Cerca nel blog

domenica 15 novembre 2015

Bomba o non Bomba

Siam cresciuti in Italia in un paese ufficialmente non in guerra ma con decenni di terrorismo, attentati, stragi.
Poi il potere si e' trasformato e da quello militare si e' scoperto quello economico e quindi qui son finite le bombe e sono iniziati i furti, l'esproprio proletario impallidisce di fronte alla corruzione, ovvero le roialty che ogni attivita' produttive deve versare al potete di turno per esercitare il suo dovere, che invece diventa una concessione personale. Ovviamente pagando per fornire servizi pubblici questo costo si e' riversato ben bene su tutti noi.
L'europa unita adesso ci chiede di pagare un debito nazionale, i nostri politici stanno sforzandosi di farci pagare solo gli interessi...
Credo sia difficile rompere questo meccanismo perfetto, questa mano invisibile dell economia che invece di riequilibrare il mercato sta premiando il capitalismo piu' evoluto.
Il rigurgito evoluzionistico del web e' gia' stato assorbito dal sistema economico ed e' diventato una sua emanazione, l'arte rivoluzionaria e' diventata espressione del potere gia' dai tempi del fascimo.
Tant'e' che le opere fasciste possono essere apprezzate solo ora a distanza di 100 anni dalla sua realizzazione, adesso che la spinta comunicativa e la manipolazione dell estabilishment si e' esaurita.
E adesso, come allora le bombe ripiovono su di noi, non piu' in Italia ma in europa, a Parigi.
E' spaventoso diventare vittime mentre si guarda un concerto o si mangia una pizza al ristorante, ci viene tolto anche l'ultima briciola di dignita' civile di lavoratori schiavi ma consumatori ancora apparentemente liberi.
E invece il nemico ci colpisce proprio nella nostra identita' capitalista: prima fu il world trade center che tradotto e' centro di commercio mondiale mettendo un dito insanguinato nella nostra forza di occidente colto ed avanzato. Il nemico ci fa vedere morti ammazzati, giustiziati in modo sanguinoso e crudele, cosi' come vediamo nei migliori film di azione della nostra produzione cinematografica, anch'essa massima espressione della civilta' dell' immagine, che richiama la morte come espressione di potenza umana invece dell'amore.
E siamo in guerra, in vera guerra, una guerra senza confini, trincee, ma una guerra di religione o meglio in una guerra di nuovo ideologica, come fu quella degli anni settanza in Italia.
E ci ritroviamo a combattere una guerra in nome di chi da questo capitalismo ha solo vantaggi, difendendo con la nostra vita e sterminando migliaia di vite altrui in paesi lontani, esotici ma invisibili alle nostre coscienze.
Siamo sicuri di aver individuato il nemico? che sia davvero un bastardo e musulmano? E che non sia invece un libertario rivoluzionario che deve rompere un meccanismo che e' davvero impossibile aggiustare?
Ci ritroviamo ad anelare alla nostra apparente liberta' ad avere paura per i nostri cari senza realizzare che questi sono solo gli effetti collaterali di una guerra mondiale di un'economia che detiene e persegue il suo potere nonostante il bene morale della popolazione del mondo.
Possiamo sterminare l'isis e tutti i suoi membri ma se continuiamo ad affamare il mondo ci sara' sempre qualcuno che avra' come unica azione concreta per cambiare il mondo di uccidere.
Non ho la soluzione, ma son sicuro solo che bomba richiama altre bombe e dobbiamo trovare un'altra strada per il nostro futuro, trovare un futuro diverso dal presente e dal passato.

