico e quindi destinata ad una elite di intellettuali assenti dalle stanze dei bottoni, dagli intellettuali da salotto imboniti dal benessere materiale e dalle promesse demagogiche di politici, attori che improvvisano un ruolo difficile da mantenere nella successione di impoverimento materiale.
Anche stavolta, come nei periodi piu' bui, si smontano le condizioni di benessere materiale di chi riesce a mantenere se e la propria famiglia con il lavoro e l'ingegno e si premiano invece le aristocrazie parassitarie di un imprenditoria vampira di un sistema fallace e destinato alla matematica implosione. Vampiri che cercano di stare ai bordi dell esplosione sociale manovrando paraventi di comunicazione a volte molto furbi e spesso tristemente ignari delle loro firme su progetti di lobbismo economico e ingordi di monopolismo.
Si chiama un uomo nero e lo si spauracchia nel mondo cosi' da poterlo bersagliare dei problemi del mondo, dimenticando i crampi della fame di giustizia sociale ed economica.
L'ultimo decennio e' servito a smontare anche l'idea del diritto del lavoro, della dignita' materiale in un mondo governato da dei terreni e commerciali.
Possiamo certo rinunciare al lavoro se avessimo una vita comunque degna di essere vissuta.
Ma in questo mondo attuale senza la capacita' e la possibilita' di cedere il proprio tempo, gran parte della nostra giornata attiva in cambio di briciole di potere di acquisto e quindi dignita' di cittadini ogni discorso diventa vano. Ogni ricetta governativa si scontra contro il drenaggio del potere che elimina diritti spacciandoli per mali minori di un percorso di rinascita che invero non potra' mai esserci finche' il sistema sara' questo.
Mi trovo spesso nel dubbio su quali valori rappresentare e innalzare a mio figlio.
Mi trovo in difficolta' a sbandierare un etica kantiana di rispetto della maggioranza, dell altrui bisogno se questa diventa solo una rinuncia alla propria individuazione ed affermazione.
Mi trovo in difficolta' a richiamare principi svuotati di un valore quotidiano e su cui poter fare una difesa di un futuro migliore che e' inimmaginabile con le attuali regole di sopravvivenza pura in una civilta' che diventa arcaica ma solo per la violenza ogni giorno di piu'.
La competizione professionale e' diventata la nuova arena per i gladiatori del futuro che saranno i lavoratori, giudicati da una massa affamata ed impaurita.
Dovro' allenare mio figlio alla guerra richiamando la pace, cioe' trasmettendo un messaggio schizofrenico ed incomprensibile e di fondo forse anche sbagliato.
Il sangue richiama il sangue e la poverta' non puo' che richiamare miseria materiale e spirituale, in un avvitamento senza fine.
Mi sforzero' di cercare luoghi e persone di pace, di dare il buon esempio di fare come il buon samaritano.
Dovro' farlo non per principio cristiano ma per principio di vita.
Per un richiamo ad una fratellanza reale e non solo virtuale, spero di avere sempre abbastanza forza per aiutare chi amo e chi avra' bisogno.
The life of David Gale
L' egoismo puo' essere esercitato solo in periodi di abbondanza, quando in un paradiso in terra di abbondanza si puo' pretendere di avere ancora di piu' per una sazieta mai giunta.
Ma l egoismo in una societa' povera non e' che polvere da sparo, che non ricuce una possibile evoluzione.
Siamo costretti ad essere piu' buoni per salvare il nostro mondo, se siamo egoisti possiamo salvare solo noi stessi ma solo se siamo dalla parte giusta della societa', se siamo nella maggioranza affamata siamo costretti ad essere buoni fra di noi e severi con gli egoisti perche' il sangue chiama sempre e solo il sangue.
Ma l'unico sangue che e' degno di essere versato e' quello sacrificale per tutti ma agito solo come azione libera ed autonoma ed espressa come reale volonta'e non come trappola moralistica.