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domenica 20 settembre 2015

La scuola dell'anima

Partecipare ad un congresso sulla coscienza e' davvero cosa interessante e illuminante.
Si incontrano persone curiose, gentili a volte spocchiose, ma che sicuramente hanno dedicato la vita alla ricerca del buco nero chiamato anima.
Non voglio usare termini come coscienza, inconscio e tutti quelli che indicano in breve quello che non conosciamo ma che ci riguarda perche' nonostante abbia cercato molto, alla fine, di certo non ho interesse alla corretta definizione ne' alla conoscenza ma alla comprensione: quel brodo caldo che ti rilassa dalla tensione del dolore e della mancanza di qualcosa che non si sa'.
Che calma dall ossessione del sapere le cose che ci chiediamo da millenni con milioni di risposte, nessuna valida fino in fondo.
Perche' forse come dice qualcuno la fede e' un dono che hai o non hai.
E se ce l hai puoi scegliere il tuo governatore dell oltresensibile: che si chiami Cristo, Budda, Maometto, Nello Mangiameli, Osho poco importa: potrai credere a qualcosa che ti mette in pace la parte fuori dalla tua razionalita'.
Ma, alla fine, se sei un eretico come me, se poi la tua parte spirituale placa la tua sete ma ti lascia vittima della materia e degli altri esseri umani, se ti porta a chiudere gli occhi e pregare quando stai soffrendo invece di agire sulla materia allora bisogna combattere nel mondo materiale prima di avventurarsi in quello spirituale.
Ovvero come si puo' pretendere di essere illuminati quando la propria luce non brilla per nessuno, spesso nemmeno per te stesso?
E' un gioco dialettico e logico da cui non si scampa: tutto cio' che crea l'illusione della materia e' la stessa che crea il mondo altro, etereo, spirituale a cui possiamo accedere solo con erculee fatiche.
Ma se davvero dobbiamo faticare cosi' tanto per un regno dei cieli giustifichiamo il sacrifico per il regno materiale.
Ma il mondo materiale possiamo davvero misurarlo, trasformarlo, cambiarlo, migliorarlo ed e' questa la vera unica possibilita' di salvezza della nostra vita.
Per certo alcune delle persone piu' ricche della terra donano miliardi di dollari, curano e aiutano milioni di persone, molte di piu' di quelli che professano di voler salvare il mondo senza muovere un dito.
Il mondo materiale e' basato sull energia fisica del lavoro e sull'energia spirituale del denaro.
Le idee e le emozioni sono i nostri strumenti ma non sono la nostra energia, anzi la assorbono, consumandoci.
Dobbiamo entrare nel sistema completamente riconoscendolo come un sistema iniquo e sbagliato ma se non si ha la forza di cambiarlo siamo come lupi che ululano alla luna.
Meglio e' per un lupo cacciare, difendere la propria famiglia, il proprio branco ed usare tutta la sua forza annusando la terra, correndo prendendo quello che serve, come e' nella natura.
Se scegliamo di lasciare senza prendere e' solo un alibi alla nostra pigrizia ed incapacita'.
Se siamo lupi possiamo ululare alla luna ma solo se questa rappresenta il mondo che non vediamo, minacciandolo con la nostra voce, con la nostra forza, con il nostro sacro fare quotidiano.
Se invece davvero non vogliamo misurarci e interagire con il mondo materiale, possiamo cercare il nostro angolo di paradiso da qualche parte nel mondo e goderci il dono della vita ma senza frignare, sano puro egoismo, legittimo ma tutto sommato forse un po' codardo.

domenica 13 settembre 2015

Foto in bianco e nero

Sembra quasi che le foto in bianco e nero abbiano un valore maggiore nonostante abbiano qualcosa che gli manca. Forse sara' per l'eta' che dichiarano, per il fatto di avere tra le mani oggetti che hanno almeno trenta se non quarant'anni, sara' perche' sembrano dei piccoli quadri invece che riproduzioni meccaniche.
Ma di certo se ci sei tu in queste foto ti rendi conto che hai fatto un bel viaggio ad arrivare fin qui, oggi, almeno io lo credo, lo vivo cosi'.
Di me bambino con la madre gia' un po' tesa per quello che probabilmente stava vivendo che avrebbe rovinato il suo cuore fino a farlo cedere prima che io diventassi uomo, e con un padre fantasma prima morto senza colpe e poi scoperto come rinnegato per le sue enormi colpe di padre, di marito e di altre nefandi storie inventate da giornalisti forse troppo fantasiose o forse solo troppo poco.
Avevo gli occhi vispi e spancati al mondo e ancora il sorriso pieno di ogni bambin sano e felice che puo' godersi la vita come una scoperta continua.
Quella voglia di vita che si e' trasformata in voglia di avventura, avventura parziale, avventura urbana e che oggi vivo nelle mie avventure commerciali e che spero ognuno viva in qualche ambito della sua vita, senza bisogno di diventare Indiana Jones.
E risfogliando le foto di una vita, seppure con i momenti tristi, che spesso coincidono a quelli senza foto, senza ricordi, perche' quando lo spirito e' assente la materia si svuota di contenuto e non si riproduce nemmeno piu' nelle foto.
E vedi le facce tue, di quelli che ti erano intorno e noti particolari e fai considerazioni che non avevi mai fatto prima.
Come se ti conoscessi per la prima volta, come se tu fossi un estraneo a te stesso.
Se non ricordi le emozioni e i pensieri di quel momento della tua vita questa diventa un altra vita, vissuta chissa quando e spesso provi simpatia.
Rivedere le vecchie foto e' un attivita' che va fatta almeno una volta ogni cinque anni, ogni dieci, non piu' spesso perche' sarebbe un cercare altrove.
Ma intuire il percorso che hai fatto. le espressioni, i corpi che hai vissuto, questo si che diventa un avventura fantastica.
Salerno luci d'artista: Tappeto magico
Tutto cio' che non uccide rinforza: avendo la fortuna di vivere in un paese non in guerra si puo' dimenticare il dolore subito e ricucire invece i momenti di bellezza, di simpatia, di semplice vita allegra e spensierata e bisogna farne una trama per un tappeto magico che ci puo' condurre ovunque noi vogliamo.
Dal punto in cui siamo proprio in questo momento con il tappeto intrecciato solo dei momenti di benessere, dei momenti significativi, in cui sorridiamo speranzosi alla vita che ci immortala in un flash per sempre, possiamo partire per andare dove vogliamo a prescindere da quello che succede e nonostante quello che ci succede.
Intrecciamo i nostri magic moments, ci porteranno ovunque.