domenica 8 novembre 2015

La strada maestra

Anni fa in un momento in cui stavo iniziando a fare di nuovo business, dopo un pessimo periodo lavorativo, incontrai un concorrente che mi disse: "vedo che ti sei rimesso in carreggiata".
Quella frase mi resto' impressa perche' da allora mi fu piu' chiaro di prima che ci sono molti modi per fare le cose, ma alcuni sono quelli piu' convenienti e diretti, appunto come una strada maestra, ovvero una strada con carreggiate, ed esserci su vuol dire andare nella direzione giusta.
E ieri trovandomi senza respiro, sdraiato per terra, cercando, senza riuscirci, di arrivare sul ciglio del burrone, mi son reso conto che senza una strada segnata da seguire il percorso diventa difficile, forse impossibile.
Quindi se io non seguo la strada segnata da qualcun altro non riesco a muovermi? Mi perdo?
E perche' vicino al vuoto il terrore mi blocca in modo prepotente? E come si fa a salire in alto se c'e' tanta paura del vuoto sotto? Per salire bisogna muoversi in alto, ma alto esiste solo come distanza dal basso e quindi come riuscirci se il mio corpo rifiuta la verticalita'?
Seduto qui sulla mia sedia solo a ripensare alla vicinanza del precipizio si blocca il respiro di nuovo, come se davvero fossi in pericolo, quando poi non lo ero nemmeno li, sopra la montagna spaccata di Gaeta, anche se i pochi centimetri di distanza dal salto di 150 metri sul mare pulsavano adrenalina in circolo.
L'adrenalina ti stanca, e' come un turbo che scarica il tuo sistema in pochi secondi, che in una vita primitiva forse ti salvavano la vita ma adesso sono solo reazioni improprie, o forse no.
Come dice Jovanotti la vertigine, forse definitivamente, non e' paura di cadere ma paura di volare. E se si dice volere o volare... forse possiamo usare la nostra volonta' di Icaro per sfidare gli dei, ma dobbiamo usare la arguzia di Dedalo per non cadere con le nostre ali di cera della nostra volonta'.
Il respiro riusciva a riprendersi solo unendosi alla risacca del mare, respiro della terra incessante ed armonico, che riprendeva il mio corpo e lo salvava dalle trappole mentali delle nostre fatue volonta', del nostro smarrimento nel cammin di nostra vita, nel passare oltre il sentiero nel bosco indifferente alla volonta' umana.
Nella montagna spaccata di Gaeta c'e' un monastero e un giaciglio di pietra dove dormi' San filippo Neri che invita gli uomini a volare bassi, strana affermazione per chi ha vissuta una vita dormendo su una roccia a strapiombo sul mare.
E poco piu' su nel punto piu' alto del monte Orlando il Mausoleo di un console romano tenuto in perfetto stato, anche se svuotato dai suoi millenari tesori, circolare ed imponente come la vita del console che fece di Roma la storia con atti e gesta politiche e militari giuste.
E nella montagna spaccata dal dispiacere della morte di Gesu' cristo e' stata costruita un'opera ciclopica militare dalla nuova Italia sabauda alla fine dell’800, una batteria militare per poter colpire navi nemiche nascondendosi nella vegetazione ed usata durante la seconda guerra mondiale da basi tedesche che pero' non hanno sparato nessun colpo per difendere una postazione divenuta inutile appena costruita per il cambio delle tattiche di guerra.
L'opera e' pero' servita a tante coppiette di Gaeta per vivere l'amor profano, a detta della guida, volontaria, ed e' verosimile essendo una costruzione nel ventre della montagna completamente buia ed appartata ma come un budello lungo addirittura 600 metri che costruito per la guerra ha celebrato solo l'amore.
Infine la grotta del Turco in cui il respiro del mare si quieta invitando i corpi ad immergersi nel suo mare splendido, a ritrovare l'unione fra aria roccia ed acqua con il piccolo essere umano che spesso ha bisogno di guide e di esperti per conoscere l'opera di altri uomini, ma ha bisogno solo di respirare profondamente e svuotare la mente dai virus dei pensieri alieni per tornare a fondersi con una natura fiera libera e perfetta.



