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martedì 31 dicembre 2013

Caro diario

Oggi ti scrivo, cosi' mi distraggo un po'...l'anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.....Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione...
Si aspetta il futuro e questo ci passa affianco come un treno nella direzione opposta, sbattendoci con un colpo di vento sul finestrino.
Una volta i diari erano segreti, segregati, con lucchetti e perennemente nascosti.
Era solo la migliore amica quella a cui noi aprivamo il magico mondo del diario, dei nostri segreti piu' intimi, e spesso questa o questo li tradiva, ci ricattava e tormentava.
Altre volte il diario ci ha fatto sorridere, quando lo abbiamo ritrovato dopo anni, con la soddisfazione di aver passato quelle antiche sofferenze che ci hanno fatto riflettere per ore nelle pagine bianche della nostra intimita'.
E adesso di nuove ci angustiano ma non abbiamo piu' il tempo per il nostro diario.
Ormai i tempi cambiano e cosi' il diario diventa Organizer, con anelli: metti e togli, per appuntamenti e scadenze, il nostro diario diventa facebook, sfacciato ed invasivo come ogni nostra volonta' di esibizionismo sociale per avere un sacco di "ilike", per avere almeno 500 amici a cui confidare i nostri segreti piu' intimi.... e siamo noi stessi a raccontare i nostri segreti.
Ma li raccontiamo tutti? E' davvero la stessa cosa confidarsi, lasciarsi andare a pensieri personali e custodirli gelosamente e condivederli con il mondo?
Forse lascerei le agende e gli organizer a chi ha molti ruoli, lascerei facebook a chi cerca curiosi guardoni delle disgrazie altrui e prenderei anche un diario, un bel diario di fogli bianchi, magari con il giorno inciso sopra su cui suggellare i pensieri belli e i pensieri brutti del giorno che finisce col tramonto, che si perdono nei sogni della notte.
O forse non lascerei nulla, ma aggiungerei quel quaderno dei pensieri intimi su cui possiamo profondamente tracciare i segni della nostra anima, quella che non puo' essere social senza perdere un po' di trasparenza.
Possiamo con-fidarci a noi stessi, prendendo il tempo per i nostri pensieri, alleniamo la nostra comprensione, scarichiamo le tempeste emozionali che si agitano in modo improvviso. Rendiamo esterno a noi la nostra parte piu' profonda e rileggendola a volta la riconosciamo per la prima volta. Rinnovando un patto di lealta' con la nostra intimita' che e' amica vera, modesta e silenziosa e che se anche si traveste di solitudine essa puo' essere abbracciata senza restarne prigionieri.

mercoledì 25 dicembre 2013

Una splendida giornata

Cantava Vasco Rossi e noi la cantiamo con lui? "..Cosa importa che sia finita?--- straviziata... stravissuta...".Natale, da domani di nuovo le giornata iniziano ad allungarsi, il sole a restare qualche minuto in piu' da noi, anno che finisce e anno che inizia.
Letterine a babbo natale e buoni propositi per l'anno in arrivo.
Come in un labirinto: di nuovo seduti davanti alla frutta secca a rompere gusci a sentirsi un po' gonfi, un po' annoiati, un po' rilassati e un po' incazzati per un anno che e' passato in un batter di ciglia fra questo panettone e quello di un anno fa.
Ho letto un libro :"il miglior anno della tua vita" che ci aiuta a preparare un anno speciale, unico e migliore dell anno passato.Vale la pena di leggerlo se non altro perche' ci fa' rendere conto che spesso teniamo a mente solo gli episodi negativi e non diamo importanza a quegli episodi in cui invece ci siamo divertiti, abbiamo goduto e hanno avuto il bollino blu di esser degni di esser vissuti.
Se ci fermiamo a respirare, ci sono questi lampi, questi magic moments; creiamo il filmato nel cinema immaginario della nostra mente: montiamo le scene migliori, aggiungiamoci una gran colonna sonora e facciamoli scorrere, tagliando, aggiungendo e modificando un po' gli elementi del film della nostra vita, del nostro ultimo anno.
Lo faro' in questi giorni: spariro' fra un pranzo ed una cena e con un taccuino andro' senza telefono, come rapito dagli alieni, a consacrare i migliori momenti dell anno passato.

