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martedì 11 novembre 2014

Rimetti a noi i nostri debiti

Cosi' come noi li rimettiamo ai nostri debitori ed ai nostri genitori.
Cresciamo con mille ferite della vita che lacerano sempre lo stesso punto in cui una volta da bambini i nostri genitori hanno fatto qualcosa che ci ha condizionato tutta la vita.
Perdoniamo i nostri genitori perche' essi sbagliano ma non sanno cosa fanno.
Follia delirante e' riconoscere le nostre colpe dai nostri genitori.
Noi abbiamo un debito con loro e negarlo o ribaltarlo come un nostro debito e' solo una macchinazione mentale, una manipolazione della realta' che da l'ombra al nostro io e quindi sua consistenza.
Abbiamo amato o odiato i nostri genitori in modo prevalente in base alle loro manchevolezze di esseri umani ma adesso richiamando la loro colpa stiamo trasmettendo a loro i nostri limiti.
Rimettiamo anche il debito della vita, dell' esempio incompleto, del punto di vista diverso e col quale opporsi o crescere insieme, rimettiamo l'atto di amore, di una scarica energetica che ha dato il via al nostro sistema personale che difendiamo con tanto orgoglio.
Ma siamo qualcosa di piu' della somma di tutte le parti che ci hanno creato ed e' questo il nostro debito.
E se vogliamo accusare i nostri genitori delle nostre manchevolezze facciamolo pure ma cosi' facendo rinneghiamo il nostro percorso di crescita, perche' per diventare adulti dobbiamo essere stati figli.
Possiamo essere stati orfani ma in quel caso siamo stati figli di qualcuno o qualche organizzazione.
Siamo cresciuti nella misura in cui abbiamo accettato il nostro ruolo di figli.
Abbiamo ucciso e scopato i nostri genitori mille volte, erano il nostro metro della vita misteriosa che germogliava in un mondo intorno a noi sempre piu' complesso come quello interiore.
Abbiamo riconosciuto il dolore e la sofferenza e la vogliamo allontanare da noi come parte sbagliata ed inutile eppure e' proprio dagli escrementi che nasce la nuova vita.
Se vogliamo eliminare una parte di noi dobbiamo eliminare anche l'altra parte, quella sana.
Perche' se eliminiamo una parte senza averne capito la completezza essa si presentera' ancora.
Possiamo essere sicuri il giorno del nostro matrimonio o con il primo milione di dollari ma dura una folata di vento. Non saremo mai sicuri come il lupo della steppa che vaga affamato ma senza insicurezze.
Cerchiamo il nostro equilibrio buttando le nostre zavorre e ritrovandoci poi nel nulla idealizzato o in un manierismo copiato da qualche spot pubblicitario.
Salutiamo i nostri genitori, sono un terreno su cui siamo germogliati a cui apparteniamo in ogni caso, ma non possiamo mai abbandonarlo, essi sono in noi, il dolore del nostro rapporto con loro diventa il dolore del nostro rapporto con noi stessi.
Siamo perennemente affamati di amore senza per questo avere la sensibilita' di riconoscerlo, senza avere l ardore di apprezzarlo, senza avere i mezzi per sentirsi innamorati ogni giorno della vita stessa.
Siamo affamati perche' cerchiamo la luce continuando ad avere gli occhi chiusi.
E quindi cancelliamo i momenti belli e incorniciamo le tragedie e queste diventano significative del nostro io e noi diventiamo significativi nella sfiga e nella lotta alla sfiga.
Disegnamo l'amore che per un attimo i nostri genitori hanno avuto per dare il via alla nostra vita.
Annusiamo i momenti di serenita' casalinga di una domenica pomeriggio un po' noiosa.
Assaporiamo le immagini eroiche dei nostri genitori.
Possiamo diventare noi i genitori di noi stessi ma prima abbiamo il compito piu' difficile: quello di essere figli di se stessi, di accettare il cordone che ci lega al passato familiare, di seccarlo e portarlo con noi come portafortuna.
Le regole assurde, le feste noiose, i parenti viscidi, i fratelli prepotenti, i padri assenti, le madri soffocanti sono tutti i personaggi del nostro mondo che hanno forgiato la materia chiamata Io.
Ringraziamo questi autori sgraziati e continuiamo l'opera ma solo dopo averla veramente ammirata come opera darte della vita dell uomo e della natura.
Figli di una energia di vita, di essere umani, di una natura inarrestabile.
Finalmente liberi di accettare gli insegnamenti senza bisogno di capricci per esprimere qualcosa di nuovo.
Ma assaporando la tradizione e spiando per il tradimento. Figli che crescono hanno una tradizione da tradire ma prima devono riconoscerla come facente parte di loro e non solo del mondo esterno ma del loro universo.
In nome del padre del figlio e dello spirito santo, amen.

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