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domenica 31 maggio 2015

Ego contro ego

E' lo scontro classico che succede in ogni relazione umana.
Si nasconde dietro una lotta di potere, di sesso, di riconoscimento ma in fondo siamo sempre li nella lotta della vita in cui qualcuno vuole sopraffare qualcun altro: facendosi rispettare, amare, considerare, seguire.
O chi ha deciso di essere il piu' debole del rapporto seguendo, amando, rispettando chi abbiamo deciso noi.
A volte ci ritroviamo in rapporti la cui origine e' sconosciuta ma che il fine invece e' cristallino al nostro desiderio: quello di piacere e di essere giudicati bene in merito ad una scala di valori che sono socialmente e moralmente condivisi.
Eppure se guardiamo la natura tutto questo e' nella norma, c'e' sempre una lotta di predominio per la femmina, per il branco, per il cibo, quindi vergognarsene, nasconderlo o metterlo fra le cattive azioni e' un atto di rinuncia ai nostri istinti piu' profondi.
E senza le nostre profondita' non esiste un essere completo.
Il mare che vediamo dalla terra e' solo una superficie che contiene profondita' biue e popolate di esseri sconosciuti, come il nostro io.
E cosa e' un leader alla fine se non colui che segue interamente ed integralmente il suo essere piu' profondo facendolo trasparire in ogni azione e contesto?
Si leader si nasce ma lo si e' ogni volta che rappresentiamo la bandiera dei nostri desideri piu' profondi allora si, la nostra voce, la nostra postura, il nostro mondo cambia per aiutarci ad esprimerci nel modo piu' opportuno il nostro io, che non sono i nostri desideri, non sono i nostri capricci, ma sono le nostre volonta', la nostra storia, il nostro messaggio.
E il vip diventa colui il cui messaggio piace a molte persone,
La cui presenza e' richiesta come un toccasana per le insicurezze dei molti, per le zone di ombre che ognuno di noi rifiuta cercando il sole altrui e dimenticando che ognuno di noi porta la luce della passione in alcuni campi, in alcune questioni, in alcuni momenti.
E allora ricerchiamo il nostro scontro con gli altri, per scontrarci dobbiamo sempre prima incontrarci e poi in un modo o nell altro trovare la nostra posizione: di leader o di gregario,
Viviamo in un epoca di individualismo e di socializzazione virtuale senza precedenti.
Quello che decidiamo sia giusto o sbagliato oggi saranno le regole del futuro e dei nostri figli.
Cerchiamo di riprendere il nostro potere decisionale e di affermazione, sara' comunque una lotta che sara' giocata con strumenti che noi conosciuamo ancora poco ma che sono potenti ed a nostra disposizione per crescere come un bosco di consapevolezza diffusa.
Non ci sara' da valutare chi ha ragione e chi ha torto ma di prendere la nostra nicchia di consapevolezza e portarla avanti, nonostante tutto e tutti, come una follia personale che sfida le istituzioni e che sfida le regole
Ma non dobbiamo sfidare gli altri, dobbiamo sfidare le nostre idee, i nostri pensieri, le nostre credenze e metterle alla prova nel gioco della vita.
Gli altri rappresenteranno il nostro mondo e se li sfidiamo stiamo sfidando il mondo a darci ragione o torno ma sopratutto ad identificare la nostra posizione di leader o di gregari e sopratutto dove siamo leader e dove non lo siamo, in una nuova realta' di indivuduazione dell individuo.

