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domenica 19 aprile 2015

Social e nosocial

Da ragazzo ero timido, forse lo sono ancora, ma di certo non piu' come prima, di sicuro la PNL mi ha aiutato: cambiando il mio modo di pensare ho iniziato a cambiare il mio comportamento.
Ricordo perfettamente tutti quei terribili momenti di timidezza bruciante e bloccante, come una corazza rigida che non mi permetteva di fare quel passo o raccontare quella barzelletta.
Mille piccoli drammi vissuti con una fatica enorme che solo un timido puo' capire nella sua angosciante irrazionalita'.
E credo che facebook o meglio tutte le chat online, possano veramente aiutare in qualche modo tutti i timidi del mondo, almeno in parte.
La cosa piu' difficile perchi ha paura degli altri e sopratutto del giudizio su di se' e' quella di instaurare un rapporto, ovvero vivere quei primi momenti dell incontro in cui ci si trovi ad essere conosciuto.
Con la chat abbiamo gia' stabilito un ponte di comunicazione con chi incontriamo poi realmente.
Abbiamo gia' passato la forca caudina dell accettazione e di fondo la paura del rifiuto.
Potra' ancora esserci un rifiuto nello stabilire un rapporto diverso da quello preventivato ma quello non crea il timore di essere rifiutati completamente.
Certo che poi ci sara', nel caso di un rapporto di coppia, il terribile momento del contatto fisico, della prestazione sessuale, della competizione del piacere e su quello ci possiamo fare poco se non ricordare le volte con cui ci siamo divertiti in passato.
Non voglio dare una ricetta, anche se ce ne sono molte, ma deve diventare veramente un'allenamento alla socializzazione. E per fare questo dobbiamo reimpostare tutta la dinamica relazionale con gli altri e sopratutto con noi stessi: se non siamo noi sicuri di piacere o di poter essere allegri o simpatici o comunque che la nostra compagnia sia gradita, come possiamo poi pretendere di stabilire una nuova relazione al di fuori delle mura amiche della famiglia e degli amici di vecchia data? In genere pochi?
Ovviamente a nessuno piace soffrire e di certo le situazioni di socializzazione tenderanno ad essere poche e minimizzate al massimo.
Se proprio tocca la festa si cerca il gancio dell amico, l'angolo piu' nascosto del locale, insomma un buco in cui rinchiuderci comunque anche quando siamo con gli altri, sopratutto quando siamo con gli altri.
Ricordo che una dei loop mentali piu' drammatici e' quello in cui ci si inquadra da una telecamera mentale e si vede un essere completamente inadatto e continua a riprendere ogni azione e sopratutto ogni reazione di chi sta vicino, come fosse un esame di recitazione in cui noi siamo tremendamente inadatti.
Pensa a un timido che becca un altro timido! Una postura del corpo, una rigidita' mentale e stronzate dette nella apoteosi della sofferenza psichica.
Se riusciamo iniziamo a spegnere la telecamera che registra noi ed accendiamo invece l'attenzione sull altro:
e' facile come camminare: un passo dopo l'altro. E contando mentalmente a uno si sorride, a due ci si avvicina e a tre si parla. Un ponte che sembra un salto nel vuoto. Ma un piccolo esercizio che provero' a fare anche io la prossima volta e cosi' vediamo se sono un po' piu' social live ...(continua).


domenica 5 aprile 2015

Appeso ad un filo

I ghiacciai si sciolgono, i fiumi si gonfiano e il gruppo e' pronto per una nuova stagione di torrentismo coscienziale, di canyoning come dicono i piu' sportivi o di canyoning consapevole, come lo chiamerei io.
Comunque quell attivita' di scendere insieme al fiume attraverso la montagna, saltando con lui, cullandoci con lui, respirando con la sua forza silenziosa e rumorosa ma inarrestabile.
Ma senza correre per accelerare l'adrenalina, ma rallentando assaporando lo sforzo del momento.
La tensione della corda tesa, del tuo corpo appeso, dell acqua che ti sommerge, del vuoto che ti circonda, del fiume che ti aspetta di nuovo in basso di nuovo placido e sornione.
Non e' uno sport estremo, anche se non sono esperto di sport estremi, ma un viaggio nel cuore della montagna scavata dai secoli di acqua nuova e perenne e si puo' assaporare per un attimo il proprio respiro ed il proprio battito immerso nella natura piu' viva e forte.
Non c'e' bisogno di essere atleti, ne' sportivi per poter partecipare, ma di avere la voglia e la pazienza di andare oltre il nostro divano esistenziale, di non accoccolarci nel disagio di fare qualcosa di diverso.
Per i piu' vanitosi per dire io l ho fatto, per i piu' insicuri per dire IO ce l'ho fatta, per i piu' estroversi di calarsi con dei compagni di avventura e condividere le tensioni e le gioie, per i piu' paurosi per calarsi nella propria paura e risalirla, per i piu' introversi per ascoltare nuove sensazioni dimenticate dalla civilta' della comodita'.
Ed e' per questo, per scoprire e sentire di nuovo e non per le performance, che puo' farlo chiunque.
Quando alla domanda del cinico compagno di vita o genitore: ma chi te lo fa fare! si risponde con qualcosa di sconosciuto: io l' ho deciso.
Assumendo se stessi finalmente come maestri delle proprie scelte e seguendole su percorsi nuovi che abbandonano il dio della convenienza che uccide i ricercatori di se' e che possono dare dei squarci di consapevolezza o un respiro profondo che poi accompagna le scaramuccie quotidiane dell ego e della propria esistenza standardizzata.
Ma non per questo rinnegandola ma anzi riportandola alla sua giusta dimensione di lotta quotidiana per l'esistenza ma con ormai nella pancia la sensazione dell'altrove possibile, esistente ed accessibile in ogni momento con il ricordo e con la pratica.
Scegliendo di seguire l'acqua che corre a ricongiurgersi in un tutto indistinto ed unico che e' il mare e noi anche seguendo la sua corsa assaporando il nostro nuovo incontro con le sensazioni del corpo: senza terra sotto i piedi, del corpo immerso, galleggiante nell aria o nell acqua, del respiro che puo' mancare quando siamo sommersi dall acqua per poi ritrovarlo dopo un attimo che dura una eternita' come una nuova nascita quando siamo passati dal liquido della placenta all aria del mondo.
Non sara' una nascita nuova a totalizzante ma una piccola e potente che ci riavvicina alla vita.
E visto che siamo a Pasqua: buona rinascita a tutti.