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lunedì 27 gennaio 2014

Strategia e tattica

Nelle piccolezze, nelle ripetizioni quotidiane, si nasconde la grandezza dell'essere umano:
animale che si adatta continuamente alle strategie del potere.
A volte si dice che si e' un uomo di mondo quando si conoscono le regole, a volte si dice che cambiare le cose e' solo un'utopia, a volte si dice che dopo ogni rivoluzione e progresso si torna sempre allo stato precedente di una civilta' inferiore ed ingiusta.
Ed infatti abbiamo gia' questa "fortuna" di essere passati da momenti di aspettativa del futuro come momento in cui le cose sarebbero migliorate sicuramente ad un futuro incerto che non ci garantisce nessun miglioramento rispetto ad oggi e che anzi minaccia altre lacrime altro sudore, come un rinnovato peccato capitale.
Ovvero si possono chiamare vizi del capitale, come un gioco di parole il capitale torna come vitello d'oro per le nostre venerazioni quotidiane a cui ciecamente ci sottomettiamo.
Ma questa sottomissione apparente non e' forse il modo migliore di rispondere al potere?
A volte alziamo il pugno rabbioso verso un "sistema", una istituzione, un governo indifferente alle nostre sofferenze e che ciecamente corre verso un furto continuo della ricchezza e della serenita' dei suoi fautori, come una macchina impazzita senza piu'controllo.
Eppure qualcuno i bottoni li schiaccia, e ci dice che questi sono mali necessari per un bene superiore futuro, ovvero torniamo a promesse che sono logicamente menzogne in nome di una sofferenza immediata.
Quindi quando qualcuno mente ha una strategia, ovvero un piano in cui il tempo non conta ma lentamente ed inesorabilmente realizza il proprio piano.
Come un profeta che vede gia' il futuro perche' ha gia' letto le strategie del potere.
E noi che invece non possiamo scegliere strategie ci adattiamo quotidianamente alla giungla urbana, agli stati di polizia, alla poverta' che dilaga a macchia d'olio con un senso di colpa instillato nel benessere vissuto come un furto fatto al mondo ed adesso accontentarsi di una decrescita felice.
Ma decrescere per chi paga le bollette in ritardo vuol dire scaldarsi col fiato e mangiare pezzi di intonaco di case all'asta in un tessuto sociale smembrato e livido.
E la rabbia pero' diventa violenza ingiustificabile, e il suicidio diventa fuga dolorosa di chi vede i propri errori e non ha letto invece la strategia del potere.
Noi possiamo usare tattiche, ovvero non considerare il tempo, non disegnare scenari futuri ma inserirci negli ingranaggi del mondo ogni giorno cercando il nostro spazio vitale.
Non possiamo cambiare il mondo ma possiamo ritagliarci la nostra sopravvivenza e maggiore sara' la spinta verso un futuro ignoto maggiore sara' la nostra forza nella tattica di sopravvivenza.
Perderemo la qualifica di geni e la grandezza dei profeti ma con tattiche veloci, decise, manterremo la nostra dignita' di esseri umani comunque.
La nostra vita e' la moltiplicazione delle nostre giornate, ogni nostro giorno e' il riassunto della nostra vita, quello che facciamo, come lo facciamo, perche' lo facciamo ci dipinge con una vernice fosforesciente ed indelebile.
In ogni nostro atto quotidiano possiamo trovare lo spazio, il momento, l' attimo di liberta' dalla strategia del potere e ogni attimo ripetuto porta l'eternita'.
Rinnoviamo l'arte del fare, aprendo gli occhi possiamo usare la tattica giusta per la nostra dignita' che va molto al di sopra delle leggi di chi applica le strategie per qualcuno.
Ulisse e il ciclope


