animale che si adatta continuamente alle strategie del potere.
A volte si dice che si e' un uomo di mondo quando si conoscono le regole, a volte si dice che cambiare le cose e' solo un'utopia, a volte si dice che dopo ogni rivoluzione e progresso si torna sempre allo stato precedente di una civilta' inferiore ed ingiusta.
Ed infatti abbiamo gia' questa "fortuna" di essere passati da momenti di aspettativa del futuro come momento in cui le cose sarebbero migliorate sicuramente ad un futuro incerto che non ci garantisce nessun miglioramento rispetto ad oggi e che anzi minaccia altre lacrime altro sudore, come un rinnovato peccato capitale.
Ovvero si possono chiamare vizi del capitale, come un gioco di parole il capitale torna come vitello d'oro per le nostre venerazioni quotidiane a cui ciecamente ci sottomettiamo.
Ma questa sottomissione apparente non e' forse il modo migliore di rispondere al potere?
A volte alziamo il pugno rabbioso verso un "sistema", una istituzione, un governo indifferente alle nostre sofferenze e che ciecamente corre verso un furto continuo della ricchezza e della serenita' dei suoi fautori, come una macchina impazzita senza piu'controllo.
Eppure qualcuno i bottoni li schiaccia, e ci dice che questi sono mali necessari per un bene superiore futuro, ovvero torniamo a promesse che sono logicamente menzogne in nome di una sofferenza immediata.
Quindi quando qualcuno mente ha una strategia, ovvero un piano in cui il tempo non conta ma lentamente ed inesorabilmente realizza il proprio piano.
Come un profeta che vede gia' il futuro perche' ha gia' letto le strategie del potere.
E noi che invece non possiamo scegliere strategie ci adattiamo quotidianamente alla giungla urbana, agli stati di polizia, alla poverta' che dilaga a macchia d'olio con un senso di colpa instillato nel benessere vissuto come un furto fatto al mondo ed adesso accontentarsi di una decrescita felice.
Ma decrescere per chi paga le bollette in ritardo vuol dire scaldarsi col fiato e mangiare pezzi di intonaco di case all'asta in un tessuto sociale smembrato e livido.
E la rabbia pero' diventa violenza ingiustificabile, e il suicidio diventa fuga dolorosa di chi vede i propri errori e non ha letto invece la strategia del potere.
Noi possiamo usare tattiche, ovvero non considerare il tempo, non disegnare scenari futuri ma inserirci negli ingranaggi del mondo ogni giorno cercando il nostro spazio vitale.
Non possiamo cambiare il mondo ma possiamo ritagliarci la nostra sopravvivenza e maggiore sara' la spinta verso un futuro ignoto maggiore sara' la nostra forza nella tattica di sopravvivenza.
Perderemo la qualifica di geni e la grandezza dei profeti ma con tattiche veloci, decise, manterremo la nostra dignita' di esseri umani comunque.
La nostra vita e' la moltiplicazione delle nostre giornate, ogni nostro giorno e' il riassunto della nostra vita, quello che facciamo, come lo facciamo, perche' lo facciamo ci dipinge con una vernice fosforesciente ed indelebile.
In ogni nostro atto quotidiano possiamo trovare lo spazio, il momento, l' attimo di liberta' dalla strategia del potere e ogni attimo ripetuto porta l'eternita'.
Rinnoviamo l'arte del fare, aprendo gli occhi possiamo usare la tattica giusta per la nostra dignita' che va molto al di sopra delle leggi di chi applica le strategie per qualcuno.
Ulisse e il ciclope |