domenica 17 maggio 2015

Disobbedienza civile

E' il titolo di un testo di un autore americano che ha ispirato Gandhi e Martin Luther King.
Possiamo disobbedire a leggi fatte da altri uomini come noi, anzi la questione e' che dobbiamo disobbedire quando queste leggi violano i principi di integrita' e di moralita' personale.
Altrimenti che differenza ci sarebbe fra ubbidire ad una legge ingiusta e che crea dolore ed ubbidire ad una legge nazista orribile e disumana?
E' sempre una nostra possibilita' di fare questa scelta e certo ne pagheremo le conseguenze.
Lo stesso Henry David Thoreau che si rifiuto' di pagare le tasse perche' destinate ad opere ingiuste come ad esempio la schiavitu' ed all invasione del Messico fu imprigionato e scarcerato solo quando qualcun altro pago' il suo debito.
Ma ubbidendo a leggi ingiuste ed ingrate si hanno effetti non immediati anche peggiori che bisogna tenere in considerazione.
Non ci si puo' rimettere alla maggioranza aspettando che altri la pensino come noi.
Bisogna agire secondo propria coscienza o scegliere di non farlo ma ricordandolo poi quando la nostra vita' si pieghera' al potere indifferente ai dolori delle persone.
Non voglio entrare nel merito dell anarchia e della validita' dello stato od il suo annullamento.
Ma senza scampo dobbiamo prendere atto che la funzione dello stato in questo momento e' di difficile condivisione.
Spesso lo stato e' stato visto come un freno all economia da parte dei liberisti o quindi come un paladino della classe piu' povera ed indigente, come una protezione per i diritti dei piu' poveri ed emarginati.
Ma adesso che i piu' poveri ed emarginati sono diventati gli sbarcati dai gommoni ecco che lo stato diventa un dissipatore di ricchezze ed un ingrato verso i suoi figli primogeniti: gli italiani.
Possiamo tirare la giacchetta al primo ministro di turno ma comunque gli interessi sono spesso in conflitto e comunque una garanzia per tutti non sara' mai rispettata da un ente che annulla l'individuo.
E allora sicuramente bisogna di nuovo formare un nuovo cittadino, di formare una nuova societa', una nuova forma di associazione fra gli individui ma per fare questo bisogna dichiarare ad alta voce che qualcosa qui non va, ed e' sicuramente difficile trovare la soluzione, ma lo stato autonomo dall individuo e dalla liberta' personale non serve a nulla.
E purtroppo ritirarsi in se stessi, lasciando fuori dalla nostra vita lo stato e le sue pretese e' impossibile:
siamo costretti a scegliere di dissobedire invece di nasconderci.
Gli anarchici scelgono la propaganda e la lotta continua contro il capitalismo e il governo che sono gli strumenti per il controllo di pochi nei confronti dei molti.
Ma chi sceglierebbe una lotta con dolore sicuro in nome di un benessere mai conosciuto? Solo i piu' disperati ed i piu' emarginati non riuscendo mai a ribaltare la forza del potere economico.
Serve invece una nuova classe che conosca gli strumenti economici, che possa agire trasversalmente da fuori il governo a dentro il governo, da fuori della produttivia' economica al cuore della produzione.
Bisogna che la classe operaia si modelli ad una nuova creazione di ricchezza materiale che non sia soggetta alle regole dello sfruttamento ma che abbia la capacita' di trattare il proprio potere, ma un potere nuovo che non sia di forza fisica o materiale, ma un potere di idee di maggior equilibrio naturale fra le parti.
Per poter formare una forza di trattativa serve che sia formata una legione di uomini che non sia arrabbiata e forte solo nel togliere ma diventi paladina della distribuzione della ricchezza in ogni atto fin da subito.

domenica 10 maggio 2015

Spezzare la volonta'

Cresciamo con la campanella scolastica che come i cani di Pavlov ci danno la salivazione della gioia quando finisce la scuola e la noia del sapere inutile quando inizia la giornata.
Cresciamo con comandi esterni che creano delle mura intorno alla nostra volonta', delle mura sempre piu' alte e piu' spesse per non farci uscire dalla prigione del potere consensuale.
La nuova forma di potere democratico che ha sostituito alla autorita' della forza, prima quella del capotribu', poi alla autorita' generazionale dei re e dei sangue blu ed infine alla autorita' divina degli interpreti della potenza divina e suprema con il consenso.
Abbiamo avuto un barlume di speranza nella conoscenza accademica, quella che seleziona il sapere come elemento funzionale al miglioramento della nostra vita messo subito sotto scacco dal potere reale che ha usato la conoscenza e l' illuminismo come strumento di ulteriore potenziamento delle proprie produzioni,
passando dai latifondi all industria.
Tanto che la rivoluzione industriale ha segnato una schiavitu' senza precedenti nell essere umano.
Quella piccola parte di conoscenza che ha prodotto moti di cambiamento della civilta' come la autodeterminazione dei popoli e la coscienza di classe, e' stata inesorabilmente sotterrata sotto una democrazia vuota' svuotata dal potere economico, sovranazionale ed invincibile.
Se due ricchi si incontrano hanno sicuramente molto in comune e qualsiasi loro iniziativa ha uno scopo comune ed assolutamente determinato: arricchirsi ulteriormente.
Due poveri che si incontrano non hanno nulla in comune se non la sofferenza e sono costretti a lottare fra di loro per sottrarre la sopravvivenza all'altro e non possono avere la forza e la capacita' di sottrarre qualcosa ai ricchi, alimentando cosi' lo stato di cose.
Il potere adesso non mostra piu' l'autorita' e la forza ma cerca il consenso vuoto delle proprie iniziative volte a mantenere uno stato appena sufficiente di sopravvivenza per i cittadini.
Anche l idea di un europa unita allontana il potere dalla massa, togliendo anche l ultimo barlume di contestazione possibile.
Inquina le contestazioni con la violenza inutile e controproducente per chi non e' d'accordo con i black block.
Permette lo sbarco dei moribondi sulle nostre coste per abbassare i gradi dei diritti acquisiti.
Non c'e' bisogno di essere complottisti per immaginare una regia occulta che difende il potere, non c'e' nessuna regia: il potere ed i suoi rappresentanti mantengono la propria posizione senza bisogno di nessun accordo: hanno uno scopo unico che non c'e' bisogno di organizzare o manovrare, succede naturalmente.
E i nodi vengono al pettine: adesso che la produzione industriale e' diventata inutile al potere scoppia la crisi: chi produce lo fa senza bisogno delle persone, o con molte meno ed in nuovi luoghi affamando intere popolazioni. I governi cercano di mantenere una parvenza di civilta' firmando le cambiali dei debiti pubblici a nome nostro e come beneficiari sempre loro: i ricchi.
Siamo inculati in modo spettacolare e non possiamo rendercene conto perche' stiamo combattendo la nostra sopravvivenza quotidiana senza avere gli strumenti per poter cambiare qualcosa.
Abbiamo una piccola possibilita' allenandoci a poter decidere in modo autonomo, crescendo i nostri figli come nuovi guerrieri della civilta'.
Non come bambocci viziati e iperprotetti, in attesa di una campanella che decide il loro tempo, che scandisce il loro tempo e amputando la possibilita' che le regole possono essere cambiate sempre e comunque, con la violenza forse ma sopratutto con la volonta' ferma delle proprie decisioni che e' ben lontano dal capriccio isterico del possesso e della soddisfazione dei bisogni.
Impariamo ed insegniamo ad affrontare le difficolta' delle proprie scelte, impariamo ed insegniamo la capacita' di fare delle scelte oltre la cultura, la religione e le regole, cambiando ognuna con ogni strumento disponibile, a partire da quello della conoscenza della volonta' .

