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domenica 21 febbraio 2016

Il destino

Si continua a studiare il sistema per prevedere il futuro. Con la tecnologia, con la coscienza, con tutti gl strumenti possibili ed immaginabili. Poi c'e' il sistema piu' antico: quello del buon senso e del sesto senso.
E questo in fondo e' quello che funziona meglio anche se non viene mai riconosciuto pienamente.
Eppure lo vediamo nitida la situazione di chi ci e' vicino e a cui vogliamo bene, l 'errore che sta facendo, la fine che fara' e lo diciamo da buoni samaritani: guarda che se fai questo succede quello.
E funziona benissimo quando lo facciamo con altri ed invece non funziona mai quando riguarda noi stessi.
E' come avere la visione di Cassandra e non essere ascoltati, forse e' anche piu' terribile di non prenderne coscienza e poi in fondo in fondo serve davvero prevedere il futuro?
Forse possiamo essere ciechi anche quando e' lampante basta poi non recriminare.
Forse il futuro non esiste essendo, secondo me, solo probabilistico e come tale inutile da divinare.
E' una forma di esercizio del potere che vale solo nelle situazioni assoluta: scacchi o vita-morte.
In tutte le altre situazioni di vita il futuro non puo' che essere un presente da vivere pienamente in tutte le sue sfaccettature altrimenti e' frutto della fantasia. La cosa che vale come futuro riguarda solo la visione.
Ovvero il destino che si e' chiamati a compiere nella propria vita. Il futuro ha valore solo come rappresentazione della propria idea ed agire per la sua realizzazione. Attenzione perche' se non si ha una visione si sara' chiamati come elementi funzionali al futuro di altri.
Quindi invece di rappresentare il buon consiglio per gli altri impariamo ad esserlo per noi stessi ovvero non rappresentiamoci il consiglio del pericolo o della conseguenza delle nostre azioni, ma stabiliamo le nostre azioni in base alla nostra visione.. del futuro. Puo' sembrare un gioco di parole ma e' molto di piu'.
Il futuro puo' essere solo immaginato e creato e quando questo sara' allineato veramente a noi allora diventa il nostro destino. In ogni caso il nostro futuro e' il frutto delle nostre azioni che sono il frutto del nostro pensiero, quindi se non abbiamo una visione da seguire subiremo il destino, ovvero il karma di chi non ha futuro e si ritrova sommerso di problemi sempre piu' grandi perche' non avranno un senso ne' una direzione, ma dei macigni esistenziali inamobili. Insomma se non abbiamo chiara una intenzione un effetto ogni causa scatenera' delle reazione  e degli effetti che bloccheranno il nostro cammino.
Quindi per chi e' indeciso o sopratutto non ha chiaro una visione il futuro sara' sempre sconosciuto per lui.
Per chi ha una intenzione il suo futuro e' solo atteso e creato ma esiste ed e' quasi sempre in linea con il suo essere piu' vero.

domenica 14 febbraio 2016

Il momento del coglione

Quando all'improvviso succede qualcosa che non ti aspettavi e ti rendi conto che invece era altamente probabile che succedesse proprio quell errore.
Il momento del coglione e' veramente pericoloso perche' succede proprio in quel momento di fare ulteriori errori per porre rimedio al primo passando dal problema alla catastrofe in un attimo.
Invece il momento del coglione e' quello della sfida vera, quello che fa la differenza tra chi vuoi essere e chi sei. Spesso l errore e' frutto di una serie di situazioni che si accumulano rendendo l'errore inevitabile.
Ma la cosa piu' pericolosa e' proprio quella di sentirsi coglione, impotente, inadeguato, non pronto.
Perche' questo mette in moto lo stato d'animo piu' sbagliato per la soluzione del problema, non che lo stato d'animo sia la soluzione al problema ma senza quel punto di partenza la soluzione diventa quella piu' inadatta alla soluzione efficace del problema.
Spesso non si ha la soluzione al problema ed anzi appare una situazione disperata, ma e' proprio qui la crescita dell'uomo deve riflettere il suo punto di consapevolezza.
E' proprio l'ostacolo che misura la nostra grandezza: piu' e' grande la cazzata da risolvere, il problema piu' serve la piena lucidita' e la consapevolezza che se si e' rischiato un errore senza valutarlo attentamente, adesso abbiamo tutte le informazioni per procedere oltre.
E invece spesso si ricade nell urlo del bambino spaventato ed impotente.
Ma l'uomo nuovo che si sta costruendo ha invece tutte le risorse per poterlo risolvere, ha a questo punto il dovere di impegnare ogni parte di se alla soluzione. Dimenticare il problema ed ingegnarsi nella soluzione.
Non fissarsi come un rinoceronte sull errore prendendosi a schiaffi (quello va fatto solo nei primi 10 minuti).
Poi agire con una srategia efficace senza rabbia ma con costanza e determinazione.
A volte siamo stanchi e ci ritireremmo dalla situazione ma dimenticando che cambiando strada ed abbandonando i nostri sforzi non abbiamo fatto altro che scegliere le cose facili e possiamo farlo se il nostro in fondo e' un obiettivo facile. Ma se davvero abbiamo a cuore il nostro destino e la nostra espansione di consapevolezza allora dobbiamo agire abbandonando la paura, dimenticando l'errore e concentrandosi sul nostro percorso.
Altra questione e' se riconosciamo una matrice nel nostro errore che diventa ripetitivo, allora probabilmente e' un nostro punto debole o peggio una situazione di distanza fra la nostra volonta' ed il nostro agire e questo tipo di situazione allora diventa fondamentale nel nostro percorso metterla a fuoco. Se nelle strade della nostra esistenza ci ritroviamo nelle stesse trappole allora vuol dire che non siamo allineati completamente fra la parte razionale e la nostra parte non razionale e generalmente la nostra parte irrazionale e' quella che ha sempre piu' forza e cerca nella sua dinamica di non farci procedere nella direzione desiderata. Allora vuol dire che quel problema specifico non e' mai stato risolto ma solo spesso evitato e definitivamente ancora non risolto.
Ancora meglio: il nostro sforzo non sara' solo  migliori.nella soluzione del problema ma anche nella soluzione del nostro atteggiamento nei confronti della situazione tale da renderci migliori, ovvero piu' capaci.
Fatemi sapere come vi andra' io vi diro' come andra' a finire.