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domenica 27 luglio 2014

Orgasmo ed estasi

MI sta venendo il dubbio che il fatto che la chiesa abbia sempre chiesto di procreare in ogni atto sessuale non sia proprio un principio per inibirlo o per ridurlo a puro mezzo di creazioni di vita ma al contrario per dargli una dignita' superiore e non sprecarlo come ginnastica quotidiana, chissa'...
Mi viene in mente questa provocazione perche' in genere gli uomini di forte religione hanno spesso un modo di godere che a molti e' sconosciuto: quello dell estasi.
Anche io ho il dubbio se ci sono mai stato in estati e certo mi viene da considerare molto simili quelle frazioni di secondo in cui non importa piu' di nulla, non si sente piu' distanza con nulla e nessuno, ma si respira con un respiro che in quel momento e' uguale a quello del mondo che ci circonda, momenti in cui finalmente dentro e fuori, io e l'altra siamo perfettamente la stessa cosa.
Certo succede spesso con un orgasmo fisico, ma succede a volte anche con dei scorci di panorami in cui l'occhio si perde all orizzonte, in certi sottoboschi durante un escursione in cui ci si ferma ad ascoltare il proprio respiro nell'immobilita' apparente che ci circonda indifferente eppure viva, in certi tramonti o albe che ci richiamano dalla distrazione della quotidianita', credo anche in qualche concerto.
Insomma un attimo in cui la serenita' la felicita' sono qualcosa superate da qualcosa di piu' imponente: l' estasi.
Ma come si fa a trovare l'estasi?
Da wikipedia:
L'estasi (dal greco ἐκ=ἐξ + στάσις, ex-stasis,[1] essere fuori) è uno stato psichico di sospensione ed elevazione mistica della mente, che viene percepita a volte come estraniata dal corpo (da qui la sua etimologia, a indicare un "uscire fuori di sé").
Nonostante la diversità delle culture e dei popoli in cui l'estasi è stata sperimentata, le descrizioni circa il modo in cui essa viene raggiunta risultano straordinariamente simili. Si afferma di provare in questi momenti una sorta di annullamento di , e di identificazione con Dio o con l'"Anima del mondo".
Psichicamente è caratterizzata dalla cessazione di ogni attività da parte dell'emisfero cerebrale sinistro (noto anche come emisfero dominante o della "razionalità discorsiva"), consentendo così all'emisfero destro (quello recessivo o passivo, detto anche "emotivo") di attivarsi. È uno stato di estrema concentrazione simile per certi versi all'ipnosi, quando ad esempio la mente rimane attonita nel fissare un punto o un oggetto, dimentica di ogni altro pensiero. Generalmente produce uno stato di notevole beatitudine e benessere interiore.
Andiamo a trovare l'estasi piu' famosa, quella di Teresa: Santa Teresa d’Avila (1515-1582), Vergine e Dottore della Chiesa che scrive:
“Gli vedevo nelle mani un lungo dardo d’oro, che sulla punta di ferro mi sembrava avere un po’ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, così profondamente che mi giungeva fino alle viscere, e quando lo estraeva sembrava portarselo via, lasciandomi tutta infiammata di grande amore di Dio. Il dolore della ferita era così vivo che mi faceva emettere dei gemiti, ma era così grande la dolcezza che mi infondeva questo enorme dolore, che non c’era da desiderarne la fine, né l’anima poteva appagarsi che di Dio. Non è un dolore fisico, ma spirituale, anche se il corpo non tralascia di parteciparvi un po’, anzi molto. È un idillio così soave quello che si svolge tra l’anima e Dio, che io supplico la divina bontà di farlo provare a chi pensasse che io mento”.