domenica 1 novembre 2015

Il dialogo muto

L' arte e' per la borghesia la ricerca della aristocrazia mancante, del peccato originale che oguno che ascende cerca di reinventare per annullare il punto oscuro di partenza che ancora vincola i suoi sensi di colpa.
Sensi di colpa del cristiano che non e' mansueto agnello da sacrificio e senso di colpa per la sua predatoria presenza nella societa' ingiusta e sostanzialmente incoerente verso la massa che dovrebbe rappresentare.
E ritorna l'ipocrisia di un'arte che dovrebbe esprimere una innovazione ed invece si ritrova vittima dei cartelloni sponsoristici delle banche massimo emblema del sistema che si vorrebbe rinnovare: inconciliabile.
La biennale di Venezia del 2015 si ispira ai futuri possibili e sono tutti futuri tecnologici, in cui la natura appare senza rimedio vittima. E l'uomo come essere naturale soccombe definitivamente.
Ci sono momenti in cui passeggiando fra le opere d'arte una brezza soffia nel nostro cuore, in cui la meraviglia si scompone in momenti di angoscia ricreata dall'artista ed altri di angoscia dettati dalla lontananza della comunicazione fra il normale e le ossessioni non codificate di artisti del mondo, nel mondo.
Messaggeri di messaggi antichi, filosofi della materia li definirei, nella ricerca della espressione si modella la materia in modi inusuali e non industriali.
Se domani qualcuno mi chiamasse dicendomi ti e' affidato il padiglione dell Italia, rappresenta il tuo futuro, immaginario o ipotetico lo farei? Avrei i miei strumenti?
Facile e' criticare la sconfitta degli anarchici che raccolgono i soldi dei capitalisti, adesso che non hanno piu' le sovvenzioni del pci e dei suoi amici.
Ma se oggi anche l'arte e' espressione dei predatori del mondo, e' gestita e pagata dai vincitori del sistema iniquo del capitalismo come possiamo uscire dalla trappola?
Come la maschera d'ossigeno del pilota russo essa vuole pilotare il mondo ma ha bisogno dell'ossigeno di chi lo controlla, una trappola di vetro infrangibile.
Sono soddisfatto comunque che tanta bellezza venga rappresentata, anche se facilmente rappresenta le brutture dell uomo come animale al guado fra l'animalita' della Grecia e l apoteosi della Slovenia, come l ancora che non mantiene fermo nessun progresso e si ritrova con la melanconia alchemica al suo fianco, antico compagno di esplorazione dell uomo e dell'umano.
Son contento di aver finalmente alla mia veneranda eta' aver assaporato una giornata di arte, di nuove espressioni, di aver portato le persone piu' care al mondo, mia moglie e mio figlio.
Spero che ognuno di noi trovi la propria capacita' di espressione di se', dell essere umano in noi e di tutte le nostre debolezze, richiamando anche le nostre grandezze.
Sono contento che ci sia nonostante tutto la possibilita' di sudare per le proprie idee, per le proprie emozioni, che lo possano fare cosi' tante persone e per cosi' tantissime persone amanti delle espressioni che vadano oltre le cornici dell ordinario, del quotidiano.
Per non far sembrare questo solo un sogno ma un orizzonte vastissimo per la mente, un orizzonte da voler e poter raggiungere con la propria intenzionalita', con la propria speranza e sperando che ci sia sempre abbastanza energia e consapevolezza per non farsi schiacciare dalla mano invisibile del capitalismo ingiusto.
Ma accarezzati da una reale capacita' di esprimere la propria rivoluzione la propria innovazione nonostante tutto e tutti.
Forse davvero l'uomo moderno si trova in un vicolo cieco di sviluppo e forse deve tornare indietro, ma sperando che non ci si fermi ad una epoca in cui predatori e predati tornino ad essere le antitesi che si sono sempre continuate ad esprimere nella civilta' conosciuta.
Ricordiamo con gli orrori i totalitarismi e siamo indulgenti con una democrazia paternamente ingiusta.
Andare eoni indietro, ad una cellula indivisa in un brodo primordiale e rinascere come abbracci nuovi, riprendendo l'energia universale e sufficiente per noi.
La domanda a cui dovro' rispondere come esploratore dell uomo: c'e' abbastanza energia per vivere la vita per tutti?