Rendero' grazia anche ai peggiori momenti e stilero' una piccola classifica dei 10 peggiori e dei 10 migliori e spesso negli anni passati quando l ho fatto mi son reso conto che l anno vissuto e' stato degno ma sopratutto che avrei potuto mettere un elenco delle mie migliori intenzioni per l'anno in arrivo.
E' importante anche fare altre considerazioni sul come dividere gli ambiti della nostra vita, ma vi invito a leggere il libro, e' un investimento di pochi euro e qualche ora di lettura che torna bene.
Per me intanto urlo al mondo che la mia linea guida per il 2014 sara':
che piu' invecchio e piu' divento forte, come un albero! e per questo prendero' cura del mio corpo con allenamenti costanti, meditazione quotidiana, e con analisi e checkup completi.
Un'occhio anche per la cura di se con aggiornamento del guardaroba e informazioni sul trapianto dei capelli.
Mi prendero' cura della mia famiglia aumentando le gite e i viaggi per sviluppare senso critico e conoscenza ed intimita'
Faro' un po' piu' di chiamate ad amici che sento poco e faro' un po' di social, organizzare e partecipare a piu' eventi.
Per la ricerca pubblicare il blog, seguire un corso per diventare consuelor, e partecipare agli stage sigmasofia.
In ultimo ma non ultimo sul lavoro avviare i due progetti cardini degli sviluppi futuri:
siti web sulla mobilita' e immobiliare. Per l'azionario continuare a studiare.
Forse sono intenzioni poco dettagliate ma mi fido della mia mente cibernetica: ovvero so le direzioni in cui devo impegnarmi, posso aiutarmi con l'immaginazione a sentire e immaginare gli stati futuri in cui ho realizzato le mie intenzioni e poi fidarmi di me e trovare i flussi di energia che mi portano a realizzare, ma sopratutto, ad agire per realizzare i miei progetti.

lunedì 16 dicembre 2013

Chi ha paura del buio?

Si spegne la luce eil nero diventa il velo da cui usciranno fantasmi e demoni affamati, i peggiori mai visti, zombie e ladri, stupratori e scarafaggi saranno su di noi in un attimo.
Abbiamo pianto di notte e siamo rimasti immobili nel letto come fosse una corazza contro il mondo dei cattivi, fuori in attesa, all angolo del corridoio, dietro la porta, scivolati chissa' da dove ma quasi con certezza presenti.
Click la luce si accende fulminando in un istante tutti i mostri.
Click e nel buio ogni passo accelera il cuore fortissimo.
Click la luce da ragione alla nostra ragione: non c'e' nessuno!
Click eppure accelero il passo perche' da dietro potrebbe...
Click luce accesa e mi giro, no solo un'impressione...
Click nel buio un passo ma il cuore in gola.
Click accendiamo la luce: tutto ok, ma adesso facciamo qualcosa di nuovo: lasciamo la luce accesa e chiudiamo gli occhi... tutto ok vero? Chiudiamoli fortissimi in modo da evitare ogni bagliore della luce e poi spingiamo il dito: click spegniamo la luce...
Tornano i mostri? forse adesso qualche respiro in piu' lo abbiamo perche' abbiamo riconosciuto il buio, il buio non e' solo fuori di noi ma anche dentro di noi.
Proviamoci e riproviamoci: mischiamo il buio degli occhi chiusi con il buio di case solitarie, magari continueremo ad avere i brividi, ma i mostri saranno piu' lenti.
Forse riusciremo a controllare il nostro respiro ed avremo abbastanza tempo per chiederci: da dove arrivano questi mostri? Chi l ha portati nel mio buio? E' davvero il buio, quello che non ri-conosciamo un mostro? E se nel buio si nascondessero angeli di bellezza superiore? Forse anche i mostri vogliono essere abbracciati, vogliono abbracciarci con affetto senza stritolarci.
Nel buio rimaniamo soli e questo ci spaventa con mostri enormi ed affamati.
Ma restando soli possiamo avere la scintilla nuova di abbracciare l'ignoto, i mostri generati dal nostro cuore possono tornare a dormire perche' non abbiamo bisogno di loro adesso, come fossero guardiani che ci spingono alla luce per non farci perdere in noi, ma noi possiamo andare oltre e scoprire l' ignoto, scoprire quello che i nostri occhi non vedono, che le nostre emozioni fuggono.
Possiamo camminare nell' oscurita' solitaria e trovare i tesori nascosti di angeli numinosi.
Mischiamo il buio interno ed il buio esterno, e riprendiamoci il respiro per un cammino che non ha bisogno di coraggio ma solo di pazienza e piccoli passi verso un mondo nuovo, un mondo in cui non abbiamo bisogno di luce perche' la luce diventiamo noi.