domenica 3 maggio 2015

Esperimenti con la realta'

Possiamo giocare ed essere seri, crederci o sperarci ma la realta' e' precisamente una.
E possiamo agire con tutta la nostra volonta' e tutta la nostra immaginazione ma la realta' conseguente sara' una ed unica ed ineccepibile ai nostri sensi ed ai nostri pensieri.
Possiamo modificare il giudizio della realta', i sentimenti legati ad essi, ribattezzarla con nuovi linguaggi e nuovi simboli ma essa sara' costante e perenne come il sole che sorge al mattino.
E quello che possiamo fare e' fare degli esperimenti e vedere cosa succede.
Di certo quando cerchiamo di cambiare qualcosa veramente il nostro intero corpo va in uno stato di stress e di ansia notevole. E qui il primo passaggio: se lo stress non diventa paura arriviamo ad una nuova realta' che sara' il risultato della nostra azione.
Se invece lo stress e' troppo e diventa paura la nostra azione sara' compromessa dal nostro sistema interno che non riconosce i motivi della nostra scelta o non li ritiene sufficienti allo sforzo.
E quindi possiamo allenarci ad essere la nostra guida, ma per guidare noi stessi dobbiamo prima capirci accettarci, riconoscerci e comprenderci profondamente. O almeno solo un po' alla volta.
La spiritualita', la razionalita', i sentimenti, le sensazioni, i desideri, i sogni possono tutti essere i nostri motori per fare gli esperimenti con la realta'.
Ma non possiamo escluderne qualcuno con uno sforzo imperioso di volonta' sorda e tirannica.
E' una mediazione fra le forze che ci governano e la nostra vita e' un concerto delle nostre componenti e quando riusciamo a trovare l'armonia in tutto il nostro essere allora si possiamo sperimentare la realta' come un territorio di scoperta enorme ed interessante ed iniziare ad essere esploratori del mondo.
Come nella creazione e pubblicazione di un testo, sia un libro, un blog si sviluppa la nostra componente narcisistica: quella di mostrarci, nelle nostre azioni, nelle nostre parole e pensieri.
Mostrandoci per essere riconosciuti manifestiamo un bisogno importante ma non dimentichiamo che un bisogno nasce da una carenza.
Se abbiamo bisogno di qualcosa e' perche' ci manca, a prescindere poi da indagare sul perche' ci manca.
Ed e' concetto che nella nostra attivita' ci riduce in catene di scarsita' e di insicurezza pesantissime.
In cui la realta' non e' il teatro dei nostri esperimenti ma la prigione in cui non riusciamo ad esprimere i nostri desideri.
In verita' i nostri esperimenti migliori sono quelli di cui non abbiamo veramente bisogno.
Il bisogno e' estraneo alla volonta', anzi e' il suo aguzzino.
Possiamo indicare i nostri obiettivi e le nostre intenzioni e le nostre volonta' con una moneta, a testa e croce:
conosco gente che si e' sposata scommettendo con amico di rimorchiare una data persona.
Non conta che il desiderio sia reale ed impellente per sperimentare la realta'.
Basta una decisione qualsiasi e perseguirla, come negli esercizi di Gurdjeff.
Esprimiamo noi stessi non in quello che desideriamo ma in quello che facciamo.
Facciamo il nostro cammino dimenticando quello che ci manca ma cercando e perseguendo una direzione.
Una ed una sola, finche' ci va e poi un'altra ed un'altra ancora, non inseguendo i nostri bisogni ma seguendo la nostra armonia, allora si che la vita diventa un laboratorio di creazione degli universi.