Insomma un orgasmo spirituale e per chi non cerca Dio? Siamo fregati? Siamo costretti al sesso ossessivo dall orgasmo imperfetto? O dall orgasmo perfetto e fuggevole?
Un altro sistema e' quello che chiamano flow o flusso, entrare nel flusso e questo forse puo' essere altrettanto facile ma dura molto piu' a lungo di un orgasmo fisico.
Ovviamente ci sono persone che per loro natura sono più portate a vivere esperienze di flow. Mihaly Csikszentmihalyi, uno psicologo croato di matrice positivista, fondatore della teoria del flusso sostiene che le persone più predisposte sono quelle che possiedono curiosità, persistenza e poco egocentrismo.
Csikszentmihalyi sostiene che per avere un’esperienza ottimale si deve raggiungere un flusso continuo, attraverso il completo assorbimento dell’attenzione nel compito che si sta svolgendo.
Si ha il senso che le proprie abilità siano sufficienti a far fronte alle sfide dirette verso l’obiettivo a portata di mano e il azione associate forniscono indicazioni chiare su come si sta andando. La concentrazione è così intensa che non c’è spazio per in pensare a nulla di irrilevante o di cui preoccuparsi dei problemi. La coscienza di sé scompare, e il senso del tempo diventa distorto. Un’attività che produce tali esperienze è così gratificante che le persone sono disposte a farla per essa stessa, con scarsa preoccupazione per quello che risulterà, anche quando è difficile o pericolosa. 
Be' direi che possiamo farcela anche senza diventare frati e suore..

lunedì 21 luglio 2014

Immortale

Noi comuni mortali spesso ci dimentichiamo di una cosa molto semplice ma importante:
dobbiamo morire.
Rircodati che devi morire o memento mori e' qualcosa di cui oggi si parla poco eppure:
Memento mori (letteralmente: Ricordati che devi morire) è una nota locuzione in lingua latina.
La frase trae origine da una particolare usanza tipica dell'antica Roma: quando un generale rientrava nella città dopo un trionfo bellico e sfilando nelle strade raccoglieva gli onori che gli venivano tributati dalla folla, correva il rischio di essere sopraffatto dalla superbia e dalle smanie di grandezza. Per evitare che ciò accadesse, un servo dei più umili veniva incaricato di ricordare all'autore dell'impresa la sua natura umana: lo faceva pronunciando questa frase.
Tertulliano, nel suo Apologeticus, cita un'aspressione più complessa: Respice post te! Hominem te esse memento! Memento mori! (Guarda dietro di te! Ricordati che sei solo un uomo! Ricordati che devi morire!)
L'ordine di stretta clausura dei trappisti, fondato nel 1664, adottò questa frase come motto: i monaci di quest'ordine si ripetevano tra loro continuamente la frase, e si scavavano – un poco ogni giorno – la fossa destinata ad accoglierli, con lo scopo di tenere sempre presente l'idea della morte e quindi il senso della vita, destinata a finire.(da wikipedia).
Ed invece nella locuzione moderna "ti stai scavando la fossa" viene vissuto come un augurio negativo.
Ma quanto sapere abbiamo dimenticato in nome di una scienza preda di brevetti che impoveriscono il mondo e arricchiscono 4 stronzi, in cui il progresso e la tensione verso il futuro sono mercificati come ad un supermarket in cui si paga la speranza con la religione e le opere pie e si paga con la scienza e la sua medicina corrotta la battaglia con la malattia e con la chirurgia estetica nascondere i segni della sapienza del tempo che abbiamo rinnegato in nome di una giovinezza che viene paragonata al nuovo in cui il prodotto nuovo vale piu' dell usato e quindi una ruga che ci e' costata anni di fatiche e di cattivi pensieri deve essere nascosta per renderci di nuovo vergini sul mercato delle relazioni umane ed economiche.
E da oggi io inserire un nuovo prodotto piu' raffinato nella ricerca del nuovo e dell eterno, eterno inteso come immutabile, incorruttibile, sempre nuovo inteso come il sempre funzionante e performante, insomma un magnifico robot della cui anima poco ci si interessa in quanto addirittura questa migliorerebbe con il tempo: quale sacrilega qualita'..
Credo che una battaglia importante sia quella di liberare i nostri figli dalla nostra voglia di immortalita'.
Spesso noi genitori rivendichiamo un diritto di cui in verita' non lo abbiamo: quello della formazione ai nostri valori, in qualche forma un diritto di vita o di morte tradotto dal ipotetico diritto di vita, che in verita' non e' il nostro ma di cui siamo solo strumenti, infatti siamo ricompensati con un orgasmo liberatorio, perche' la vita nel maschio nasce dopo aver liberato il corpo dal dolore ed averlo innalzato al piacere orgasmico, dei sensi.
Insomma i figli li manipoliamo e modifichiamo a nostra immagine e somiglianza, anzi li modifichiamo proprio per non farci assomigliare in quello che non vogliamo ed invece innalzarsi ai nostri ideali piu' alti e difficili e sacrifichiamo le nostre vita affinche' in questa staffetta di psicosi i nostri figli portino avanti il nostro cognome, la nostra azienda, i nostri ideali, le nostre virtu'.
Soffochiamo il loro diritto alla vita piena in nome della nostra volonta' di immortalita'.
Perche' in fondo strozzando i nostri figli cerchiamo un passaggio per l eternita', di parte di noi e dei nostri fantasmi mentali e spesso rendiamo essi stessi dei fantasmi portatori ignari di un ideale astruso, anche perche' i nostri figli seguono i nostri esempi, non le nostre parole e quando azioni e parole non sono allineate nascono le fratture nello sviluppo.
E proprio volendo montare sul ponte per il futuro portando solo i bagagli intellettuali e non quelli emotivi e pratici soffochiamo il nostro futuro, una delle nostre emanazioni piu' limpide e potenti: la creazione della vita: i nostri figli.