domenica 8 dicembre 2013

Sei gradi di separazione

Spesso pensiamo tristi e solitari che il mondo crudele e cattivo non potremmo mai cambiarlo..., che ci sara' sempre gente crudele e guerrafondaia, avara e maligna e noi non potremmo mai migliorare il mondo.
Ebbene con la teoria dei sei gradi di separazione arriva una fantastica notizia:
noi con soli sei passaggi possiamo contattare qualsiasi persona nel mondo.
Presidente degli stati uniti? con 6 persone che ci aiutano a farlo e' possibile.
Servono le conoscenze? Non piu', con 6 persone noi possiamo finalmente avere a che fare con chiunque direttamente, per non parlare tramite internet (su Facebook bastano 4,4 persone).
Infatti si chiama anche teoria del mondo piccolo ed in effetti pensare che noi possiamo essere cosi' facilmente in contatto e' quasi meglio dell entanglement di cui tutti parlano ma che non riusciamo a digerire completamente.
E quindi questo mi porta dritto al cuore del discorso, siamo tanti e siamo pochi e siamo tutti in relazione, ma se in fin dei conti non fossimo che pre-destinati? Se in verita' il nostro libero arbitrio non si occupasse che di piccole scelte rispetto ad un destino gia' segnato in precedenza?
Come un piccolissimo villaggio in cui i ruoli sono gia' assegnati ad ognuno alla nascita.
E se comunque non lo conosciamo, che valore ha se tutto e' gia' scritto ma io non lo so?
Credo che siamo esseri spirituali venuti a fare una esperienza corporea e che quindi leggere il futuro, vedere nell oltrasensibile sia un esercizio e poco piu'.
Siamo sicuri di usare i nostri sensi, seppur limitati, al meglio? O restiamo nella maggior parte del tempo ipnotizzati dal nostro pensiero senza vivere il mondo che ci circonda pienamente? Se vivessimo pienamente il mondo, le relazioni, se respirassimo ogni respiro annusando l' aria che ci tiene in vita allora si, le nostre capacita' diventerebbero enormi: non ci sarebbe piu' comunicazione e telepatia, futuro e passato, vivremmo in un onda che contiene tutto e potremmo goderne.
Entreremmo in un nuovo stato, sconosciuto, uno stato buddico, ma non serve fuggire dalla vita, ritirarsi da ogni stimolo urbano, scappare dalla relazioni; queste sono menzogne di chi detiene un primato spirituale e non vuole diffondere un benessere profondo.
Anzi, usando le nostre facolta' con una vigile attenzione normale e con apertura al mondo torneremmo ad essere i semidei che hanno popolato tutte le nostre leggende.
Ogni uomo nella storia ha avuto essere immaginari da imitare o temere.
Ma questi essere immaginari non siamo che noi. Non altri, non fuori da noi.
O se vogliamo essere platonici ed adempiere all'unita' allora si' tanto piu' saremmo divini senza ulteriore dubbio.
Se Dio e' uno e noi siamo una sua emanazione, siamo parte di lui, ma una parte di lui non vuol dire una riduzione ma una rappresentazione completa.
Una cellula ha tutte le informazioni per diventare un essere umano, noi abbiamo tutte le informazioni per essere un dio.
Se con 6 chiamate possiamo conoscere ogni singolo abitante del mondo, se possiamo usare i nostri sensi per scoprire il mondo, se tutto e' gia' scritto, allora siamo parte del tutto e in molteplicita' od unita' siamo divini.
Svegliamoci dall ipnosi continua delle preoccupazione e delle ansie, rallentiamo il respiro fino a cogliere l'attimo.
Dio ha soffiato nell argilla per creare l'uomo, ogni nostro respiro e' un atto divino, godiamocelo e riprendiamo il potere divino che ci compete, il mondo e' piccolo e noi siamo divini, con le giuste proporzioni tutto diventa possibile, tutto.