lunedì 20 gennaio 2014

Sacrifici umani

Inorridiamo davanti a scheletri ritrovati in centro america e pensiamo alle barbarie di quella civilta' che sacrificava essere umani.
Eppure il sacrificio e' diventato la nostra regola da quando il figlio di Dio si e' sacrificato per l'umanita' ovvero ha sacrificato la sua umanita' per avvicinarsi al Dio padre e non essere piu' nostro fratello.
Eppure sacrifichiamo le nostre vite al lavoro, alla pensione, alla sicurezza, sacrifichiamo la nostra salute ad ingoiare rospi ogni giorno o ci ammaliamo di rabbia sfogandola o meno.
Per non parlare dei tristissimi sacrifici umani delle bombe intelligenti, delle mine antiuomo, di bombe atomiche lanciate e minacciate di continuo dalla civilta' dominante del pianeta terra.
Danni collaterali li chiamano i signori della Real politik.
(Repubblica) Palestina. Il corpo di
una bimba emerge dai resti della sua casa a Zeitun.
Barboni che muoiono di freddo effetti di non adattamento alla civilta' economica.
Intere popolazioni ridotte allo stremo per sottrarre le materie prime per i nostri consumi compulsivi e non ecologici.
E noi quanto ci sacrifichiamo in nome e per nome di qualcosa che spesso non riusciamo nemmeno ad avere?
Possiamo farlo, possiamo essere dei violenti ed indifferenti boia della nostra vita, e spesso se lo siamo con la nostra lo diventiamo anche con quella di chi ci ama perche' questa diventa la psicosi di massa di chi non apre la porta alla conoscenza e all ignoto.
Se Gesu' si e' sacrificato per raggiungere il padre possiamo farlo anche noi, avendo il coraggio di non rinnegare le frustate della vita, di non nascondere la nostra croce, o di gettarla intorno a noi rinnegandola o nascondendola nella sabbia o urlare il nostro dolore al mondo indifferente.
Eppure il sacrificio ha il significato originale di fare sacro, di una attivita' sacra.
Non e' solo dolore o rinuncia ma puo' essere un fare sacro.
Se si recupera il respiro profondo possiamo sacrificare il dono della nostra vita, possiamo sacrificare qualsiasi cosa ma chiederci un attimo prima se questo sacrificio ne valga davvero la pena, se Gesu' si e' sacrificato per salvare il mondo riusciamo noi almeno a salvare il nostro mondo personale?
Possiamo provarci in nome di un presente completo invece di un futuro tranquillo che tanto ci riguardera' comunque il giorno che lasceremo la forma mortale.
Un tempo le attivita' sacre erano numerose e riguardavano tutti gli aspetti della nostra vita, dalla nascita alla puberta', adesso ogni attivita' sacra, ogni richiamo al sacro e' deviato da un lezzo di vizio temporale e meschinita' cattolica lontana dal cristo, dai dei pagani e dagli archetipi mitici.
Adesso librandoci dai lacci morali e religiosi siamo liberi di essere materiali ma abbiamo perso la nostra parte sacra e il sacrificio diventa una lunga inutile inedia.

lunedì 13 gennaio 2014

Questione di centimetri

Si, e' sempre una questione di centimetri, forse millimetri, ma di certo e' qualcosa che abbiamo alla nostra portata.
Centimetri di altezza, centimetri di cellulite, centimetri di fuorigioco, centimetri e piccoli spazi intorno a noi che possiamo misurare con le dita e percorrere con un piccolo passo.
Ed ogni grande viaggio inizia sempre e solo con un piccolo passo.
Voglio dire che ogni azione e' alla nostra portata, voglio far venire in mente l'immagine di un piccolo spazio con cui misuriamo le nostre sfide quotidiane.
Ma sopratutto i centimetri che percorriamo ogni giorno, non dico i chilometri ma i piccoli gesti, le attivita' le abitudini.
Le buone o cattive abitudini sono quelle che ci formano, sono quelle che ci esprimono.
Se qualcuno vuol capire chi e' basta che mette una sveglia sul telefonino e ogni ora e mezza e "ricordarsi di se", ovvero scoprire cosa stiamo facendo, cosa stiamo pensando.
Basta una giornata, una qualsiasi e verra' fuori il nostro quadruccio.
E se vogliamo magicamente diventare qualcosa di altro da noi?
E se aspettiamo anche noi quell evento magico che ci cambia la vita con uno scocchio di dita?
E' solo uno schiocco di dita che ci divide dalle nostre decisioni.
Ma quello che di divide dal nostro ideale e' una costante, noiosa ma costante ripetizione.
Possiamo anche diventare dei geni come Leonardo da Vinci o come Swarzenegger.
Ripetizione viene usata come un'attivita' noiosa eppure e' esattamente quella che invece possiamo iniziare ad apprezzare e ad usare per noi.
Possiamo usare il principio della goccia che scava sulla roccia per indicare che la ripetizione vince ogni resistenza, ma voglio andare oltre:
la ripetizione crea il cortocircuito della genialita'.
Alcuni ricercatori parlano dell insight come di un collegamento fra varie memorie, memorie attuali e magari memorie antiche, ma il solco della memoria vien scavato dalle nostre ripetizioni.
La ripetizione ci esprime nelle giornate e le nostre giornate risuonano nell'eternita'.
Che strumenti vogliamo far risuonare?
Non potremo mai fallire se perseguiamo una intenzione ripetendo le cose che ci portano in quella direzione.
Certo se cerchiamo l'alba e camminiamo verso ovest avremo sempre il tramonto e mai l'alba, ma il nostro intuito e' potente, puo' verificare se ci sono dei piccoli segnali.
E alleniamo la volonta' alla ripetizione e la ripetizione ci avvicina al livello energetico che ci avvicina al salto quantico del nostro desiderio.
Intenzione, ripetizione, intuito e costanza e scolpiamo il nostro destino come un blocco di marmo su cui modellare la nostra opera d'arte: la nostra vita.
Ripetiamo, con costanza, una ripetizione con profonda intenzione ed acquisiremo l'abilita' e la sensibilita' dell' artista ed arrivare ad esprimere oltre la conoscenza l inconscio e i suoi lampi universali.