mercoledì 2 settembre 2015

Solve et coagula

Per decenni ho divorato testi e formatori alla ricerca della ricetta segreta e mi ritrovo alla fin fine come il giovane Santiago che viene derubato per l'ennesima volta verso il suo sogno.
E mi ritrovo a camminare verso questo nuovo sentiero dell escursionismo con compagni che portano il loro Io come lo faccio io. Ad affrontare problemi e cercare soluzioni usando i propri mezzi e le proprie strategie:
chi usa la prestanza fisica per scalare montagne dalla parte in cui non vogliono essere penetrate, altri che usano spaghi per misurare cartine ed io che mi ritrovo a mediare la mia stanchezza con l indifferenza della grande montagna che abbraccia il sole per portarlo dentro di se al riparo dagli sguardi avidi di uomini piccoli ed insignificanti come le formiche per noi.
E cosi' abbiamo in mano un testo di un maestro che ha gia' fatto la strada, di una mappa del territorio che ci da i riferimenti necessari per muoverci.
E nonostante questo l'accesso alla forra degli scaloni, ovvero quello che cerchiamo ormai da due giorni e oltre venti ore di cammino in salita e discesa percorrendo decine di chilometri in linea orizzontale e diversi anche in ascesa ed ascesa inversa resta nascosta al nostro io: e' ancora non conosciuto.
E mi chiedo di quanti insegnamenti ci sia un reale progresso dell allievo.
Certo farsi indicare la strada da qualcuno che l ha gia' fatta e' un gran risparmio di tempo, rispetto ad una ricerca senza parametri e riferimenti.
Ma questo risparmio di tempo non ci regala nemmeno un millimetro di fatica in meno, anzi spesso i numerosi bias cognitivi si impongono silenti e pericolosi, riconosciuti solo postumi, a volte, meditando sugli accadimenti.
E la differenza tra mappa e percorso si fa sudore vero, come nella vita, dove ogni maestro non puo' darci nessun sollievo alla nostra fatica, ma solo indicarci la direzione da prendere, sperando di non aver capito male, e di non fare troppi errori e che il maestro dia una direzione sincera e non intrisa da falsi segnali per alimentare rigurgiti di potere.
Eppure la mattina si parte pieni di energia, e si va avanti per tentativi, sbagliando, bestemmiando, incontrando tutti gli animali della nostra mente come la stanchezza, la paura, la vigliccheria, la presunzione, la richiesta di riconoscimento, la lotta di supremazia e del potere, cosi' come qualsiasi animale senza coscienza (forse).
Ma il giorno passa veloce e di pomeriggio inizia l'affanno decuplicato dalle ombre piu' lunghe e dalla demoralizzazione della mancanza di riuscita.
Leggevo tempo fa che la prima causa di morte dopo smarrimento nei boschi e' dovuta alla depressione immediata e forte di aver perso i riferimenti, che fa desistere dal continuare a cercare con la dovuta attenzione e costanza la via di casa.
E quindi si interrompe a malincuore la ricerca e si torna verso il punto di fuga della propria automobile e, ci si rende conto di aver fatto tanta strada, perche' si va molto piu' veloci ma si sente ogni passo come un macigno sui muscoli.
E la giornata finisce cosi' con gli occhi pieni della vita che scorre, della natura imperiosa, dei pochi esploratori, sempre gentili, della grandezza della materia poco incontaminata, selvaggia e fortissima.
E ogni mappa, ogni informazione, ogni riflessione, ogni sentimento si stempera nella stanchezza calda ed accogliente di averci provato, di essere andati oltre le indicazioni, di aver percorso sentieri veri e non tracce digitali, di aver fatto qualcosa di profondamente inutile ma di senso ...compiuto.