lunedì 2 dicembre 2013

Ecologia e picnic

Chiunqui ami la natura e cerca di riprendere un rapporto con essa puo' iniziare a vedere il film "picnic ad hanging rock".
L' ho visto tanti anni fa e pur avendone una copia non riesco a rivederlo.
Per timore, per quell'angoscia silenziosa che lascia una fine senza fine.
Non vi dico null' altro se non l avete visto, per chi l'ha visto lascio parlare le suggestione che il film crea. E mi chiedo se, io urbanizzato, civilizzato, illuminato dalle nozioni dell illuminismo che mi hanno liberato dalle catene della fede per ricercare una conoscenza nuova, piu' profonda, piu' libera, sia realmente capace di adattarmi alla natura, alla sua vera forza, alla sua indifferenza di matrigna altera.
Credo che l'uomo abbia abbandonato la Dea madre per tutta la fame che ha sofferto nell'antichita', scoprendo il padre divino, razionale, saturnino che ha permesso il vigore della caccia e sopratutto l agricoltura l' uomo abbia rinnegato la propria madre, come severa e crudele, ma sopratutto indifferente alle sofferenze del piccolo uomo.
Adesso, satolli di cibo e di vestiario rimpiangiamo la madre natura e ricerchiamo sentieri nel bosco da ripercorrere per immergerci nella folta boscaglia che ci riporta a silenzi antichi, a rumori bianchi di una natura incontaminata.
Magari su coste di montagna, allungando lo sguardo cosi' lontano come non credevamo i nostri occhi potessero farlo.
Si parla spesso di salvare la natura dall' uomo, di salvare Gaia dalla distruttivita' e avidita' fagocitata dal maschio guerriero e stupido che buca il terreno alimentando il suo benessere con il sangue della terra che e' il petrolio, inquinando l'acqua di cui facciamo parte.
E nelle nostre menti piccole chiudiamo l'acqua del rubinetto per non sprecarla, montiamo pannelli solari per non bruciare altro petrolio, insomma accarezziamo la natura dopo che la pugnaliamo ogni giorno.
E il mondo, la natura, il mare che ci hanno spaventato per secoli adesso sono quasi alla nostra merce' e quando finalmente pensiamo di poterne avere ragione ci si accorge di aver rovinato, forse definitivamente, il nostro rapporto.
Il mare spesso rappresenta la nostra coscienza e lo inquiniamo con gli scarichi delle fogne dei nostri desideri, delle nostre comodita'.
E allora vorrei unire i mondi quello della natura e quello del nostro inconscio.
Possiamo amare entrambi senza riconoscerli?
Possiamo distruggerli senza aver prima viaggiato in essi?
Non si puo' rispettare la natura non consumandola, si puo' rispettare la natura avendone timore, riempiendoci gli occhi e i polmoni quando siamo con essa sapendo che se restiamo troppo a lungo puo' ucciderci.
Non siamo completamente liberi di scegliere, escludiamo la natura o la civilta', e' come scegliere fra la razionalita' e la pulsione di vita irrefrenabile.
Abbiamo entrambre e creando un temenos nuovo in cui il rapporto fra la natura divina e aliena e il raziocinio guerriero e caldo non ci faccia sparire ma crearci di nuovo.
Un po' piu' legati alla nostra madre terra e al nostro padre spirituale, amando entrambi, se ce la facciamo.
In to the Wild