(Immagine presa da http://marcocamedda.blog.tiscali.it/2008/04/)


lunedì 6 gennaio 2014

Donne e serpenti dei paesi tuoi

Donna, serpenti, gatti, tori, dragoni, per fortuna li abbiamo sempre combattuti, combattute.
A volte si dice che la storia insegna, certo ma infatti ci sarebbe da fare una domanda in piu': ma la storia non e' che Una storia?
Qualcuno l'ha scritta, qualcuno ha confermato la sua veridicita' e qualcuno l'ha insegnata e noi infine l'abbiamo imparata.
E tutto cio' che non fa parte della storia diventa "mistificazione", teoria complottistica, idee di 4 amici al bar, di una confraternita' di massoni, di illuminati, di deviati, di streghe...
E allora anche oggi mi voglio unire anche io a questa minoranza, forse diventata ormai maggioranza? Chi conta? e chi conta chi?
E quindi a quale eta' abbiamo sentito che il serpente provocando la donna Eva ci ha procurato un sacco di guai per tutta l'eternita'? E quanto spesso sentiamo che le donne, per quanto vogliano essere alla pari, sono di fondo piu' deboli, piu' emotive, insomma meno adatte al "governo".
Per non parlare della nascita della civilta' greca, quindi della nostra occidentale, ovvero la piu' progredita con l'uccisione del toro?
E quanti draghi ci hanno spaventato? Quanti santi hanno la loro lancia infilzata nei draghi?
Non parliamo dei luoghi comuni sui gatti..
Ho avuto la fortuna di leggere il libro "Il calice e la spada", che parla di un'altra civilta', di una Atlantide, molto piu' vicina, di una civilta' basata sulla mutualita' e non sulla gerarchia.
Anche io ormai ho iniziato ad essere assuefatto al veleno dell ineluttabilita' delle cose e piego la testa al conformismo.
Ma ogni tanto qualche eroe mi fa battere il cuore piu' velocemente e allora cerco la ricerca di azione, di porre dei minuscoli sassolini nella strada di un mondo diverso, in cui si pagano interessi bancari ad anonimi rapinando i sogni di una civilta' sempre in bilico.
E allora voglio accendere una candela in un mare in tempesta che durera' un attimo ma questo intanto lo posso fare e vi invito a cercare altre "Storie"; ce ne sono milioni, in cui le donne erano divinita', in cui i serpenti, i draghi, i tori erano energia vitale, potere di creare la vita, potere di generare e rigenerare, potere di vita, non potere di morte.
E sopratutto togliendo il potere a chi genera, si permette che si mantenga un potere illeggitimo, non naturale, sterile e che si avvita su di se.
Il simbolo della nostra civilta', della nostra speranza e' quella di un uomo sanguinante, ferito a morte su una croce e abbiamo cancellato i simboli della vita terrena in attesa di una vita ultraterrena.
Possiamo scegliere di fare riferimento a chi ha il potere di dare la vita o chi ha il potere di dare la morte.
Possiamo davvero vivere in un mondo senza violenza, in un paradiso di abbondanza e felicita' e ne sono certo perche' la storia insegna e una volta era cosi'!
Anche se cercano disperatamente, continuamente, di cancellare ogni traccia.