lunedì 14 luglio 2014

Dimmi chi sei e ti diro' chi sei

Si cerchiamo di scoprirci negli altri. Di guardarci nei commenti degli amici, di riconoscerci in qualche tarocco od oroscopo giornaliero. I piu' dotati riescono a vedere chiaramente nella carta natale il proprio destino rimbalzando da un pianeta all altro tra  opposizioni ecc.
Eppure, almeno io, sono molto bravo a dare una perfetta descrizione di vizi e virtu' di tutti quelli che conosco e spesso anche di quelli che incontro per strada, giocando al mentalista dei poveri...
E tutte queste pagliuzze negli occhi altrui e non riesco proprio a vedere le travi nel mio occhio.
Alla ricerca di una cornice che finalmente mi immola come un quadro d'autore in una galleria di eroi moderni del capitalismo e dei bravi ragazzi.
Poi ci sono i guru che quando parlano di te lo fanno con il tono greve di chi ha visto nel profondo della animaccia tua e ci sono i mariti e mogli che vedono nel profondo delle loro miopie.
Tutti che vedono specchi su specchi che si frantumano con sette anni di disgrazie a cercare se stessi.
Chissa' se Dio puo' vedere se stesso o si riconosce solo dalle nostre preghiere accorate e meschine...
E se non puo' vedersi lo sapra' che e' uno veramente "in gamba"?
Eppure a molti orfani di padre o figlioli abbandonati gli prende una smania di farsi vedere che sono veramente bravi, vedi Steve Jobs, Jeff Bezos e molti altri.
Insomma se non ci facciamo ri-conoscere non va bene, ma facciamo in modo che si vedano solo alcune cosucce di bella presenza.
Ma cercando la nostra immagine negli altri finiamo per non trovare il nostro nemico, e tantomeno non troviameno nemmeno il nostro amico.
Torniamo ad essere una cellula che si duplica all infinito, assumiamo cioe' un motivo di moltiplicazione invece che di trasmutazione.
Attiviamo le nostre memorie antiche per proiettare negli altri la nostra immagine e cosi' facendo rinunciamo alla profonda unione fra il dentro ed il fuori, tra il sopra ed il sotto.
Ma restiamo un punto con un cerchio intorno, punto di partenza del cosmo alchemico ma che senza la potenza dell energia elettronica che cambia stato e genera la potenza atomica che genera morte per chi la usa per la morte e che genera stelle e galassie nell universo in un universo che genera vita.
Forse e' ora di smetterla con cercare se stessi, tanto non esistiamo se non esiste l'altro e quando ci troviamo siamo vuoti di fronte all eternita'.
Creiamo un'onda di vibrazione nuova che genera nuova musica nell universo:
magari in fondo non me ne frega un gran che di te ma chiedendo a te chi sei?
Posso trovare il mio confine, la mia identita', la mia unicita' nella differenza.
Rompiamo gli specchi dell egocentrismo e troviamo un nuovo mondo...